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Home»Soldi e Diritti»Reddito di cittadinanza sospeso: cosa succede ora?

Reddito di cittadinanza sospeso: cosa succede ora?

Redazione Lavoro e Diritti31 Luglio 20236 Mins Read
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Il reddito di cittadinanza non sarà più erogato da agosto per la maggioranza dei beneficiari. Ecco il quadro della situazione.

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Reddito di cittadinanza

Il suo reddito di cittadinanza è sospeso! Con un sms l’INPS ha annunciato a migliaia di beneficiari del Reddito di Cittadinanza la sospensione del Sussidio dal 1° agosto, così come previsto dal decreto lavoro, convertito in legge poco più di un mese fa.

Così in pochi giorni circa 169mila persone, tra i 18 e i 59 anni hanno saputo di non aver più diritto alla ricarica RdC in quanto sono “occupabili”. Ma cosa succede ora? Cosa cambia per gli occupabili e chi, invece, continuerà ancora a ricevere il sussidio fino al mese di dicembre 2023 per poi passare all’assegno di inclusione? Unica speranza per migliaia di famiglie in povertà rimane quindi l’essere prese in carico dai servizi sociali comunali, altri invece potranno ancora beneficiare dell’RdC e altri infine potranno beneficiare a breve del Supporto Formazione Lavoro.

Aggiornamento: L’INPS ha rilasciato il messaggio n. 3510 del 6 ottobre 2023, con il quale informa che dal mese di luglio 2023 sta procedendo, mensilmente, a sospendere l’erogazione della misura del Reddito di cittadinanza per i nuclei che non hanno i requisiti per continuare a fruire della misura nell’anno 2023 oltre la settima mensilità. La causale della sospensione è indicata in procedura con la seguente motivazione “domanda sospesa per completata fruizione delle sette mensilità nel 2023”.

Ecco in breve cosa sapere, ma prima facciamo un passo indietro e vediamo cosa hanno previsto Governo e maggioranza parlamentare durante l’iter di approvazione di questa norma.

Reddito di cittadinanza, stop a luglio 2023: cosa cambia

La discussa misura di sostegno economico denominata ‘reddito di cittadinanza‘ si sta avviando ai titoli di coda. Prevista da alcuni anni come contributo mensile a favore di chi non ha un’occupazione, il reddito in oggetto è stato così istituito allo specifico scopo di favorire chi vuole formarsi e, al contempo, aumentare le sue chance di trovare lavoro – costituendo in particolare un’integrazione del reddito familiare.

Introdotto altresì allo scopo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, incrementare le persone occupate e contrastare la povertà e le disuguaglianze, il RdC non ha però soddisfatto tutti, anzi dando luogo a non pochi casi di abusi ed irregolarità di vario tipo. Ecco perché il Governo ha scelto di archiviarlo, prevedendo due nuove misure ad hoc – l’Assegno di inclusione e il Supporto per formazione e lavoro.

Di seguito vogliamo fare il punto su una specifica questione: chi da agosto 2023 perderà effettivamente l’erogazione del sussidio? E chi invece lo conserverà fino a fine anno? Non dimentichiamo infatti che le novità della legge fanno anche questa distinzione, e chi finora ha percepito il reddito di cittadinanza vorrà sicuramente fugare ogni dubbio sul suo diritto a incassare ancora il contributo o sulla sua perdita.

Reddito di cittadinanza sospeso, ma non per tutti

Finora il reddito di cittadinanza è stato erogato agli aventi diritto, tenendo conto di requisiti quali la cittadinanza, il valore dell’ISEE, il patrimonio immobiliare e finanziario e il reddito familiare. Ma prossimamente – come accennato in apertura – tutto cambierà e molti percettori del reddito conseguiranno l’ultima ricarica sulla card apposita nel mese di luglio.

Da agosto dovranno infatti dire addio alla misura di sostegno economico coloro che:

  • a luglio vedranno accreditata la settima mensilità del RdC 2023;
  • non hanno soggetti minorenni, disabili o over 60 nel loro nucleo familiare.

Ma si tratta altresì delle persone che non hanno firmato un patto di inclusione con i servizi sociali del Comune di residenza. Nell’ambito di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di integrazione sociale, non dimentichiamo tra l’altro che da primo gennaio 2023 al 31 dicembre di quest’anno, la misura del reddito di cittadinanza è assegnata nel limite massimo di sette mensilità.

Le novità del Decreto Lavoro: Supporto per la formazione e il lavoro

Per i beneficiari indicati l’ultima mensilità di RdC sarà così quella di luglio, in linea con quanto indicato dal decreto Lavoro varato ad inizio dello scorso maggio. Detto provvedimento ha infatti indicato nuovi strumenti per i soggetti occupabili, di età compresa tra i 18 e i 59 anni di età. Da agosto i soggetti menzionati sopra resteranno senza sostegno, in attesa di iscriversi al nuovo portale web del Governo, a partire dal primo settembre 2023.

Da questa data sarà istituito il citato Supporto per la formazione e il lavoro, una misura personale ed utilizzabile dai singoli membri dei nuclei familiari, di età inclusa tra 18 e 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare non maggiore di euro 6mila all’anno, i quali non hanno i requisiti per ottenere l’assegno di inclusione. Tale contributo mensile sarà versato a patto di partecipare a percorsi di formazione, orientamento e qualificazione lavorativa.

Reddito di cittadinanza fino a dicembre 2023: ecco per chi

Una ridotta percentuale degli attuali beneficiari del reddito di cittadinanza continuerà invece ad incassare il contributo fino a fine anno – intascando dunque di fatto altre cinque mensilità. Alla luce di quanto abbiamo indicato nel precedente paragrafo, destinatari fino al termine del 2023 saranno dunque i nuclei familiari con minorenni, disabili, persone di almeno 60 anni di età anagrafica, con un ISEE fino a 9.360 euro all’anno (limite ISEE).

Dopo l’archiviazione integrale del reddito di cittadinanza, a partire dal 2024 vi sarà spazio per i nuclei già percettori del RdC per il conseguimento dell’Assegno di inclusione, secondo regole del tutto nuove.

Come spiega il sito web ufficiale del Ministero del Lavoro, l’Assegno di inclusione sarà in particolare attribuito a partire dal primo gennaio 2024 come misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, fondata sul possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, sulla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, sulla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e sull’adesione a un percorso ad hoc di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

Concludendo, coerentemente con quanto abbiamo sopra ricordato, non stupisce dunque che l’assegno di inclusione sarà attribuito ai nuclei familiari che abbiano almeno un membro in condizioni di disabilità, minore età, età di almeno 60 anni oppure in stato di svantaggio ed inserimento in un iter di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla PA.

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