Il Governo è impegnato in una complessa redazione della prossima legge di Bilancio 2024 e tra i punti fermi dei lavori, permane quello relativo al taglio del cuneo fiscale con conseguente aumenti in busta paga anche per il prossimo anno. La scelta di diminuire la pressione delle tasse sui cittadini è fondata su delicate valutazioni, in cui l’Esecutivo darà priorità ad alcuni temi e non ad altri.
Lo spazio in deficit ricavato nel 2024 sarà di 15,7 miliardi di euro e 23,5 miliardi in tre anni, da quanto si apprende dalla relazione al Parlamento sulla Nadef – la cosiddetta Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza approvata dal Governo nei giorni scorsi. Si tratta di numeri che non lasciano adito a interventi finanziari molto consistenti.
Ciò nonostante, in vista della stesura del testo della manovra, la riduzione del cuneo fiscale è ormai praticamente certa e confermata. Come potrà funzionare? Nel corso di questo articolo cercheremo di fare luce su questo – come pure sulla revisione aliquote Irpef in cantiere – tenuto conto che la scelta della conferma del taglio è legata strettamente al disegno politico ed economico del Governo, il quale ha rimarcato più volte che la maggior parte degli interventi fiscali e sociali sarà orientata al supporto dei nuclei familiari con redditi esigui ed delle fasce deboli della popolazione. I dettagli.
Taglio cuneo fiscale 2024: il contesto di riferimento
In una situazione nella quale cui la finanza pubblica deve sostenere l’onere degli incentivi edilizi, l’aumento dei tassi di interesse e il rallentamento del ciclo economico internazionale, è necessario fare scelte difficili: questo è l’orientamento del Ministero dell’Economia, che emerge nella premessa alla Nadef. In altre parole la linea è: stop ai bonus ed aiuti a pioggia e via libera a poche iniziative e novità, ma calibrate su chi ne ha maggior necessità.
Tra gli interventi vi è – dicevamo – quello che prevede l’utilizzo delle risorse stanziate in manovra, per il taglio al cuneo fiscale anche nel 2024. Un ‘tesoretto’ che sarà investito per il rinnovo di questa misura, ma anche per la revisione delle aliquote Irpef – cominciando dallo scalone più basso.
Perciò sul piano dei rapporti tra Fisco e cittadini, nella Nadef c’è la conferma di due importanti misure attese, che avranno rilievo sulle retribuzioni del prossimo anno e perciò sul potere di acquisto delle famiglie, ovvero:
- il taglio al cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, per redditi entro i 35mila euro annui;
- prima parte della riforma fiscale, con rimodulazione delle aliquote Irpef.
Detta riduzione del cuneo implicherà un calo della pressione fiscale, di cui si gioveranno in primis i meno abbienti. Infatti il parziale esonero contributivo rinnovato si tradurrà in aumenti in busta paga per redditi più bassi.
Ma il taglio è programmato in ulteriore riduzione nel corso della legislatura.
Taglio Cuneo Fiscale: aliquote confermate nel 2024
Con la manovra il taglio del cuneo fiscale proseguirà a partire da inizio del prossimo anno e, presumibilmente, sulla scorta di importi, soglie e redditi identici a quelli oggi applicati fino al 31 dicembre.
In particolare, per quanto riguarda i periodi di paga dal primo luglio al 31 dicembre, il Governo ha varato l’aumento dell’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti (cd. contributi IVS), secondo lo schema seguente (decreto Lavoro n. 48 di quest’anno):
- dal 2 al 6% per i lavoratori subordinati con reddito imponibile fino a 35mila euro;
- dal 3 al 7%, per i dipendenti il cui reddito imponibile non supera l’ammontare annuo pari a 25mila euro.
Nel 2024 non avremo una vera e propria novità ma, appunto, una proroga delle misure applicate già oggi. Ricordiamo che il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con redditi più bassi è cominciato nel 2022 con il Governo Draghi ed è aumentato con la Manovra 2023 al 2/3% giungendo, in virtù del decreto Lavoro di quest’anno, al 6/7% .
Non tutti però beneficeranno di quest’agevolazione che intende aumentare il potere di acquisto dei cittadini, e di troveremo tutti i dettagli nella prossima manovra: oltre agli autonomi e i lavoratori domestici, infatti anche i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) con redditi al di sopra dei 35mila euro l’anno saranno al di fuori della proroga del taglio del cuneo fiscale. Tuttavia anche queste categorie saranno coinvolte dall’altro punto fermo della legge di Bilancio in campo fiscale, ovvero la revisione delle aliquote Irpef.
Revisione aliquote Irpef
La nuova Irpef, ipotizzata in vista della manovra, vedrebbe in particolare l’estensione dell’aliquota Irpef al 23% anche all’attuale secondo scaglione di reddito da 15mila a 28mila euro – con accorpamento delle prime due aliquote. In altre parole la nuova Irpef sarebbe a tre scaglioni e non più a quattro, unendo i primi due (quello fino a 15 mila euro con aliquota al 23% e quello da 15 a 28 mila euro con aliquota al 25%) con la stessa aliquota al 23% fino al 28mila euro.
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Infine, non dimentichiamo che la sopra citata proroga della riduzione del cuneo avrà inevitabili riflessi sui conti pubblici, che dovranno assorbirne l’impatto al pari di quello legato alla revisione Irpef, la quale di fatto incrementerà le retribuzioni mensili – favorendo un maggior potere d’acquisto delle famiglie contro carovita ed inflazione.