Close Menu
Lavoro e Diritti
  • 📢 Notizie
    • Leggi, normativa e prassi
    • Sentenze Lavoro
    • ABC Lavoro
    • Soldi e Diritti
    • Fisco e Tasse
    • Pensioni Oggi
    • Lavoro, concorsi e carriera
    • Pubblico Impiego
    • Impresa
  • 📚 Guide
  • 📺 Video
  • 🧰 Risorse
    • La Posta di Lavoro e Diritti
    • Blog, il Futuro del Lavoro
    • Newsletter & Social
    • Glossario

Lavoro e Diritti risponde gratuitamente ai tuoi dubbi su: lavoro, pensioni, fisco, welfare.

Lavoro e Diritti
  • 📢 Notizie
    • Leggi, normativa e prassi
    • Sentenze Lavoro
    • ABC Lavoro
    • Soldi e Diritti
    • Fisco e Tasse
    • Pensioni Oggi
    • Lavoro, concorsi e carriera
    • Pubblico Impiego
    • Impresa
  • 📚 Guide
  • 📺 Video
  • 🧰 Risorse
    • La Posta di Lavoro e Diritti
    • Blog, il Futuro del Lavoro
    • Newsletter & Social
    • Glossario
Iscriviti
Lavoro e Diritti
Iscriviti
  • 📢 Notizie
  • 📚 Guide
  • 📺 Video
  • ✉️ Posta
Home»Sentenze Lavoro»Lavoro domenicale, la maggiorazione si applica anche se non prevista dal CCNL

Lavoro domenicale, la maggiorazione si applica anche se non prevista dal CCNL

Antonio Maroscia11 Dicembre 20244 Mins Read
Condividi Facebook WhatsApp Telegram Twitter LinkedIn Email

Sentenza Cassazione 31712/2024: lavoro domenicale, diritto a una maggiorazione retributiva anche senza previsione nel contratto collettivo.

>> Entra nel Canale WhatsApp di Lavoro e Diritti
Lavoro domenicale maggiorazione CCNL

La recente sentenza n. 31712/2024 della Corte di Cassazione ha riaffermato un importante principio: il lavoro domenicale deve essere compensato con una maggiorazione retributiva, anche in assenza di specifiche previsioni nel contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato. Questo pronunciamento si inserisce in un filone giurisprudenziale che, in alcuni casi, attribuisce al giudice il compito di integrare i trattamenti economici previsti dalle parti sociali quando questi non garantiscono un livello minimo dignitoso di retribuzione.

Il caso in esame riguardava un gruppo di lavoratori addetti alla pulizia presso un aeroporto italiano. Essi si erano rivolti al Tribunale per chiedere il riconoscimento di una maggiorazione retributiva del 30% per il lavoro svolto di domenica, non prevista dal CCNL applicato, che garantiva solo il diritto al riposo compensativo. La richiesta, accolta sia in primo grado che in appello, si fondava sul principio che il lavoro domenicale comporta sacrifici su interessi umani e familiari, che devono essere indennizzati con un trattamento economico aggiuntivo.

Il principio sancito dalla Cassazione

La Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, ribadendo che la previsione contrattuale di un semplice riposo compensativo non è sufficiente a compensare la maggiore penosità del lavoro domenicale. Secondo la Cassazione, il lavoro prestato in questa giornata deve essere oggetto di un trattamento di maggior favore, che può consistere in una maggiorazione economica o in altri benefici. Tale trattamento deve essere previsto dalla contrattazione collettiva, ma in mancanza di disposizioni specifiche spetta al giudice determinarne l’entità.

La Corte ha sottolineato che non esiste una regola universale per il trattamento del lavoro domenicale: la maggiorazione del 30% applicata nel caso dei lavoratori aereoportuali non è un parametro fisso, ma una decisione legata alle specifiche condizioni del caso. Tuttavia, il principio generale rimane fermo: il lavoro domenicale richiede un riconoscimento aggiuntivo, sia esso economico o sotto forma di riposi compensativi.

Implicazioni per lavoratori e aziende

Questa pronuncia conferma una tendenza giurisprudenziale che mette in discussione il ruolo esclusivo del CCNL nella definizione delle condizioni economiche e normative del lavoro. I giudici, in determinate circostanze, possono intervenire per garantire trattamenti più favorevoli, soprattutto quando le previsioni contrattuali risultano inadeguate a tutelare la dignità del lavoratore.

Per i lavoratori, questa sentenza rappresenta un’importante affermazione dei diritti connessi alla qualità della vita e alla conciliazione tra lavoro e vita privata. Il riconoscimento di una maggiorazione per il lavoro domenicale sottolinea la rilevanza del sacrificio richiesto ai dipendenti che lavorano in giorni normalmente dedicati al riposo e alla famiglia.

D’altro canto, per le aziende questa decisione comporta un ulteriore elemento di incertezza. La possibilità che i giudici integrino i trattamenti contrattuali può generare difficoltà nella programmazione economica e organizzativa, soprattutto nei settori caratterizzati da contratti collettivi con retribuzioni basse o poco dettagliate.

Un quadro giurisprudenziale in evoluzione

La sentenza n. 31712/2024 si inserisce in un orientamento già consolidato della Corte di Cassazione che mira a garantire standard minimi di dignità per il lavoratore, ma solleva interrogativi sulla tenuta del sistema contrattuale collettivo.

Le parti sociali, infatti, rischiano di vedere depotenziata la loro capacità di negoziare accordi realmente vincolanti, mentre le imprese devono far fronte a regole potenzialmente variabili e non sempre prevedibili. È evidente, quindi, la necessità di un equilibrio tra il ruolo del giudice e quello della contrattazione collettiva, per evitare di compromettere l’efficacia di quest’ultima.

Conclusione pratica per lavoratori e aziende

Per i lavoratori: è fondamentale conoscere i propri diritti, sia quelli esplicitamente previsti dal CCNL sia quelli che possono essere rivendicati sulla base di principi generali o giurisprudenziali. In caso di lavoro domenicale, è consigliabile verificare con attenzione le disposizioni contrattuali applicabili e, se necessario, consultare un esperto per valutare eventuali azioni di tutela.

Per le aziende: la sentenza sottolinea l’importanza di definire trattamenti chiari e adeguati per il lavoro domenicale. Investire in accordi aziendali integrativi o prevedere maggiorazioni retributive potrebbe ridurre il rischio di contenziosi e garantire una migliore relazione con i dipendenti. È inoltre consigliabile monitorare l’evoluzione giurisprudenziale per adeguare le politiche interne alle nuove interpretazioni normative.

Potrebbe interessarti:

  • Licenziamento per rifiuto di svolgere alcune mansioni, è legale? La Cassazione chiarisce
  • Lavoratore disabile, licenziamento illegittimo se l’azienda non attiva una speciale procedura
Cassazione
Cerca nel sito

Lavoro e Diritti risponde gratuitamente ai tuoi dubbi su: lavoro, pensioni, fisco, welfare.

Logo Lavoro e Diritti Bianco
  • Chi Siamo
  • Contatti
  • Redazione
  • Collabora
  • Privacy Policy
  • Cookie
  • Archivio
  • Mappa del Sito
Facebook YouTube WhatsApp LinkedIn Telegram TikTok Instagram
  • ABC Lavoro
  • Soldi e Diritti
  • Pensioni Oggi
  • Fisco e Tasse
  • Sentenze
  • Leggi e prassi
  • Lavoro e Concorsi
  • Pubblico Impiego
  • Imprese e PMI
© 2025 Lavoro e Diritti
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Larino al n° 511 del 4 agosto 2018
P. IVA 01669200709

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.