Contributi IVS INPS: cosa sono, come si calcolano e quando si pagano

I contributi IVS rappresentano la maggior voce di spesa per l'azienda in favore dell'Inps. Perché sono così importanti e come si calcolano?


Il contributo IVS, acronimo di Invalidità, Vecchiaia e Superstiti, rappresenta la somma versata all’Inps a finanziamento delle prestazioni che l’Istituto garantisce per gli eventi di inabilità al lavoro, anzianità o morte del lavoratore. Serve quindi a finanziare il pagamento delle varie pensioni, delle prestazioni a sostegno del reddito e di alcuni ammortizzatori sociali.

Come avviene ad esempio per le indennità di malattia e maternità, l’Inps interviene nel garantire copertura economica a fronte di tutta una serie di eventi che impediscono all’assicurato di svolgere l’attività lavorativa e, di conseguenza, ottenere somme destinate alle necessità di vita proprie e del nucleo familiare. A differenza di altri contributi, le somme destinate alla gestione Invalidità, Vecchiaia e Superstiti riguardano tanto i lavoratori dipendenti quanto parasubordinati e lavoratori autonomi iscritti all’Inps senza albo e cassa.

Analizziamo in dettaglio cosa sono e come funzionano i contributi IVS in base alle più importanti categorie di lavoratori (autonomi, dipendenti e parasubordinati) e le differenti modalità di calcolo e versamento.

Che cosa è il contributo IVS per i lavoratori dipendenti e come trovarlo in busta paga

L’aliquota IVS prevista per i dipendenti è in gran parte a carico del datore di lavoro e, in misura minore, in capo anche al lavoratore stesso. Quest’ultimo si fa carico dell’onere contributivo subendo una trattenuta in busta paga.

Il datore di lavoro versa poi con modello F24 all’Inps tanto la quota di contributi a suo carico quanto quella in capo al lavoratore.

Il calcolo dei contributi avviene applicando le aliquote percentuali alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Quest’ultima coincide di norma con la retribuzione lorda, eccezion fatta per:

  • Somme esenti da contribuzione;
  • Retribuzione convenzionali;
  • Retribuzione eccedenti il massimale fissato per il 2023 ad euro 113.520,00, previsto per i lavoratori privi di anzianità contributiva iscritti dal 1° gennaio 1996 a forme pensionistiche obbligatorie nonché per coloro che (già iscritti) abbiano esercitato l’opzione per il sistema contributivo di calcolo della pensione;
  • Rispetto di un limite minimo di retribuzione giornaliera (minimale) per tutti i lavoratori (il minimale giornaliero normale è pari, per il 2023, ad euro 53,95).

Quali sono le aliquote da applicare

Le aliquote Inps destinate all’assicurazione IVS sono di norma previste in misura pari al 33% complessivo di cui il 9,19% in capo al lavoratore. Fanno eccezione taluni regimi particolari come apprendisti, viaggiatori e piazzisti, portieri nonché le ipotesi di sgravi contributivi che abbattono, a seconda dei casi, la quota di contributi a carico azienda e / o quella in capo al lavoratore.

Cos’è lo sgravio IVS 2023

In via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 (eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico) è riconosciuto un esonero sulla quota dei contributi IVS a carico del lavoratore, pari a:

  • 2% se la retribuzione imponibile non eccede l’importo di 2.692,00 euro;
  • 3% se la retribuzione imponibile non eccede l’importo di 1.923,00 euro.

Da notare che la retribuzione imponibile dev’essere parametrata su base mensile per tredici mensilità. Inoltre, nonostante la riduzione dei contributi, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

Leggi anche: Taglio cuneo fiscale 2023: la Circolare Inps per fruire dell’esonero del 2 o 3%

Aliquota aggiuntiva

Sulla quota di retribuzione eccedente la prima fascia di retribuzione pensionabile (pari, per il 2023, ad euro 52.190,00) è dovuta un’aliquota aggiuntiva dell’1% a carico del lavoratore (con riferimento a tutti i regimi pensionistici che prevedono aliquote contributive a carico del lavoratore inferiori al 10%).

Ai fini del versamento del contributo aggiuntivo il tetto retributivo sul quale calcolare l’aliquota dev’essere mensilizzato (4.349,00 euro mensili).

Contributi IVS Artigiani e commercianti

I contributi IVS per artigiani e commercianti sono calcolati in percentuale sul reddito di impresa imputabile ai singoli soggetti, ciascuno per la sua parte.

La base imponibile contributiva è costituita dalla totalità dei redditi di impresa dichiarati ai fini fiscali, prodotti nello stesso anno cui la contribuzione si riferisce, nel rispetto di un massimale e di un minimale.

Il minimale è uguale a 312 volte la retribuzione minima giornaliera di un operaio del settore artigianato o commercio (per l’anno corrente euro 53,95) più l’importo di 671,39 euro. Per il 2023 l’imponibile annuo minimo è pertanto corrispondente a 17.504,00 euro (53,95 * 312 + 671,39).

