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Bonus 200 euro: 100mila insegnanti dovranno restituirlo a rate, ecco perché

Il bonus 200 euro del 2023 fa nuovamente discutere, visto che a decine di migliaia di insegnanti verrà recuperato in 8 rate. I motivi.


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di - 1 Marzo 2023

Il bonus 200 euro è stato una misura molto dibattuta e apprezzata del Governo Draghi a favore di una larga fascia di cittadini e sono molti i dubbi rispetto a questo aiuto una tantum di sostegno al reddito pensata per far fronte all’aumento del costo della vita. Purtroppo la misura non è contemplata nella Legge di Bilancio 2023 e pertanto non sarà ripetuta nel corso del nuovo anno. Per cui rimane un aiuto che con ogni probabilità rimarrà una tantum.

Non tutti i bonus assegnati, permangono tali nei confronti di chi ne aveva, a suo tempo, beneficiato. E’ notizia di queste ultime ore quella per cui il bonus 200 euro dovrà essere restituito a rate dai docenti. E questo per un motivo ben preciso: il governo lo rivuole indietro da parte dei circa100mila che hanno oltrepassato il requisito dei 35mila euro di reddito lordo annuo.

Vediamo allora più da vicino queste ultime novità in tema di bonus 200 euro e perché si sta palesando una sorta di beffa per i professori. Con annesse polemiche dei sindacati. I dettagli.

Bonus 200 euro: ecco la brutta sorpresa per gli insegnanti

Come è noto, con un apposito decreto del Governo Draghi lo scorso anno fu prevista l’introduzione di un bonus di 200 euro una tantum per lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, colf, stagionali, co.co.co. e liberi professionisti. Insomma una vasta platea che comprende, tra i lavoratori subordinati, anche gli insegnanti i quali – però – si trovano ora a dover fare i conti con la richiesta del Ministero dell’Economia, il quale sta recuperando – a rate da 25 euro mensili sullo stipendio – il bonus a suo tempo attribuito.

La motivazione è reddituale: il contributo una tantum viene infatti sottratto a posteriori a chi a fine 2022 ha oltrepassato lo scaglione di reddito introdotto dal decreto Aiuti bis – ovvero 35mila euro lordi annui. Non sono mancate le critiche da parte di chi ha sottolineato che, in una situazione come questa, a pagarne le conseguenze sono in particolare i professori che a dicembre si sono visti accreditare in busta paga gli arretrati collegati al contratto già scaduto e le somme collegate alle attività eccedenti l’orario scolastico regolare.

Il recupero avverrà con 8 rate mensili del valore di 25 euro l’una. Il recupero del bonus 200 euro ha inizio con lo stipendio di questo mese, su cui infatti sarà la trattenuta di un ammontare di 25 euro netti. Le rate continueranno fino allo stipendio di settembre 2023.

I lavoratori interessati dalla mossa del Ministero dell’Economia e le richieste dei sindacati

I sindacati hanno rilevato che circa 100mila lavoratori del mondo dell’istruzione con un reddito annuo sui 33-34 mila euro lordi circa sono in detta situazione, una platea che era scontato potesse andare oltre il limite fissato già con il solo salario accessorio dovuto a ore per attività al di fuori dell’orario scolastico normale. In sostanza, per i sindacati il recupero forzato del bonus 200 euro a rate altro non è che na conseguenza di un meccanismo che andrebbe superato perché poco efficace nel rispondere ai problemi reali del lavoro.

Anzi non sorprende che le organizzazioni sindacali, sempre critiche su contributi una tantum e bonus a valanga, abbiano colto l’occasione per chiedere nuovamente un cambio di linea a palazzo Chigi.

E’ il problema salariale in gioco, che tocca la questione sociale e che è così ampio che non può essere risolto dai soli provvedimenti sui bonus. Insomma, secondo la tesi dei sindacati, l’impegno delle istituzioni deve essere ben maggiore perché le retribuzioni non possono essere ossigenate dai meri contributi una tantum, come il bonus 200 euro della scorsa estate. Tanto più che se quello di luglio è stato un piccolo ristoro che non ha cambiato la vita alle persone, ora per alcuni si sta rivelando una sorta di beffa, dato che il Ministero rivuole indietro il suo ammontare.

La tesi dei sindacati, oltre a criticare la politica poco lungimirante dei bonus, ha suggerito però anche un correttivo: dette risorse andrebbero preferibilmente messe all’interno della legge di Bilancio per i contratti, “arrivando a firmarli non sempre in ritardo” – chiariscono i sindacati.

