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Home»Leggi, normativa e prassi»Furbetti del cartellino, licenziamento disciplinare in 30 giorni

Furbetti del cartellino, licenziamento disciplinare in 30 giorni

Antonio Maroscia16 Giugno 20163 Mins Read
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Approvato, in via definitiva, il D. Lgs che modifica la normativa sul licenziamento disciplinare per i dipendenti pubblici e sui cd furbetti del cartellino

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Furbetti del cartellino
Furbetti del cartellino

Ieri, mercoledì 15 Giugno 2016, alle ore 17.50 a Palazzo Chigi, si è tenuta la seduta 120 del Consiglio dei Ministri sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Al termine il PdC Renzi ed il Ministro Madia hanno tenuto una conferenza stampa con la quale annunciano le nuove regole sul licenziamento sprint per i cosiddetti furbetti del cartellino.

Nello specifico è stato approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante modifiche all’articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera s) della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di licenziamento disciplinare.

Leggi anche: Furbetti del cartellino, sospensione in 48 ore con la riforma

Rispetto al testo approvato in prima istanza a gennaio ci sono due importanti correzioni, annuncia il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Madia:

  • i cavilli non bloccheranno più l’iter di licenziamento, in quanto questo viene scandito da tempi certi, 48 ore per la sospensione, contraddittorio entro 15 giorni (con proroga al massio di 5 giorni) e chiusura della pratica entro 30 giorni; ma la violazione dei termini non determina la decadenza dell’azione disciplinare né l’invalidità della sanzione irrogata se non nei casi più gravi;
  • è stata prevista la responsabilità disciplinare del dirigente (o del responsabile del servizio) che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento che può arrivare fino al licenziamento dello stesso, ma è stato soppresso l’automatismo per il reato di omissione d’atti d’ufficio.

Furbetti del cartellino, nota stampa rilasciata dal Governo

Modifiche in materia di licenziamento disciplinare (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante modifiche all’articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera s) della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di licenziamento disciplinare.

Nello specifico, il decreto interviene sulla disciplina prevista per la fattispecie di illecito disciplinare denominata falsa attestazione della presenza in servizio. Al dipendente colto in flagrante sarà applicata la sospensione cautelare entro 48 ore e attivato il procedimento disciplinare che dovrà concludersi entro 30 giorni. E’ prevista la responsabilità disciplinare del dirigente (o del responsabile del servizio) che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento.

Sono state accolte le condizioni poste dalle commissioni parlamentari nei loro pareri e sono state recepite gran parte delle osservazioni avanzate dalla Conferenza unificata e dal Consiglio di Stato. In particolare, è stato precisato che la fattispecie di falsa attestazione della presenza in servizio comprende anche quella realizzata mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento; è stato garantito al dipendente il diritto alla percezione di un assegno alimentare – nella misura stabilita dalle disposizioni normative e contrattuali vigenti – durante il periodo di sospensione cautelare dal lavoro; al fine di garantire un’opportuna scansione temporale delle diverse fasi del procedimento e per assicurare idonee garanzie di contraddittorio a difesa del dipendente, è stato previsto che con il provvedimento di sospensione si procede anche alla contestuale contestazione dell’addebito e alla convocazione del dipendente dinanzi all’ufficio competente per i procedimenti disciplinari; il dipendente sarà convocato per il contraddittorio con preavviso di almeno 15 giorni e potrà farsi assistere da un procuratore o da un rappresentante sindacale; nei casi in cui il dirigente abbia avuto notizia dell’illecito e non si sia attivato senza giustificato motivo è prevista la responsabilità per omessa attivazione del procedimento disciplinare e omessa adozione del provvedimento di sospensione cautelare e ne viene data notizia all’Autorità giudiziaria.

Fonte: www.governo.it

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