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Pignoramenti INPS: ecco quando non ti possono toccare la pensione o la NASpI

Antonio Maroscia7 Ottobre 20253 Mins Read
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INPS chiarisce le regole sui pignoramenti: scopri quali prestazioni sono protette, i limiti previsti e come tutelare i tuoi diritti.

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Pignoramento Inps
Indice:
  • Cos’è un pignoramento e perché può arrivare
  • Cosa si può pignorare e cosa no
  • Un esempio pratico
  • Cosa fare se arriva un pignoramento
  • Perché questo chiarimento è importante

Quando si parla di pignoramenti sulle somme erogate dall’INPS, il tema diventa molto delicato, soprattutto per chi vive di prestazioni assistenziali, ammortizzatori sociali o pensioni. Con la circolare n. 130 del 30 settembre 2025, l’Istituto ha fatto chiarezza su regole e limiti, mettendo ordine in una materia che spesso ha generato dubbi e incertezze.

Il principio di fondo è semplice: non tutte le prestazioni possono essere toccate dai creditori e, anche quando il pignoramento è consentito, esistono limiti precisi a tutela del reddito minimo necessario alla sopravvivenza.

Cos’è un pignoramento e perché può arrivare

Il pignoramento presso terzi è una procedura giudiziaria con cui un creditore, dopo aver ottenuto un titolo esecutivo (per esempio una sentenza o un decreto ingiuntivo), può rivolgersi direttamente a chi deve corrispondere delle somme al debitore. In questi casi l’INPS, che eroga pensioni, indennità o sussidi, diventa il “terzo” obbligato a trattenere parte della prestazione e a versarla al creditore.

Un pignoramento può arrivare per diversi motivi: debiti bancari o finanziari, mancato pagamento di bollette, cartelle esattoriali, mancati adempimenti verso ex coniugi o figli. In pratica, quando un debito non viene saldato spontaneamente, il creditore può ottenere che venga trattenuta una parte delle somme dovute dall’INPS al debitore.

Proprio per questo motivo la legge prevede delle regole molto precise, per evitare che chi vive solo di prestazioni sociali o di pensione si ritrovi senza mezzi sufficienti per vivere.

Pignoramento INPS sul conto corrente: i nuovi limiti della Cassazione

Cosa si può pignorare e cosa no

Le prestazioni INPS non sono tutte uguali e la loro protezione varia a seconda della natura della somma erogata.

  • Prestazioni assistenziali vitali (come maternità, malattia o sussidi sociali) sono impignorabili in assoluto, salvo che si tratti di un debito verso lo stesso INPS.
  • Prestazioni che sostituiscono la retribuzione, come la NASpI o l’integrazione salariale, sono pignorabili entro il limite di un quinto. Il giudice può aumentare questa quota solo se il pignoramento riguarda crediti alimentari.
  • Anticipazione della NASpI: fa eccezione perché può essere pignorata totalmente, dato che viene trattata come incentivo all’autoimpiego e non come sostegno al reddito.
  • Più pignoramenti insieme: se ci sono più creditori, la somma complessiva trattenuta non può mai superare la metà di quanto l’INPS eroga.

Un esempio pratico

Immaginiamo Marco, che riceve 1.000 euro al mese di NASpI. Se un creditore ottiene un pignoramento per un debito ordinario, l’INPS potrà trattenere al massimo 200 euro (un quinto dell’importo). Marco continuerà quindi a percepire 800 euro mensili. Questo serve a garantire che, anche in presenza di debiti, resti sempre una parte del sostegno economico per affrontare le spese essenziali.

Cosa fare se arriva un pignoramento

Chi riceve un atto di pignoramento dovrebbe prima di tutto verificare a quale prestazione si riferisce e se l’importo trattenuto rispetta i limiti di legge. Nel caso di somme che rientrano tra quelle impignorabili, è possibile fare opposizione per chiedere la sospensione o l’annullamento del provvedimento.

In situazioni di dubbio è sempre consigliabile rivolgersi a un patronato, a un CAF o a un avvocato per avere assistenza. Un controllo tempestivo può evitare che vengano sottratte somme che la legge protegge.

Pignoramento della pensione e dello stipendio
Pignoramento della pensione e dello stipendio

Perché questo chiarimento è importante

La circolare INPS non introduce nuove regole, ma mette ordine e chiarisce come applicarle nei casi più frequenti. Per i percettori di prestazioni e per i pensionati significa maggiore trasparenza e soprattutto maggiore tutela contro interpretazioni errate che, in passato, potevano portare a trattenute non dovute.

Per approfondimenti vi rimando alla lettura della circolare in oggetto:

Approfondimenti: Circolare INPS n. 130 del 30 settembre 2025

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