In presenza di un reddito d’impresa superiore al limite di retribuzione annua pensionabile (per l’anno corrente euro 52.190,00) la quota di reddito eccedente tale soglia viene presa in considerazione, ai fini del versamento dei contributi previdenziali, fino a concorrenza di un importo pari a 2/3 del limite stesso.

Con riferimento al 2023 il massimale di reddito annuo entro il quale sono dovuti i contributi IVS è pari a 86.893,00 euro (52.190,00 + 34.793,00).

Al contrario, per i lavoratori privi di anzianità contributiva iscritti con decorrenza gennaio 1996 o successiva, il massimale 2023 corrisponde ad euro 113.520,00.

Quali sono le aliquote

La percentuale da applicare sul reddito d’impresa per l’anno corrente è pari ai valori descritti in seguito.

Sulla fascia di reddito fino a 52.190,00 euro:

  • I titolari di qualunque età e collaboratori di età superiore ai 21 anni:
    • Artigiani: 24%
    • Commercianti: 24,48%
  • Collaboratori di età non superiore ai 21 anni:
    • Artigiani: 23,25%
    • Commercianti: 23,73%

Sulla fascia di reddito tra 52.190,00 e 86.983,00 euro:

  • I titolari di qualunque età e collaboratori di età superiore ai 21 anni:
    • Artigiani: 25%
    • Commercianti: 25,48%
  • Collaboratori di età non superiore ai 21 anni:
    • Artigiani: 24,25%
    • Commercianti: 24,73%

Come si effettua il versamento dell’IVS artigiani e commercianti

I contributi vengono pagati dal lavoratore interessato, nell’anno di competenza, secondo un sistema di acconto e conguaglio definitivo nell’anno successivo.

Il pagamento avviene con modello F24 nel rispetto del seguente calendario:

  • I contributi sul minimale versati, per la prima rata il 16 maggio (primo trimestre), seconda rata il 22 agosto (secondo trimestre), terza rata il 16 novembre (terzo trimestre), quarta rata il 16 febbraio 2024 (quarto trimestre);
  • Sui redditi eccedenti il minimale acconti e saldi vengono versati alle scadenze previste per gli acconti – saldi Irpef.

Contributi IVS Gestione separata

Vediamo infine come funziona l’IVS per gli iscritti alla gestione separata INPS.

IVS Cococo Collaboratori coordinati e continuativi

I collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione separata Inps sono interessati dalla contribuzione IVS in misura pari:

  • 1/3 a carico del collaboratore stesso (trattenuto in cedolino dal committente);
  • 2/3 in capo al committente.

Quest’ultimo versa all’Inps con F24 tanto la quota di contributi a suo carico quanto quella in capo al collaboratore.

Per i collaboratori, iscritti esclusivamente alla Gestione separata, l’aliquota IVS è pari al 33%. Al contrario coloro che sono iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria o sono titolari di pensione il contributo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti è calcolato in misura pari al 24%.

La base imponibile su cui calcolare i contributi è rappresentata, nella generalità dei casi, da tutte le somme e i valori a qualunque titolo percepiti dai collaboratori (anche sotto forma di erogazioni liberali).

Il contributo è in ogni caso dovuto nel limite del massimale imponibile, fissato per l’anno 2023 in 113.520,00 euro.

IVS Professionisti senza albo e cassa

Sono tenuti all’iscrizione presso la Gestione separata coloro che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, un’attività di lavoro autonomo il cui esercizio è svincolato:

  • Dall’iscrizione ad appositi albi professionali;
  • In alternativa, dal versamento contributivo ad appositi enti previdenziali di diritto privato, in base ai rispettivi statuti e ordinamenti.

L’aliquota IVS:

  • Per i soggetti non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria è pari al 25%;
  • Per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria corrisponde al 24%.

L’imponibile su cui applicare le aliquote è costituito dai redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni, ai sensi della normativa fiscale, quindi con riguardo all’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo, diverse dalle imprese commerciali in senso lato, compreso l’esercizio in forma associata di attività svolte da persone fisiche riunite in associazioni senza personalità giuridica, costituite per l’esercizio in forma associata di arti e professioni.

Il contributo è dovuto nel limite del massimale imponibile, pari per l’anno corrente ad euro 113.520,00.

Il pagamento dei contributi avviene dal lavoratore in autonomia. Lo stesso può addebitare in via definitiva una quota dell’onere contributivo, pari al 4% dei compensi lordi. Trattasi di un titolo e non di un obbligo di addebito. Di conseguenza il professionista, anche se appartenente ad uno studio associato, ha diritto ad applicare la rivalsa, ma resta l’unico soggetto obbligo al pagamento della contribuzione, a prescindere dal fatto che il cliente si faccia carico o meno della rivalsa. Quest’ultima è calcolata sui compensi lordi e per la sua applicazione non è previsto un massimale.

Il versamento delle somme all’Inps avviene con il meccanismo degli acconti (ciascuno del 40%) e del saldo, con gli stessi criteri del pagamento dell’Irpef.

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