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ISEE 2026, fuori la prima casa dal calcolo: cosa cambia davvero per le famiglie

Antonio Maroscia20 Ottobre 20256 Mins Read
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Con la Legge di Bilancio 2026 la prima casa esce dal calcolo ISEE: ecco come cambierà l’indicatore e chi potrà beneficiare dei nuovi bonus.

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Prima casa Isee

Tra le misure più attese della nuova Legge di Bilancio 2026 c’è una novità che potrebbe alleggerire il peso fiscale di moltissime famiglie italiane: l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’ISEE.

Un cambiamento che punta a rendere il sistema più equo, riconoscendo che la casa di abitazione non è un “bene di lusso”, ma il frutto di anni di risparmi e sacrifici, spesso l’unico patrimonio di tante famiglie a reddito medio o basso.

L’obiettivo della manovra è chiaro: non penalizzare chi possiede la propria abitazione principale ma non ha grandi entrate o liquidità. Una scelta che potrebbe avere effetti concreti su bonus, agevolazioni e prestazioni sociali collegate all’ISEE.

Come funziona oggi il calcolo dell’ISEE

Oggi l’abitazione principale viene considerata nel calcolo dell’ISEE, ma solo parzialmente.

La normativa attuale prevede infatti che il valore della casa sia escluso fino a circa 52.500 euro, con un incremento di 2.500 euro per ogni figlio convivente a partire dal terzo. La parte eccedente questa soglia, invece, viene conteggiata per due terzi ai fini del patrimonio immobiliare.

In pratica, una famiglia che possiede una casa di valore catastale medio – ad esempio 100.000 euro – si vede comunque attribuire circa 30.000 euro di “ricchezza” fittizia nel calcolo dell’ISEE. Questo può comportare il superamento dei limiti richiesti per molti bonus, come la Carta Dedicata a Te, l’Assegno Unico, l’Assegno di Inclusione o i contributi per l’affitto e la mensa scolastica.

Ultime novità ISEE

Cosa cambia con la Legge di Bilancio 2026

La manovra interviene su questo meccanismo con una misura più favorevole: la prima casa sarà esclusa dal calcolo ISEE, o comunque conteggiata solo in minima parte.

Il principio è quello di riconoscere la casa come bene primario, non come forma di ricchezza disponibile.

Secondo le prime anticipazioni, il Governo intende:

  • escludere completamente la casa di abitazione principale dal patrimonio immobiliare; oppure
  • applicare una soglia più alta di esenzione, che potrebbe arrivare fino a 100.000 euro di valore catastale.

Il valore esatto e le modalità applicative saranno definite con il decreto attuativo che seguirà l’approvazione definitiva della manovra.

Le nuove soglie nella bozza della manovra

Secondo quanto emerge dalla bozza del testo della Legge di Bilancio 2026, la riforma dell’ISEE non si limita a escludere la prima casa, ma interviene anche sulle soglie di franchigia e sulle maggiorazioni familiari.

La soglia attuale prevista dal regolamento, che oggi si ferma a circa 52.500 euro, viene innalzata a 91.500 euro, rappresentando quindi un ampliamento significativo della quota di valore immobiliare non conteggiata nel patrimonio.

Inoltre, la franchigia sarà aumentata di ulteriori 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo, rafforzando così la tutela dei nuclei familiari più numerosi.

La bozza introduce anche una revisione delle maggiorazioni della scala di equivalenza, portandole a:

  • +0,10 per i nuclei con due figli,
  • +0,25 con tre figli,
  • +0,40 con quattro figli,
  • +0,55 per chi ha cinque o più figli.

Si tratta di modifiche che vanno tutte nella direzione di una maggiore equità sociale, riconoscendo il peso economico delle famiglie numerose e l’importanza di sostenere chi, pur possedendo la casa di abitazione, deve far fronte a spese crescenti per il mantenimento dei figli.