Gestione del bonus 200 euro, si riaccende la polemica

Insomma, la notizia del recupero a rate del bonus 200 euro dato agli insegnanti ha nuovamente acceso le polemiche tra le parti sociali, che hanno peraltro rilevato che la gestione di questo bonus è stata finora controversa e problematica anche rispetto alla finalità originarie e che dovrebbe valere il principio per il quale una volta dato il bonus non andrebbe assolutamente tolto. Dovrebbe dunque essere un bonus acquisito a tutti gli effetti, specialmente perché i lavoratori non sempre hanno delle buste paga trasparenti e in cui non è sempre chiaro il motivo della sottrazione dei soldi avuti.

La notizia del recupero del bonus 200 euro ha allora rappresentato così l’occasione per sottolineare le falle di un meccanismo che, a detta dei sindacati, non è stato frutto di un adeguato confronto con le parti sociali. Anzi la situazione odierna è che non pochi docenti, pur avendo uno stipendio di molto più basso rispetto al resto dell’Europa, subiscono il recupero delle somme per aver superato – anche di poco – il tetto dei 35mila euro annui di reddito da lavoro.

Concludendo, ecco perché l’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief) si è inserita sulla stessa linea critica, raccomandando una revisione e un aumento degli stipendi che sia proporzionato al costo della vita e al livello di inflazione odierno. I bonus una tantum, insomma, non basterebbero affatto.

Bonus 200 euro 2022: cos’è, come funziona, come richiederlo

Di seguito la nostra vecchia guida completa di quello che fu a suo tempo il bonus 200 euro 2022.

Bonus 200 euro 2022: come richiederlo

Nelle intenzioni del decreto Draghi la somma per i lavoratori è corrisposta a 200 euro netti, anticipati in busta paga dal datore di lavoro, salvo poi recuperarli in sede di versamento di imposte e contributi con F24. Per tutte le altre categorie (pensionati e disoccupati) sono stati l’INPS o i rispettivi enti di previdenza ad occuparsi dell’erogazione (d’ufficio) delle somme. Discorso diverso per i lavoratori autonomi e i professionisti. Per loro i dettagli su criteri e modalità di riconoscimento dell’indennità una tantum saranno definiti con uno o più decreti ministeriali.

Grazie ai chiarimenti giunti in queste ultime settimane sappiamo che:

A tal proposito vi invitiamo a leggere l’approfondimento dei consulenti del lavoro.

Quando arriva il bonus 200 euro

Ora vediamo quando arriva il bonus 200 euro una tantum. Per i lavoratori dipendenti pensionati, disoccupati e assimilati la risposta è più semplice, in quanto è previsto il pagamento diretto da parte del datore di lavoro o dall’INPS (per disoccupati, pensionati e RdC) entro luglio 2022, ovvero come da chiarimenti INPS e Ministero del Lavoro:

Il messaggio INPS 2505 del 21/06/2022 chiarisce infatti che:

la retribuzione nella quale riconoscere l’indennità da parte dei datori di lavoro è quella di competenza del mese di luglio 2022, oppure, in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro (ad esempio, part-time ciclici) o della previsione dei CCNL, quella erogata nel mese di luglio del corrente anno, seppure di competenza del mese di giugno 2022. Il rapporto di lavoro, in ogni caso, deve sussistere nel mese di luglio 2022.

L’INPS chiarisce inoltre che il bonus spetta anche in presenza di retribuzione pari a zero in virtù di eventi tutelati (CIGO/CIGS, FIS o Fondi di solidarietà, CISOA – o congedo e aspettativa non retribuita).

Per i titolari di partita IVA (autonomi, commercianti, iscritti alla gestione separata e professionisti iscritti alle casse private) è arrivato un provvedimento ad hoc che spiega le modalità e i tempi di ricezione.

Bonus 200 euro, come gestirlo in busta paga

Con l’obiettivo di sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti si riconosce un’indennità una tantum pari a 200 euro, da corrispondere in busta paga con la mensilità di luglio 2022.

La somma è stata corrisposta dai sostituti d’imposta (datori di lavoro) di cui agli articoli 23 e 29 del D.P.R. n. 600/1973 in via automatica, salvo verificare in sede di conguaglio (di fine anno o, ipotizziamo, di fine rapporto) l’effettiva spettanza della stessa, in base all’ammontare dei compensi percepiti.

