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Assegno Unico genitori conviventi non sposati, come comportarsi e quale ISEE inserire

Assegno Unico genitori conviventi non sposati, si ha diritto? Quale ISEE bisogna inserire e come chiedere l'assegno mensile? La Guida


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di - 18 Febbraio 2022

Assegno Unico genitori conviventi non sposati, ecco cosa c’è da sapere su questo caso particolare di AUU. Mancano poche settimane alla partenza dell’Assegno Unico ed Universale, misura introdotta dal D. Lgs 230/2021 con lo scopo di razionalizzare, riordinare e potenziare i sostegni economici alle famiglie con figli.

Il 1° marzo 2022 è infatti la data a partire dal quale decorre ufficialmente l’Assegno Unico Figli, riconosciuto direttamente dall’INPS ai genitori di figli a carico minorenni; l’assegno spetta anche a talune condizioni, anche maggiorenni sino a ventuno anni di età non compiuti o anche oltre per i figli disabili.

Previa domanda, il sussidio sarà erogato mensilmente secondo importi parametrati in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), ottenuto previa presentazione all’INPS della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).

Esistono quindi due passaggi fondamentali:

Alla luce del Decreto Legislativo numero 230 e dei chiarimenti INPS, analizziamo nel dettaglio come devono comportarsi per ottenere l’ISEE prima e l’Assegno Unico poi, i genitori conviventi non coniugati con figli, siano essi semplici conviventi o more uxorio.

Assegno Unico genitori conviventi non sposati, il nucleo familiare ai fini ISEE

Il DPCM 159/2013 dal titolo “Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)” stabilisce all’articolo 3 comma 1 che:

il nucleo familiare del soggetto richiedente è formato dai componenti la “famiglia anagrafica” alla data di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica, fatte salve le eccezioni descritte dallo stesso articolo (riguardanti coniuge, figli minorenni e maggiorenni, soggetti in convivenza anagrafica).

Assegno Unico conviventi, il concetto di famiglia anagrafica

Per avere una definizione di “famiglia anagrafica” ai fini ISEE è necessario risalire al DPR del 30 maggio 1989 numero 223. Qui, all’articolo 4 comma 1, si definisce famiglia anagrafica

un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, unione civile, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”.

Ne consegue che nel nucleo familiare ai fini ISEE il genitore convivente dev’essere incluso insieme al figlio / i ed all’altro genitore.

Pertanto, nel compilare la DSU per ottenere l’ISEE, il soggetto dichiarante dovrà indicare, all’interno del modulo FC.1 prima sezione, la propria relazione con l’altro genitore convivente; riportando cognome, nome, codice fiscale e cittadinanza di quest’ultimo oltre al codice “P” cui corrisponde “Altra persona nel nucleo”.

Leggi anche: Assegno unico figli per genitori divorziati o separati: le regole

Assegno unico genitori non sposati, quale ISEE utilizzare

Come chiarito dall’INPS in più occasioni, nello specifico con il Messaggio del 31 dicembre 2021 numero 4748 e successivamente con la Circolare 9 febbraio 2022 numero 23, l’Assegno Unico viene attribuito sulla base dell’ISEE del nucleo familiare di cui fa parte il figlio beneficiario. In presenza di:

Assegno Unico genitori conviventi non sposati, domanda anche senza ISEE

Al di là di quelle che sono le particolarità in termini di presentazione della DSU per conviventi e coppie di fatto, resta la qualificazione dell’Assegno Unico come “prestazione universalistica” riconosciuta ai nuclei familiari anche “in assenza di ISEE” (Circolare INPS numero 23/2022).

In tal caso, il sussidio spetta in base ai dati auto-dichiarati in sede di invio dell’istanza con attribuzione degli importi minimi previsti ai commi da 1 a 8 dell’articolo 4 D.Lgs. n. 230/2021.

Leggi anche: assegno unico senza ISEE

Assegno Unico genitori non coniugati, come fare domanda

Adempimento successivo all’invio della DSU e all’elaborazione dell’ISEE è la richiesta di Assegno Unico.

L’INPS ha reso disponibile già dallo scorso 1° gennaio il canale di trasmissione delle domande. A tal proposito è sufficiente collegarsi (muniti delle credenziali SPID livello 2, CIE o CNS) al portale “inps.it – Prestazioni e Servizi – Prestazioni – Assegno unico e universale per i figli a carico”.

In alternativa è possibile:

Eccezion fatta per l’erogazione dell’Assegno ai beneficiari di Reddito di cittadinanza, la domanda può essere trasmessa da uno dei genitori esercente la responsabilità genitoriale.

Se tuttavia nel nucleo sono presenti figli che hanno in comune un solo genitore, dev’essere presentata una domanda di assegno da parte di ogni coppia di genitori.

In sede di invio della domanda si dovrà riportare per ogni figlio:

oltre alla modalità di ripartizione dell’assegno.

Gli ultimi passaggi prima dell’invio sono l’indicazione del metodo di pagamento e la dichiarazione di responsabilità.

Leggi anche: domanda assegno unico

Assegno Unico genitori non coniugati, a chi viene erogato l’assegno mensile

In base all’articolo 6 comma 4 del Decreto Legislativo numero 230, l’assegno è erogato dall’INPS al genitore richiedente ovvero previa richiesta (anche successiva) in pari misura tra coloro che esercitano la responsabilità genitoriale.

Di conseguenza, in sede di trasmissione della domanda, l’interessato potrà optare per il pagamento dell’assegno 50% in suo favore ed il restante a beneficio del convivente. In tal caso, si dovranno inserire sul portale i dati di pagamento (coordinate bancarie) di entrambi i genitori.

Va da sé che i dati di pagamento dell’altro genitore “potranno essere forniti anche in un momento successivo e, in questo caso, il pagamento al 50% al secondo genitore ha effetto dal mese successivo a quello in cui la scelta è stata comunicata all’INPS”.

Tra le modalità di pagamento del sussidio figurano:

Leggi anche: calcolo assegno unico, ecco quanto spetta

Assegno Unico figli genitori non sposati, da quando decorre

Per le domande presentate entro il 30 giugno 2022 l’Assegno spetta anche per le quote arretrate a partire dal 1° marzo prossimo.

Al contrario, per le richieste trasmesse dal 1° luglio dell’anno di riferimento, la prestazione decorre dal mese successivo quello della domanda stessa.

In tutti i casi, rende noto la Circolare INPS, il riconoscimento dell’assegno avviene “entro sessanta giorni dalla domanda”.

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Tags: Assegno Unico Figli