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Pensioni, pubblicato il decreto sulla perequazione 2026. Ecco di quanto aumentano gli assegni

Perequazione delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2026
Antonio Maroscia1 Dicembre 20255 Mins Read
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Perequazione pensioni 2026: aumenti, fasce di rivalutazione e nuovi importi. Scopri come cambiano assegni, contributi e valori INPS.

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Pensioni, ecco i possibili cambiamenti dal 2026
Indice:
  • Cos’è e come funziona la perequazione delle pensioni
  • Tasso di rivalutazione 2026: cosa prevede il decreto
  • Come funziona la rivalutazione: il sistema a fasce
  • Nessun conguaglio per la rivalutazione del 2025
  • Effetti sui valori contributivi e assistenziali
  • Perché la perequazione 2026 è così importante
  • Conclusione

Il decreto interministeriale firmato il 19 novembre 2025 dal Ministero dell’Economia e dal Ministero del Lavoro, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 novembre 2025, stabilisce l’avvio della rivalutazione delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2026. L’adeguamento degli assegni al costo della vita è un passaggio essenziale per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati, soprattutto in un momento economico in cui i prezzi continuano a incidere sulle spese quotidiane.

Il tasso di rivalutazione fissato per il 2026 è pari al +1,4%, un valore superiore alle stime preliminari circolate negli ultimi mesi. L’incremento, pur moderato, rappresenta un segnale positivo per le fasce più basse e medie della popolazione, che beneficeranno dell’aumento pieno.

Cos’è e come funziona la perequazione delle pensioni

La perequazione è il meccanismo che adegua annualmente le pensioni all’andamento dell’inflazione.

Ogni anno, sulla base dell’indice dei prezzi al consumo, il Governo aggiorna gli importi previdenziali per evitare che l’aumento del costo della vita eroda il valore reale degli assegni.

Nel 2026 l’adeguamento assume un peso particolare:

  • arriva dopo anni di inflazione elevata;
  • interessa sia gli assegni previdenziali sia le prestazioni assistenziali;
  • determina l’aggiornamento di numerosi valori contributivi utilizzati dall’INPS.

Questo adeguamento, quindi, non riguarda solo i pensionati attuali ma ha effetti anche sulle future pensioni dei lavoratori attivi.

Tasso di rivalutazione 2026: cosa prevede il decreto

Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale stabilisce un tasso provvisorio dell’1,4%.

Provvisorio, perché sarà necessario attendere la conferma dell’indice definitivo: qualora vi fossero scostamenti, il conguaglio avverrà nel 2027.

Punti chiave:

  • aumento pieno per le pensioni fino a quattro volte il minimo;
  • incrementi parziali per gli assegni superiori;
  • adeguamento automatico dei principali valori di riferimento (minimali, massimali, assegno sociale).

Come funziona la rivalutazione: il sistema a fasce

La perequazione non si applica in maniera uniforme a tutte le pensioni.
La legge prevede un meccanismo progressivo:

  • Pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo

Rivalutazione integrale del tasso stabilito → +1,4%.

  • Pensioni tra 4 e 5 volte il minimo

Rivalutazione parziale, pari al 90% del tasso → +1,26%.

  • Pensioni oltre 5 volte il minimo

Rivalutazione ridotta, pari al 75% del tasso → +1,05%.

Questo sistema distribuisce l’aumento privilegiando i trattamenti più bassi, in un’ottica di equità e sostenibilità finanziaria.

Nessun conguaglio per la rivalutazione del 2025

Un aspetto rilevante del nuovo decreto è l’assenza di conguagli relativi alla rivalutazione dell’anno precedente.
Il tasso definitivo 2025 coincide con il valore già applicato, evitando:

  • recuperi di importi da parte dell’INPS,
  • accrediti supplementari ai pensionati,
  • ricalcoli sui cedolini dei primi mesi del 2026.

Si tratta di un elemento di stabilità che semplifica la gestione previdenziale per milioni di beneficiari.

Tabella con esempi di aumenti della pensione 2026

Di seguito una tabella riepilogativa con alcuni importi lordi e il relativo aumento stimato sulla base dell’indice di rivalutazione:

Importo / Valore 2025 Fascia % Rivalutazione 2026 Aumento Nuovo importo 2026
€ 603,40 (trattamento minimo) Fino a 4× minimo +1,40% + € 8,45 € 611,85
€ 1.200,00 Fino a 4× minimo +1,40% + € 16,80 € 1.216,80
€ 2.000,00 Fino a 4× minimo +1,40% + € 28,00 € 2.028,00
€ 2.400,00 Fino a 4× minimo (limite soglia) +1,40% + € 33,60 € 2.433,60
€ 2.500,00 Tra 4× e 5× minimo +1,26% + € 31,50 € 2.531,50
€ 2.800,00 Tra 4× e 5× minimo +1,26% + € 35,28 € 2.835,28
€ 3.000,00 Tra 4× e 5× minimo +1,26% + € 37,80 € 3.037,80
€ 3.200,00 Oltre 5× minimo +1,05% + € 33,60 € 3.233,60
€ 3.500,00 Oltre 5× minimo +1,05% + € 36,75 € 3.536,75
€ 4.000,00 Oltre 5× minimo +1,05% + € 42,00 € 4.042,00
Assegno sociale Valore aggiornato +1,40% — € 546,23
Trattamento minimo Valore aggiornato +1,40% — € 611,85
Massimale contributivo nuovi iscritti Aggiornamento 2026 +1,40% — € 122.295,00
Prima fascia retributiva pensionabile Aggiornamento 2026 +1,40% — € 56.224,00
Minimale artigiani e commercianti Aggiornamento 2026 +1,40% — € 18.815,00

Nota Bene: gli importi sono indicativi e possono variare in base alle modalità applicative dell’INPS, alle trattenute fiscali e alla fascia di rivalutazione.

Effetti sui valori contributivi e assistenziali

La rivalutazione del 2026 non si limita ai trattamenti pensionistici.

Il tasso dell’1,4% aggiorna anche:

  • assegno sociale,
  • trattamento minimo,
  • minimali contributivi,
  • massimale per i nuovi iscritti,
  • prima fascia retributiva pensionabile,
  • contributi dovuti da artigiani e commercianti.

Questi adeguamenti incidono in modo diretto sui lavoratori ancora in attività e sulle prestazioni future che matureranno nei prossimi anni.

Perché la perequazione 2026 è così importante

Il 2026 rappresenta un anno chiave perché:

  • l’inflazione degli ultimi anni ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie;
  • l’aumento riconosciuto, pur non elevato, restituisce un minimo di respiro economico;
  • la struttura a fasce garantisce un approccio più equilibrato e sostenibile;
  • la rivalutazione dei valori contributivi incide sulle pensioni future.

In un sistema previdenziale che deve bilanciare equità e sostenibilità, la perequazione resta uno degli strumenti più importanti per tutelare i cittadini con redditi fissi.

Conclusione

La perequazione pensioni 2026 introduce un adeguamento moderato ma significativo, che offre un miglioramento concreto soprattutto ai trattamenti minimi e medi.

Il sistema a fasce continua a rappresentare un compromesso tra equità sociale e gestione economica del sistema previdenziale, mentre l’assenza di conguagli sul 2025 riduce la complessità per i pensionati.

Continueremo a monitorare gli sviluppi normativi e gli aggiornamenti INPS per fornire un’informazione chiara, affidabile e comprensibile a tutti.

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