Si perché l’indennità spetta ai lavoratori “di cui all’articolo 1, comma 121, della legge 30 dicembre 2021, n. 234”. Quelli, per intenderci, destinatari della riduzione dello 0,8% dei contributi INPS a carico del lavoratore.

Tali si intendono i lavoratori in possesso di una retribuzione imponibile ai fini previdenziali non eccedente i 35 mila euro annui che, parametrati su base mensile per tredici mensilità, equivalgono a 2.692,00 euro, arrotondati per difetto.

A tal proposito leggi anche i chiarimenti dell’INPS per i datori di lavoro.

Come si recupera il bonus 200 euro non dovuto dai lavoratori

Il sostituto d’imposta che, in sede di conguaglio, verifica il superamento del limite di 35 mila euro di reddito provvede a recuperare l’indennità una tantum a suo tempo anticipata.

La trattenuta del bonus non spettante sarà effettuata in “otto rate di pari ammontare a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio” (articolo 31 comma 2), di norma coincidente con il cedolino del mese di dicembre.

Come gestire il bonus 200 euro in busta paga?

Ecco come gestire il bonus 200 euro in busta paga. Il datore di lavoro, in sede di elaborazione delle paghe di luglio 2022:

Successivamente, in sede di conguaglio di fine anno / fine rapporto, si dovrà procedere alla verifica del reddito effettivo. Se questo è:

Il bonus 200 euro spetta anche a pensionati e disoccupati?

Un’altra domanda molto frequente è se il bonus 200 euro spetta anche a pensionati e disoccupati. Ebbene sì, ma vediamo i dettagli.

Bonus 200 euro ai pensionati

L’articolo 32 della bozza di decreto prevede l’erogazione d’ufficio del bonus per i soggetti titolari di uno o più trattamenti pensionistici, a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 30 giugno 2022.

I soggetti citati, in possesso di un reddito personale complessivo non eccedente i 35 mila euro lordi annui, riceveranno l’indennità una tantum con la mensilità di luglio 2022.

Per l’accesso alla misura si tiene conto dei redditi di qualsiasi natura, inclusi quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o ad imposta sostitutiva. Al contrario non rilevano:

Importo netto non tassabile

I 200 euro una tantum, peraltro non:

Come anticipato, la somma sarà corrisposta d’ufficio, sulla base dei dati disponibili all’INPS al momento dell’erogazione; salvo effettuare un successivo controllo sul rispetto della soglia di 35 mila euro di reddito complessivo annuo lordo

anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’Amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detiene informazioni utili” (articolo 32 comma 4).

L’INPS, una volta effettuata la verifica sulla situazione reddituale del beneficiario, procederà al recupero di quanto eventualmente pagato in eccedenza.

Bonus 200 euro ai disoccupati

L’articolo 32 comma 6 include tra i potenziali destinatari del bonus 200 euro coloro che nel mese di giugno 2022 percepiranno le indennità di disoccupazione:

L’importo una tantum sarà riconosciuto dall’INPS e non concorrerà alla formazione del reddito complessivo ai fini fiscali del beneficiario.

Bonus 200 euro anche per i titolari di trattamenti di mobilità in deroga

Con messaggio 4231 del 23 novembre 2022, l’INPS comunica che l’indennità una tantum di 200 euro, a favore dei soggetti titolari delle indennità di disoccupazione NASpI e DIS-COLL è riconosciuta anche in favore dei titolari di trattamenti di mobilità in deroga e di indennità di importo pari alla mobilità.

Bonus 200 euro partite IVA (autonomi e professionisti): cosa sapere

Il testo approvato in CDM e pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 maggio 2022 prevede l’istituzione di un apposito “Fondo per il sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori autonomi”.

Scopo del fondo (articolo 33 comma 1) è finanziare l’erogazione, in via eccezionale, di un’indennità una tantum per l’anno 2022, in favore di:

i quali abbiano percepito nel periodo d’imposta 2021 un reddito complessivo non eccedente i 35 mila euro.

