Close Menu
Lavoro e Diritti
  • 📢 Notizie
    • Leggi, normativa e prassi
    • Sentenze Lavoro
    • ABC Lavoro
    • Soldi e Diritti
    • Fisco e Tasse
    • Pensioni Oggi
    • Lavoro, concorsi e carriera
    • Pubblico Impiego
    • Impresa
  • 📚 Guide
  • 📺 Video
  • 🧰 Risorse
    • La Posta di Lavoro e Diritti
    • Blog, il Futuro del Lavoro
    • Newsletter & Social
    • Glossario

Lavoro e Diritti risponde gratuitamente ai tuoi dubbi su: lavoro, pensioni, fisco, welfare.

Lavoro e Diritti
  • 📢 Notizie
    • Leggi, normativa e prassi
    • Sentenze Lavoro
    • ABC Lavoro
    • Soldi e Diritti
    • Fisco e Tasse
    • Pensioni Oggi
    • Lavoro, concorsi e carriera
    • Pubblico Impiego
    • Impresa
  • 📚 Guide
  • 📺 Video
  • 🧰 Risorse
    • La Posta di Lavoro e Diritti
    • Blog, il Futuro del Lavoro
    • Newsletter & Social
    • Glossario
Iscriviti
Lavoro e Diritti
Iscriviti
  • 📢 Notizie
  • 📚 Guide
  • 📺 Video
  • ✉️ Posta
Home»Pensioni Oggi»Quando si va in pensione? I trentenni di oggi ci andranno a settant’anni (forse)

Quando si va in pensione? I trentenni di oggi ci andranno a settant’anni (forse)

Pierpaolo Molinengo14 Giugno 20245 Mins Read
Condividi Facebook WhatsApp Telegram Twitter LinkedIn Email

In pensione si andrà sempre più tardi e i trentenni di oggi devono mettere in conto di lavorare almeno quarant'anni.

>> Entra nel Canale WhatsApp di Lavoro e Diritti
Pensioni

Quando si va in pensione? I trentenni di oggi rischiano di andare in pensione non prima dei 70 anni. A scattare un’immagine dissacrante e preoccupante del futuro previdenziale dei più giovani è stato l’Inps, che, nel corso di questi giorni, ha aggiornato Pensami, il simulatore sulle pensioni e lo ha adeguato alle aspettative di vita.

Dalle simulazioni effettuare con lo strumento aggiornato dell’Inps, i lavoratori nati nel 1994, che hanno cominciato a lavorare ad inizio 2022, potranno accedere alla pensione di vecchiaia nel corso del mese di dicembre 2063, quando avranno compiuto 69 anni e 10 mesi di età. Potranno andare in quiescenza tra una quarantina di anni, a poco meno di 70 anni.

L’Italia, ad ogni modo, sarebbe sostanzialmente allineata a quanto succede nel resto dell’Europa, dove – stando a quanto si apprende da un recente rapporto dell’Ocse – l’età pensionabile raggiunge i 70 anni in Svezia e nei Paesi Bassi, i 71 anni in Estonia e i 74 anni in Danimarca. Ora come ora, è bene ricordarlo, in Italia la pensione di vecchiaia spetta a 67 anni, ma l’età pensionabile si sta sempre più spostando in avanti a seguito delle riforme che sono state attuate con la finanziaria globale.

Aggiornato il simulatore Inps Pensami

I giovani dovranno aspettare di raggiungere i 70 anni prima di poter andare in pensione. È questa, in estrema sintesi, la fotografia che ha scattato il simulatore Pensami Inps. L’istituto ha reso noto, attraverso il messaggio n. 2180/2024, di averlo aggiornato in modo che potesse tenere conto dei nuovi incrementi alla speranza di vita, sui quali si basano i requisiti minimi per poter andare in quiescenza.

Leggi anche: Simulatore pensione INPS, nuovo aggiornamento del servizio PensAMi

Ma sostanzialmente cosa cambia per quanti dovranno andare in pensione nel corso dei prossimi anni? Fino al prossimo 2028 i lavoratori avranno la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni. In altre parole per altri tre anni e mezzo non cambia nulla, perché non sono stati registrati degli aumenti della speranza di vita. La quale, però, dovrebbe iniziare a crescere a 67 anni ed un mese dal 2029.

