L’Assegno di Inclusione è un aiuto importante per tante famiglie italiane che si trovano in difficoltà economica. Ogni mese, in tanti aspettano la ricarica sulla Carta di Inclusione per far fronte a spese quotidiane come affitto, bollette, spesa o la scuola dei figli.
A luglio 2025 il pagamento arriverà regolarmente per la maggior parte dei beneficiari, ma non per tutti. Alcune famiglie, infatti, non vedranno accreditato nulla questo mese: si tratta di chi ha raggiunto i 18 mesi di sussidio consecutivi e deve rispettare il mese di pausa previsto dalla legge. Per loro, però, è in arrivo un contributo extra: il cosiddetto bonus ponte da 500 euro.
Assegno di inclusione (Adi), quando arriva il pagamento ordinario di luglio
Chi riceve l’Assegno di Inclusione da diversi mesi e ha già fatto tutti i passaggi richiesti (ISEE aggiornato, Patto di Attivazione Digitale, ecc.), può stare tranquillo: l’INPS ha previsto il pagamento della ricarica a partire da sabato 26 e lunedì 28 luglio.
Come sempre, l’accredito avverrà direttamente sulla Carta di Inclusione, la stessa che si usa nei supermercati o per pagare le utenze. Non serve fare nulla di nuovo: l’INPS provvederà in automatico, purché non ci siano problemi nei requisiti.
Se invece hai fatto domanda da poco, oppure hai modificato la composizione del nucleo familiare (ad esempio, per la nascita di un figlio o un cambio di residenza), il pagamento potrebbe slittare alla seconda metà di agosto. Questo perché l’INPS deve fare i controlli prima di autorizzare il primo accredito.
Un consiglio utile: se sei in attesa del primo pagamento, controlla regolarmente l’area riservata sul sito INPS oppure rivolgiti a un patronato per avere conferma della tua posizione.
Niente ricarica per chi ha raggiunto 18 mesi di sussidio
Se hai iniziato a ricevere l’Assegno di Inclusione a gennaio 2024, e non hai mai avuto interruzioni, giugno è stato l’ultimo mese del primo ciclo e questo mese non arriverà nessuna ricarica.
La legge prevede infatti che, dopo 18 mesi di erogazione continua, ci sia un mese di stop obbligatorio. Quindi a luglio non riceverai alcuna ricarica, ma non c’è da preoccuparsi.
Per far ripartire i pagamenti, dovrai semplicemente presentare una nuova domanda di rinnovo all’INPS. Se la tua situazione familiare è rimasta invariata, la procedura è molto più semplice: non dovrai rifare tutto da capo, basterà inviare la domanda. Se invece ci sono state modifiche nel nucleo (come un figlio in più, un decesso o un cambiamento nell’ISEE), sarà necessario aggiornare i dati e rifare anche il Patto di Attivazione Digitale sulla piattaforma SIISL.
Una volta inviata la domanda, se tutto è in regola, la nuova ricarica potrebbe arrivare già a metà agosto.
In arrivo il bonus ponte fino a 500 euro
Per aiutare le famiglie che si ritrovano con lo stop di luglio, il governo ha previsto un bonus extra una tantum fino a 500 euro. Non bisogna fare alcuna domanda specifica: l’INPS lo erogherà insieme alla prima ricarica del nuovo ciclo dell’Assegno di Inclusione, oppure al massimo entro dicembre 2025.
Questo bonus, chiamato anche “bonus ponte”, è pensato proprio per evitare che le famiglie restino senza risorse economiche durante il mese di sospensione. L’importo può variare in base alla situazione familiare e a quanto si percepiva prima, ma in ogni caso non supererà i 500 euro.
Facciamo un esempio: una famiglia con due genitori e due figli che ha ricevuto per 18 mesi l’Assegno di Inclusione, se presenta la domanda di rinnovo a luglio e tutto va a buon fine, potrebbe ricevere a fine agosto sia la ricarica regolare che questo bonus ponte.
Cosa conviene fare ora
Chi è nel ciclo regolare non deve fare nulla: la ricarica arriverà dal 28 luglio. Chi invece ha terminato le 18 mensilità deve:
- Controllare se il nucleo familiare è cambiato;
- Presentare la domanda di rinnovo entro fine luglio;
- Verificare sul sito INPS o con il patronato se è tutto a posto;
- Aspettare la nuova ricarica e il bonus ponte da agosto.
Un piccolo consiglio: per evitare ritardi, meglio non aspettare gli ultimi giorni di luglio per fare domanda. E per chi ha dubbi, rivolgersi al proprio CAF o patronato è sempre la scelta più sicura.