Immagina di svegliarti la mattina circondato dai boschi, con l’aria fresca in gola, e di poter accendere il computer dal tavolo della cucina di una casa di montagna. Sembra un sogno, eppure da oggi potrebbe diventare realtà più facilmente grazie a un nuovo incentivo pensato per incoraggiare lo smart working nei piccoli comuni montani.
Con la nuova legge sulle zone montane, è stato introdotto un bonus smart working che punta a riconoscere alle imprese un esonero contributivo totale se assumono e mantengono dipendenti che lavorano in modalità agile da comuni montani con meno di 5.000 abitanti, a condizione che tali lavoratori trasferiscano la residenza da un comune non-montano a uno montano.
Ecco come funziona, chi ne può beneficiare e quali scenari può aprire per chi cerca un equilibrio diverso tra vita e lavoro.
A chi spetta: requisiti base
Per accedere al beneficio, devono essere soddisfatti alcuni requisiti:
- Il lavoratore deve essere assunto con contratto a tempo indeterminato.
- Deve esserci il trasferimento della residenza stabile da un comune non-montano a quello montano dove svolgerà la prestazione abitualmente in smart working.
- Alla data di entrata in vigore della norma (20 settembre 2025), il lavoratore non deve aver compiuto 41 anni.
- Il comune montano deve essere uno con meno di 5.000 abitanti.
- L’azienda deve aver fissato lo smart working come modalità ordinaria e stabile del rapporto lavorativo, non solo occasionale.
- L’agevolazione riguarda i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro; restano esclusi i premi e contributi INAIL.
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Quali sono i benefici (e per quanto tempo)
Il bonus è articolato su più anni con percentuali e massimali differenziati:
Periodo | Percentuale esonero | Massimale annuo per dipendente |
---|---|---|
2026–2027 | 100 % | 8.000 € |
2028–2029 | 50 % | 4.000 € |
2030 | 20 % | 1.600 € |
Quelle cifre, ben calibrate, rappresentano per le imprese un risparmio concreto nel costo del lavoro se accolgono le condizioni richieste.
Va detto che l’agevolazione resta vincolata al rispetto del regime “de minimis” — cioè non deve superare certe soglie stabilite dalle regole europee sugli aiuti di Stato — e che le risorse stanziate ogni anno sono limitate.
Cosa cambia (e cosa no) per il lavoratore
Da parte del dipendente, il vantaggio principale è la possibilità di lavorare da dove preferisce, liberandosi da pendolarismi lunghi e da vincoli urbani. Il trasferimento in montagna diventa più favorevole, specie se si valorizzano il tempo, la qualità della vita, l’aria pulita, gli spazi meno congestionati.
Importante: lo sgravio non riduce i contributi che concorrono alla formazione della pensione — l’aliquota pensionistica resta intatta. Chi beneficia del bonus conserva i diritti per il futuro.
Le incognite da tenere d’occhio
Anche se il bonus smart working apre spazi interessanti, ci sono alcune variabili che conviene considerare:
- Decreto attuativo mancante – I dettagli applicativi (modalità di richiesta, controlli, iter) dovranno essere stabiliti con un decreto ministeriale entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.
- Capienza delle risorse – Le domande potranno essere finanziate entro i limiti delle risorse stanziate ogni anno.
- Non tutte le attività possono essere svolte in smart working – Alcuni settori non sono compatibili con il lavoro da remoto totale, il che riduce la platea potenziale dei beneficiari.
- Infrastrutture e servizi locali – Il funzionamento dipenderà anche dalla qualità della connessione internet e dei servizi nelle zone montane, che variano molto da territorio a territorio.
Idee, opportunità, prospettive
Per molti giovani e famiglie, questo bonus può diventare la leva per ripensare dove abitare e lavorare: non più solo città, ma luoghi meno popolati che offrono “aria”, calma, costi spesso più contenuti. Le imprese che sanno cogliere questa transizione possono diventare attrattive per talenti che cercano altro.
Immagina anche un progetto locale: un’azienda assume un giovane tecnico che decide di trasferirsi in montagna, montano coworking, servizi digitali, comunità che si attivano, commercio locale che si ravviva. Questo tipo di intervento non è solo un bonus fiscale: è una scommessa sul valore del territorio.
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Come richiedere il bonus smart working
Per il momento non è ancora possibile presentare domanda: si dovrà attendere la pubblicazione dei decreti attuativi, che definiranno modalità, tempi e strumenti per richiedere l’agevolazione. Saranno proprio questi provvedimenti a chiarire come accedere concretamente al beneficio, quali documenti preparare e quali controlli verranno effettuati.
Nelle prossime settimane pubblicheremo una guida pratica passo passo con tutte le istruzioni aggiornate su come presentare la richiesta, appena saranno disponibili i testi ufficiali.