Il Coronavirus obbliga le pubbliche amministrazioni al potenziamento dello smart working. Il passaggio dalla fase di sperimentazione alla obbligatorietà è l’effetto diretto del Decreto-Legge n. 9/2020, contenente misure restrittive per contenere il contagio da Covid-19.
Con la circolare n. 1/2020 la Funzione Pubblica si propone di fornire chiarimenti sulle misure a disposizione delle PA per incentivare modalità di lavoro più flessibili e adeguate alle nuove necessità.
Previsto a tal fine l’acquisto di strumenti informatici tramite Consip, l’adozione di tecnologie cloud e l’impiego più frequente della conference call. Autorizzato infine l’uso del pc personale da parte del dipendente per poter svolgere le prestazioni lavorative anche a distanza.
Smart working nella pubblica amministrazione: cosa cambia per il lavoratore
Per poter fronteggiare l’emergenza sanitaria che sta affliggendo il nostro Paese, lo smart working si pone l’obiettivo di contenere il diffondersi del contagio. Lavoro agile obbligatorio per almeno il 10% dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Per renderlo operativo ed effettivo è indispensabile procedere con la riorganizzazione delle PA, al fine di rendere concreta la possibilità di prestare la propria attività in remoto. Cambia dunque il modo di lavorare negli uffici pubblici nell’ottica di modernizzazione della pubblica amministrazione.
Da emergenza a opportunità
L’obiettivo è trasformare una situazione negativa, avente carattere di emergenza, in una trasformazione positiva e migliorativa, attraverso l’incentivazione del lavoro agile nella pubblica amministrazione. Non si tratta di telelavoro, come precisato nella circolare, ma di un nuovo modo di concepire il lavoro; questo permette di conciliare vita personale e tempi di lavoro perseguendo chiari obiettivi di efficienza.
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Siamo in presenza di una forma più evoluta di flessibilità per lo svolgimento dell’attività lavorativa da attuarsi ad esempio, mediante l’utilizzo di soluzioni cloud che permettano l’accesso condiviso a dati, file e informazioni.
Sono previste delle sanzioni per i dirigenti che non si adeguano alla normativa? Ancora la questione è un po’ fumosa poiché la previsione di una sanzione potrebbe comportare degli oneri maggiori costi per la finanza pubblica in fase di accertamento. Per poter applicare delle sanzioni deve diventare effettivo anche il monitoraggio dei comportamenti adottati, fino ad ora rimasto irrealizzato.
Modalità di attuazione dello smart working nella PA
Lo smart working dovrà essere reso possibile in riferimento al personale della PA complessivamente inteso, senza distinzione di categoria, inquadramento e tipologia di lavoro svolto.
Nella circolare del Ministero della Funzione pubblica sono contenute una serie di istruzioni operative per poter fare ricorso al lavoro agile in un’ottica di modernizzazione e progresso:
- prevista la possibilità di adottare soluzioni cloud per consentire ai lavoratori l’accesso in modo condiviso a dati e documentazione;
- si dovranno promuovere le videoconferenze per effettuare riunioni e incontri di lavoro;
- attivazione di un sistema bilanciato di reportistica interna
- si dovrà anche autorizzare l’uso di pc o tablet personali, nell’ottica di una maggiore flessibilità nello svolgimento delle prestazioni di lavoro. Nel caso di impossibilità di disporre di strumenti informatici della PA l’uso di propri applicativi dovrà essere una soluzione alternativa. Tale possibilità, che mira a rendere possibile lo svolgimento del lavoro agile è legata alle difficoltà organizzative incontrate dalle PA per far fronte alla situazione.
Per poter lavorare a distanza è certamente indispensabile rivedere le procedure interne, aspetto questo che richiede tempi di attuazione piuttosto lunghi che mal si conciliano con la situazione di emergenza.
Requisiti organizzativi sono necessari affinché il sistema possa essere adottato in modo efficace e con soddisfazione per i dipendenti. Spingere verso misure organizzative che debbano favorire il lavoro da remoto è l’obiettivo principale.
Smart working obbligatorio e monitoraggio
Per rendere effettivo lo smart working, un sistema di lavoro che ad oggi, sia nel settore privato che in quello pubblico, non sembra essere decollato, si rende indispensabile un’opera di monitoraggio, come ricordato dalla stessa circolare della Funzione Pubblica. Si dovranno valutare i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi posti e misurare la produttività dei dipendenti.
L’obiettivo è verificare quale sia l’impatto delle misure imposte, al fine di determinare la necessità di integrazioni e modificazioni della stessa normativa che regola la materia.
Appurare la sostenibilità organizzativa da parte della PA è di prioritaria importanza per determinare la percentuale di personale che possa avvalersi della modalità flessibile di svolgimento della prestazione lavorativa. Si potranno valutare, in caso di ricorso al lavoro agile, vere e proprie misure di incentivazione.
Circolare 1/2020 Funzione Pubblica
Di seguito alleghiamo la circolare in oggetto.
Circolare 1/2020 Funzione Pubblica (409,0 KiB, 2.843 hits)
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