Il secondo aggiornamento effettuato al simulatore Pensami riguarda l’importo massimo della pensione anticipata flessibile che viene maturata grazie ai requisiti che i lavoratori hanno raggiunto entro il 31 dicembre 2023. E che deve essere messa in pagamento fino a quando non si raggiungono i requisiti per ottenere quella di vecchiaia. Chi avesse raggiunto i requisiti nel corso del 2023 risulta essere pari a cinque volte il trattamento minimo, situazione confermata per il 2024 insieme all’allungamento delle finestre.

I trentenni di oggi andranno in pensione a 70 anni

I dati che emergono dal simulatore Inps Pensami delineano un futuro ben preciso per i lavoratori di oggi: quanti sono nati nel 1994 – e che quindi quest’anno compiono trent’anni -, nel caso in cui abbiano iniziato a lavorare all’inizio del 2022, andranno in pensione nel mese di dicembre 2063, una volta che abbiano compiuto 69 anni e 10 mesi. Purché abbiano maturato almeno 20 anni di contributi.

Resta alto anche il requisito minimo per accedere alla pensione anticipata. L’età minima, in questo caso, è di 66 anni e 9 mesi, ma è pur sempre necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi. Stando alle regole che sono in vigore oggi è necessario aver diritto ad un assegno previdenziale pari ad almeno tre volte quello sociale, ossia 1.603,23 euro al mese.

La prospettiva è leggermente migliore per il lavoratore nato nel mese di gennaio 1980 e che sia impiegato nel settore privato. Nel caso in cui abbia iniziato a versare i contributi nel 2005 – quindi interamente e completamente con il sistema contributivo – a 68 anni e 9 mesi potrà accedere alla pensione di vecchiaia. In quiescenza potrà andarci, quindi, nel 2048. Lo stesso lavoratore, ad ogni modo, ha la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro a 65 anni e 7 mesi nel caso in cui abbia maturato il diritto ad un assegno superiore a tre volte l’assegno sociale (regola in vigore nel 2024). Ma dovrà posticipare l’età della pensione a 73 anni e 2 mesi nel caso in cui non sia riuscito a maturare i 20 anni di contributi.

Quando si va in pensione nel 2024?

Ad oggi in Italia l’età pensionabile, ovvero l’età minima per il pensionamento, a livello generale e per entrambi i generi, è fissata a 67 anni (pensione di vecchiaia). Oltre al requisito anagrafico, tuttavia, è necessario possedere anche un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni.

Vi sono poi delle possibilità di uscita anticipata come la “pensione anticipata” al raggiungimento di un età minima e almeno un numero minimo di anni di contributi (42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini – 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne).

Leggi anche: Come andare in pensione nel 2024: tutte le uscite in base a età e contributi versati

Rimane alta la spesa per la pensione

In Italia la spesa per la pensione continua a rimanere alta: è il secondo paese in Unione europea per i costi previdenziali più alti rispetto al Pil. Il rapporto tra pensioni e Pil ha toccato il 16,3% ed è leggermente più basso di quello della Grecia: 16,4%.

Secondo una stima dell’Ocse nel 2025, nel nostro paese la percentuale raggiungerà il 16,2%. Negli altri paesi dell’Ue la media dovrebbe attestarsi al 9,3%. Sempre l’Ocse prevede che la spesa per le pensioni rapportata al Pil in Italia salirà fino al 17,9% nel 2035 per poi ripiegare.

Potrebbe interessarti:

  • Riscatto degli anni di laurea per la pensione, no alla neutralizzazione
  • Cedolino pensione di novembre 2024, date di pagamento e altre info utili
  • Come addebitare il Canone RAI sulla pensione e perché conviene farlo? Occhio alla scadenza
Pensioni ultime notizie
Cerca nel sito

Lavoro e Diritti risponde gratuitamente ai tuoi dubbi su: lavoro, pensioni, fisco, welfare.

Logo Lavoro e Diritti Bianco
  • Chi Siamo
  • Contatti
  • Redazione
  • Collabora
  • Privacy Policy
  • Cookie
  • Archivio
  • Mappa del Sito
Facebook YouTube WhatsApp LinkedIn Telegram TikTok Instagram
  • ABC Lavoro
  • Soldi e Diritti
  • Pensioni Oggi
  • Fisco e Tasse
  • Sentenze
  • Leggi e prassi
  • Lavoro e Concorsi
  • Pubblico Impiego
  • Imprese e PMI
© 2025 Lavoro e Diritti
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Larino al n° 511 del 4 agosto 2018
P. IVA 01669200709

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.