Perché è una buona notizia per le famiglie

Questa modifica può avere un impatto molto positivo, soprattutto per i nuclei che finora si sono visti “tagliati fuori” da bonus e agevolazioni solo per il valore della casa.

Pensiamo, ad esempio, a una coppia di pensionati che vive nella propria abitazione e ha un reddito modesto: con le regole attuali, il valore della casa può far aumentare l’ISEE anche di 2.000-3.000 euro, portandoli oltre le soglie previste per ottenere un sostegno.

Con l’esclusione della prima casa, l’ISEE reale tornerà a riflettere la situazione economica effettiva e non il semplice possesso di un immobile in cui si vive.

Questo potrà consentire a migliaia di famiglie di rientrare nei limiti per bonus come:

  • la Carta Dedicata a Te da 500 euro;
  • l’Assegno Unico universale per i figli;
  • il Bonus sociale luce e gas;
  • i contributi scolastici e per gli affitti.

Chi ci guadagna di più

I benefici più evidenti arriveranno per:

  • le famiglie proprietarie della prima casa con redditi medio-bassi;
  • i pensionati con abitazione di proprietà e reddito minimo;
  • i lavoratori dipendenti o autonomi con figli a carico che vivono in zone dove il valore immobiliare è alto.

In molti casi, l’ISEE potrebbe diminuire di 1.000-2.500 euro, con effetti immediati sull’accesso a bonus e agevolazioni.

I nodi ancora da sciogliere

Resta da capire se l’esclusione sarà totale o se sarà prevista solo entro una certa soglia di valore.

Altro punto cruciale riguarda la decorrenza: la misura entrerà in vigore a partire dalle DSU presentate nel 2026, e quindi sarà valida per l’ISEE utilizzato nel 2026 per i bonus relativi all’anno in corso.

Il Governo sta inoltre valutando un meccanismo di compensazione per chi vive in case di alto valore catastale ma non ha redditi proporzionati, in modo da evitare disparità tra territori.

Una misura che punta alla giustizia sociale

Con questa modifica, la Legge di Bilancio 2026 compie un passo importante verso una maggiore equità sociale.
Fino a oggi, chi aveva investito i propri risparmi nella casa di abitazione spesso risultava “più ricco” agli occhi dell’ISEE rispetto a chi viveva in affitto ma possedeva altre forme di reddito o patrimonio.

Escludendo la prima casa, si riconosce che avere un tetto sopra la testa non equivale a essere benestanti, e che la valutazione del bisogno deve basarsi sulla reale capacità economica e non sulla proprietà immobiliare.

L’esclusione della prima casa si aggiunge a quella dei titoli di Stato

Va ricordato che questa nuova misura si andrà ad affiancare all’esclusione fino a 50.000 euro di titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE già in vigore dal 2025.

Questa agevolazione ha permesso ai risparmiatori di non vedere penalizzati i propri investimenti in strumenti sicuri come BTP, BOT, CCT e Buoni fruttiferi postali, riducendo l’impatto sul patrimonio mobiliare considerato nell’indicatore.

Con la Legge di Bilancio 2026, la nuova esclusione (o riduzione del peso) della prima casa si aggiunge a questa misura già esistente, completando un percorso di alleggerimento del calcolo ISEE a favore delle famiglie proprietarie e dei piccoli risparmiatori.

In sostanza, chi ha una casa di proprietà e qualche risparmio in titoli pubblici potrà ottenere un ISEE più realistico e meno penalizzante, migliorando l’accesso a bonus e prestazioni sociali.

Cosa fare in vista del nuovo ISEE

Per chi intende presentare l’ISEE nel 2026, sarà importante:

  1. Verificare i dati catastali della propria abitazione;
  2. Aggiornare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) con i valori corretti;
  3. Controllare eventuali nuove soglie e franchigie pubblicate dopo l’approvazione definitiva della manovra.

Per ulteriori informazioni si consiglia di seguire gli aggiornamenti sulla Legge di Bilancio che daremo su questo sito, oppure di consultare un Caf o Patronato a partire dalle prime settimane del 2026.

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