Oggigiorno la disoccupazione rappresenta un problema sociale non soltanto in Italia, ma anche fuori dai confini nazionali. D’altronde vi sono fattori che contribuiscono ad avere non poche persone senza lavoro e, tra essi, sicuramente gli avanzamenti tecnologici con un utilizzo sempre più esteso dell’intelligenza artificiale, la crisi economica e la recessione, lo spostamento della produzione in paesi con costi del lavoro inferiori e la mancanza di competenze ed adattabilità da parte di giovani e meno giovani.
Ecco allora che si sta facendo strada l’idea di assicurare a tutti un reddito universale, che assicurerebbe le risorse economiche necessarie alle spese quotidiane. In un paese del continente europeo, in particolare, avremo con tutta probabilità la sperimentazione di questo sostegno economico che, in caso di positivo esito, potrebbe diventare ‘strutturale’.
In Gran Bretagna infatti il Think tank Autonomy ha proposto questa cifra per analizzare come il reddito universale potrà influire sulla psiche dei beneficiari, oltre che sulle loro capacità economiche. Vediamo più da vicino di che si tratta.
Reddito universale da 1.800 euro al mese: in Gran Bretagna il tentativo per rispondere al boom della crisi economica e dell’inflazione
Non sorprende che la citata iniziativa provenga proprio dal Regno Unito, un paese che sta attualmente facendo i conti con le conseguenze del post Brexit. Qualcosa di simile è stato peraltro varato nel vicino Galles, con una sperimentazione partita a metà dello scorso anno a favore di giovani a forte rischio di esclusione sociale.
La crisi economica è oggi assai evidente in terra britannica e per questo si sta pensando di varare aiuti sociali del tutto nuovi ed anzi, in qualche modo, rivoluzionari. Perciò se in Italia il reddito di cittadinanza sarà a breve archiviato, per lasciar spazio a misure sostitutive che vedranno ridursi il numero dei beneficiari in modo significativo a causa di requisiti più rigidi, è anche vero che altrove la linea adottata sarà diversa.
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Nessun dubbio a riguardo: non soltanto in Italia si registrano difficoltà economiche in non ristrette fasce o aree della popolazione. Ed esperimenti simili al reddito universale che si vuole varare in GB, sono rintracciabili in paesi come Finlandia o Olanda, per esempio.
Anche in Gran Bretagna il divario tra le classi sociali è sempre più marcato, mentre la soglia di povertà avanza. Quelle che una volta erano in terra inglese famiglie di ceto medio, oggi sono nuclei che debbono affrontare la crisi economica con estreme difficoltà nel far quadrare il bilancio domestico ogni mese. E l’inflazione si fa sentire in tutte le spese quotidiane d’Oltremanica.
Quali sono le caratteristiche del nuovo reddito universale britannico? Le prime anticipazioni
Grazie ad internet e alle moderne tecnologie, la notizia della probabile prossima sperimentazione del reddito universale in Gran Bretagna ha presto fatto il giro del mondo. Anche perché a colpire è la cifra stanziata a favore del singolo cittadino britannico: si tratta di più di 1.800 euro mensili – l’equivalente di 1.600 sterline – garantite per un biennio.
Attenzione però, perché il campione utilizzato per la sperimentazione è, al momento, molto ristretto. Non più di alcune decine di persone saranno i primi beneficiari sottoposti a questa sorta di ‘test’ sul reddito universale e sulla sua effettiva capacità di portare reali benefici almeno alle fasce meno abbienti della popolazione della Gran Bretagna.
In particolare 30 persone saranno scelte in modo casuale tra coloro che faranno domanda di accesso al reddito universale in due cittadine del Regno Unito, Jarrow e East Finchley. Tuttavia il 20% dei posti sarà assegnato a persone con disabilità. La sola condizione da rispettare per i beneficiari del contributo di durata biennale sarà rispondere alle domande dei ricercatori durante la fase di test.
Il Think tank Autonomy, gruppo di ricerca promotore dell’iniziativa, ha peraltro indicato ai giornali inglesi che la sperimentazione emerge anche dal fatto che la cifra stabilita è ben maggiore rispetto a quello che dovrebbe essere il reddito universale, perché per sua natura detto reddito ha come finalità la copertura delle spese correlate ai bene fondamentali ed essenziali.
Reddito universale e possibili benefici per la salute mentale
Lo abbiamo accennato in precedenza: il test servirà non soltanto a dare un aiuto economico alla popolazione, ma anche e soprattutto a valutare gli eventuali benefici sulla salute psicologica e fisica dei soggetti coinvolti nell’iniziativa – e ciò a prescindere dal fatto che nel biennio di sperimentazione, decidano di lavorare oppure no. Non vi sarà infatti obbligo di ricerca di una nuova occupazione per i beneficiari del reddito universale in Gran Bretagna.
Perciò il test servirà a capire se davvero lo strumento ha tutte le carte in regola per divenire misura strutturale. La cifra stanziata permetterà insomma di capire qual è la giusta soglia per assicurare tranquillità non soltanto economica a chi deve far fronte con il caro vita e l’inflazione galoppante.
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Non a caso per valutare al meglio gli effetti psicologici dell’iniziativa sperimentale sul reddito universale, al contempo sarà individuato un altro gruppo, che – al contrario – non incasserà il contributo mensile. In gergo tipico della sociologia viene definito ‘gruppo di controllo’.
Di fatto sarà così svolto un confronto tra i due gruppi, allo scopo di scoprire di capire quali saranno le eventuali differenze che emergeranno in termini di condizioni di salute, oltre che ovviamente sul piano della gestione delle spese quotidiane.
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