Il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto sanità per il triennio 2022-2024 segna un passo rilevante per il personale infermieristico, ostetrico, tecnico, amministrativo e per tutto il personale sanitario non medico. Dopo mesi di trattative, l’intesa introduce aumenti di stipendio, maggiori tutele e una serie di innovazioni pensate per migliorare la qualità del lavoro e favorire un migliore equilibrio tra vita privata e professionale.
Vediamo insieme le principali novità, gli aumenti previsti e cosa significa concretamente per chi lavora nel settore.
Aumenti in busta paga e arretrati
Il nuovo accordo comporta un incremento mediamente consistente delle retribuzioni: sono previsti aumenti lordi mensili, su tredici mensilità, che arrivano fino a circa 172 euro per molti profili professionali. Per la maggior parte degli operatori la base dell’aumento tabellare è dell’ordine di 145 euro mensili, a cui si sommano le indennità specifiche (per esempio l’indennità di specificità infermieristica, di tutela del malato e l’indennità di pronto soccorso).
In più, sono stati riconosciuti gli arretrati relativi agli anni precedenti (2022-2023 e parte del 2024) che vanno da circa 900 fino a 1.200 euro in funzione del profilo e dell’anzianità maturata. Questi importi saranno accreditati automaticamente nelle prossime mensilità, senza bisogno di presentare alcuna domanda.
Chi riguarda il rinnovo del CCNL Sanità
Il nuovo contratto interessa circa 581.000 lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale appartenenti al comparto sanità non medico. In particolare, sono coinvolte le seguenti categorie di personale:
- Infermieri e ostetriche, comprese le figure con funzioni di coordinamento;
- Operatori socio-sanitari (OSS) e assistenti infermieri;
- Tecnici sanitari di laboratorio, radiologia, riabilitazione e prevenzione;
- Personale amministrativo e contabile, dagli assistenti agli istruttori direttivi;
- Operatori tecnici e ausiliari specializzati;
- Educatori professionali e personale del supporto riabilitativo;
- Collaboratori professionali sanitari appartenenti a tutte le aree di specializzazione.
Il rinnovo riguarda quindi una vasta platea di lavoratori che operano ogni giorno nei presidi ospedalieri, nelle ASL, nei distretti sanitari e nelle strutture territoriali del sistema pubblico.

Orario di lavoro e nuovi strumenti per la carriera
Tra le novità contenute nel contratto, spiccano:
- la possibilità di sperimentare una settimana corta, con 36 ore distribuite su 4 giorni anziché su cinque, ma solo su base volontaria;
- un ampliamento delle condizioni per accedere all’area di “elevata qualificazione”: non solo laurea magistrale e tre anni di incarico, ma anche laurea triennale con sette anni di esperienza professionale;
- l’introduzione di una nuova figura professionale, l’“assistente infermiere”, collocata tra l’operatore sociosanitario e l’infermiere, con funzioni intermedie;
- agevolazioni per il “life-age management”: riduzione dei turni notturni per chi supera i 60 anni, ferie fruibili anche ad ore e misure dedicate al personale più anziano.
Tutele rafforzate e lavoro agile
Vengono estese anche alcune tutele che fino a oggi erano poco diffuse:
- riconoscimento del buono pasto anche per chi svolge lavoro agile, o per chi assiste familiari disabili o ha disabilità;
- maggiore protezione per chi subisce aggressioni sul luogo di lavoro: il datore di lavoro si impegna a coprire le spese legali in caso di procedimento e a offrire supporto psicologico al dipendente coinvolto;
- riconoscimento più ampio dei diritti connessi alla genitorialità e alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, un tema sempre più sentito all’interno delle strutture sanitarie.
Riconoscimento professionale e valorizzazione del ruolo degli infermieri
Un aspetto centrale del rinnovo riguarda il riconoscimento del valore professionale degli infermieri, da tempo in prima linea e spesso sottoposti a condizioni di stress e carichi di lavoro eccessivi. Il nuovo contratto punta a dare un segnale concreto di valorizzazione, non solo economica ma anche sociale, introducendo percorsi di crescita più chiari e prevedendo incentivi per la formazione continua.
Inoltre, si rafforza la collaborazione tra le diverse figure professionali del comparto sanitario, promuovendo un modello organizzativo più flessibile e orientato alla qualità dell’assistenza. Il personale tecnico e amministrativo, da parte sua, potrà beneficiare di nuove opportunità di progressione economica e di aggiornamento professionale.
Il quadro generale e le prospettive future
Il rinnovo del contratto è stato firmato da alcune organizzazioni sindacali, mentre altre hanno scelto di non aderire all’accordo. In totale sono coinvolti circa 581.000 lavoratori del comparto.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione ha definito l’intesa un “passaggio importante” per la stabilizzazione e la motivazione del personale, che negli ultimi anni ha vissuto un periodo di forte pressione dovuta alle carenze di organico e all’emergenza pandemica. È già stato annunciato che le trattative per il prossimo contratto 2025-2027 inizieranno entro la prima metà del 2026, con l’obiettivo di proseguire nel percorso di miglioramento delle condizioni di lavoro e di rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale.
Cosa cambia per te
Se lavori nel comparto sanità non medico:
- troverai in busta paga un aumento che può avvicinarsi ai 170 euro lordi al mese;
- potrai avere accesso a nuove opportunità di carriera e a strumenti di flessibilità come la settimana corta e la riduzione dei turni notturni;
- potrai usufruire di tutele più robuste in caso di lavoro agile, assistenza a familiari disabili e protezione in caso di aggressioni;
- vedrai riconosciuti arretrati a favore relativi ai periodi contrattuali precedenti.
Questo rinnovo rappresenta una tappa significativa per il personale sanitario non medico, segno di un impegno crescente verso la valorizzazione delle competenze, il benessere lavorativo e la qualità dell’assistenza pubblica.