Distinguiamo le due situazioni seguenti:

Modello fac-simile autocertificazione bonus 200 euro

L’Inps, con messaggio n. 2559 del 24 giugno 2022, ha ricordato che per ottenere il bonus una tantum, il lavoratore deve presentare al datore di lavoro una autocertificazione con la quale attesta:

  1. di non essere titolare di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione ovvero di non appartenere a un nucleo familiare beneficiario del Reddito di cittadinanza. Si tratta delle categorie per le quali è previsto che sia l’Inps a erogare a luglio l’indennità una tantum, ai sensi dell’articolo 32, D.L. 50/2022 (incompatibile con la modalità di pagamento prevista dall’articolo 31).

L’Inps propone anche un fac-simile di autocertificazione, ricordando che la stessa costituisce solo uno strumento di supporto, personalizzabile dal datore di lavoro e non vincolante.

  Fac Simile INPS autocertificazione bonus una tantum 200 euro (36,0 KiB, 562 hits)

Bonus 200 euro dipendenti pubblici: no all’autocertificazione

Sgomberiamo il campo da possibili dubbi o fraintendimenti: per quanto riguarda i dipendenti pubblici, non sussiste alcun obbligo di autocertificazione per poter ottenere il bonus a luglio. Il documento infatti vale per i soli lavoratori del settore privato. In pratica, soltanto per questi ultimi sarà necessaria un’autocertificazione con cui dichiarare di non essere titolare di un trattamento pensionistico o del reddito di cittadinanza.

Chi deve fare domanda

Secondo le norme vigenti in tema di bonus 200 euro, detto contributo sarà erogato a seguito di domanda ad hoc, in riferimento alle seguenti figure:

Entro quando fare domanda

Coloro che rientrano in queste categorie potrebbero a questo punto chiedersi entro quale data fare domanda per il bonus 200 euro. Ebbene, onde fare chiarezza specifichiamo quanto segue:

Per i lavoratori domestici il pagamento sarà disponibile entro pochi giorni dalla domanda, già questo mese. Mentre per le altre categorie di lavoratori il pagamento sarà effettuato, come indicato dalla legge, a cominciare da ottobre prossimo.

Come fare domanda online per il bonus 200 euro

Le categorie che non incassano il bonus in via automatica dovranno entrare sul sito dell’Inps e fare il seguente percorso: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Dopo l’autenticazione con SPID, CIE o CNS, si dovrà selezionare la categoria di appartenenza per la quale si intende fare domanda, tra quelle indicate. La procedura è comunque piuttosto semplice ed intuitiva.

Al fine di fare domanda, l’interessato potrà comunque servirsi del Contact Center Multicanale, telefonando al numero verde 803.164 da rete fissa (senza costi) oppure al numero 06.164164 da rete mobile (a pagamento). O, ancora, potrà servirsi dell’assistenza degli istituti di patronato.

Come richiedere il riesame per le domande respinte

Le domande inviate direttamente all’INPS sono state verificate, con modalità automatiche, per i requisiti, le incompatibilità e le incumulabilità previste per legge.

Il lavoratore e il Patronato possono consultare l’esito della domanda e le motivazioni della eventuale reiezione tramite il servizio “Indennità una tantum 200 euro” (lo stesso servizio telematico di presentazione della domanda), disponibile sul sito dell’INPS.

E’ possibile presentare domanda di riesame entro il termine, non perentorio, di 90 giorni decorrenti dal 30 novembre 2022 (data di pubblicazione del messaggio n. 4314 del 30 novembre 2022), ovvero dalla data di conoscenza della reiezione della domanda, se successiva.

L’interessato potrà produrre nuova documentazione utile a un eventuale supplemento di istruttoria.

Bonus 200 euro, novità nel decreto Aiuti-bis: ampliata la platea dei beneficiari

Con la legge di conversione del DL 115-2022, decreto Aiuti-bis, approvata sia dal Senato che dal Parlamento, viene confermata l’estensione del bonus 200 euro a quelle categorie di lavoratori esclusi dal primo decreto Aiuti. Si tratta in primis dei lavoratori dipendenti che non hanno preso il bonus a luglio/agosto in quanto non rispettavano il requisito dell’esonero contributivo dello 0,80% previsto dalla Legge di bilancio 2022, poiché interessati da eventi coperti integralmente da contribuzione figurativa dell’Inps (ad esempio, la maternità o la cassa integrazione a zero).

Il bonus 200 euro, viene esteso ora anche ai collaboratori sportivi nonchè ai dottorandi e agli assegnisti di ricerca con reddito 2021 non superiore a 35mila euro. Tali ultimi soggetti dovranno presentare domanda all’INPS.

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Tags: Bonus e agevolazioni