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Call center: il contratto a progetto si trasforma in tempo indeterminato se il controllo aziendale è eccessivo

Call center: non può esserci contratto a progetto ma, contratto subordinato a tempo indeterminato, se c'è un controllo aziendale eccessivo e invasivo.


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di - 23 Marzo 2012

La Cassazione, con sentenza nr. 4476 dello scorso 21 marzo 2012, ha affermato che la natura di lavoro “a contratto” o “a progetto” non può essere considerata se sostenuta da un controllo “particolarmente accentuato ed invasivo” da parte dell’azienda.

Il caso ha riguardato una lavoratrice del call center Atesia – Almaviva contact che, ricorreva al giudice per vedersi riconoscere la natura subordinata del suo contratto a progetto con il call center. Il tribunale di primo grado, rigettava tale ricorso; di diversa ipotesi la corte d’appello che dichiarava la natura subordinata del rapporto di lavoro a far data dal 2001 “sino ad oggi”, con relativa condanna del call center al risarcimento del danno. La società proponeva ricorso in cassazione.

Gli Ermellini, dopo aver ribadito la distinzione tra lavoro subordinato e lavoro autonomo (da rinvenirsi nell’assoggettamento o meno al potere direttive, organizzativo e disciplinare del datore), ritengono provato l’elemento della subordinazione come accertato in appello poichè:

Inoltre, la Corte precisa che, la possibilità della lavoratrice di effettuare un orario di lavoro autodeterminato, pur nell’ambito delle sei ore previste, non è motivo da solo sufficiente a provare la natura autonoma del rapporto di lavoro.

Pertanto, “qualora il lavoratore è pienamente inserito nell’organizzazione della società, utilizzando strumenti e mezzi di quest’ultima senza alcun rischio di impresa e qualora riceva dall’azienda “puntuali ordini di servizio”, il contratto da applicare è quello che prevede la subordinazione del lavoratore e non la collaborazione”.

Fonte: www.diritto24.ilsole24ore.com

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Categories: Attualità
Tags: CassazioneSentenze