Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025 torneremo all’ora solare. Alle 3:00 del mattino le lancette dovranno essere spostate un’ora indietro, segnando così le 2:00. Un piccolo gesto che ormai fa parte della nostra routine, ma che può avere effetti concreti per chi lavora di notte, soprattutto per i turnisti e per chi svolge attività in fasce orarie che attraversano il momento del cambio.
Come ogni anno, il ritorno all’ora solare segna la fine del periodo di ora legale e porta con sé un’ora di sonno in più, ma anche un’ora in più di buio la sera. Tuttavia, per chi lavora in turni notturni, la questione non è soltanto di abitudine o di ritmo sonno-veglia: si tratta anche di capire se e come quella “ora in più” di lavoro debba essere retribuita.
Il cambio all’ora solare e il turno notturno: cosa comporta
Quando alle 3:00 l’orologio torna alle 2:00, un turno di lavoro che copre quella fascia temporale può effettivamente durare un’ora in più rispetto al solito.
Facciamo un esempio concreto: un lavoratore che entra alle 22:00 e termina alle 6:00 il giorno del cambio ora, di fatto presterà nove ore di lavoro effettive, anche se l’orario registrato rimane di otto ore.
Una differenza apparentemente piccola, ma che può incidere sul conteggio delle ore e sulla retribuzione.

Contratto collettivo e accordi aziendali: come viene trattata l’ora in più
Non esiste una legge specifica che regoli in modo uniforme questa situazione. La gestione dell’ora “in più” dipende infatti dal contratto collettivo nazionale (CCNL) applicato o da eventuali accordi aziendali. In molti casi, l’ora aggiuntiva viene considerata come lavoro straordinario o supplementare, con la relativa maggiorazione prevista dal contratto. In altri, invece, l’orario viene semplicemente compensato con un adeguamento dei turni successivi, senza un incremento in busta paga.
È per questo che, ogni anno, la notte del cambio dell’ora crea qualche dubbio sia tra i lavoratori che tra le aziende. L’aspetto fondamentale è verificare come viene gestito il tempo di lavoro all’interno del sistema di rilevazione presenze. Se il software aziendale aggiorna automaticamente l’orario, la registrazione dell’ora aggiuntiva avverrà in modo corretto; diversamente, il rischio è che quell’ora venga persa o non contabilizzata.
Verifica della busta paga: guida per chi lavora su turni
Chi lavora in settori dove i turni notturni sono frequenti, come sanità, vigilanza, logistica o industria, dovrebbe prestare particolare attenzione a questo dettaglio.
È buona prassi controllare la propria busta paga del mese di ottobre (o di novembre, se il periodo di paga è successivo) per verificare che l’orario effettivamente lavorato coincida con quello retribuito.
Se l’ora aggiuntiva non risulta, è possibile chiedere chiarimenti all’ufficio del personale o al proprio responsabile.
Effetti sul ritmo biologico, sicurezza e benessere del lavoratore
Dal punto di vista del benessere personale, il passaggio all’ora solare può avere anche effetti sul ritmo biologico.
Si dorme un’ora in più la notte del cambio, ma le giornate sembrano più corte e il buio arriva prima, con conseguenze sul tono dell’umore e sulla percezione del tempo. Anche questo è un elemento da non sottovalutare per chi lavora di notte, poiché può influenzare la qualità del riposo e, di conseguenza, la sicurezza sul lavoro.
Limiti di orario e riposi: cosa deve garantire il datore di lavoro
Per le aziende, è importante garantire che il cambio ora non comporti violazioni dei limiti sull’orario di lavoro e sui riposi giornalieri e settimanali. Le norme prevedono che la durata media non superi le 48 ore settimanali, comprese le ore di straordinario, e che i lavoratori godano di adeguati periodi di riposo.
Il rispetto di questi limiti resta fondamentale anche quando il cambio dell’ora crea un’anomalia nel conteggio delle ore, come accade in questo caso.
Come prepararsi al cambio dell’orario
Il consiglio, come sempre, è quello di controllare il proprio contratto e la propria situazione personale. Per la maggior parte dei lavoratori il cambio all’ora solare non avrà alcun effetto sulla retribuzione, ma per chi lavora di notte o in turni particolari può rappresentare un’ora in più di lavoro da riconoscere.
In sintesi, il ritorno all’ora solare nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2025 non cambia solo l’orario delle nostre giornate, ma anche — in alcuni casi — il conteggio delle ore lavorative. Meglio quindi non farsi cogliere impreparati e verificare, con calma e precisione, che tutto sia stato conteggiato nel modo giusto.
5 curiosità sull’ora solare
Per concludere ecco cinque curiosità interessanti sull’entrata dell’ora solare:
- Nella notte del cambio si ottiene formalmente un’ora “in più”, rendendo quella giornata la più lunga dell’anno in termini di ore ufficiali.
- Il principale obiettivo dell’ora solare è ridurre il consumo di energia, sfruttando meglio la luce naturale del mattino mentre le giornate si accorciano.
- Non tutti i Paesi adottano questo sistema: in diverse zone del mondo non si effettua lo spostamento delle lancette stagionale.
- L’adozione dell’ora solare/legale ha avuto origine storica durante la Prima Guerra mondiale, quando si cercava di risparmiare sulle risorse energetiche e illuminanti.
- Il passaggio dall’ora legale a quella solare può influenzare i ritmi biologici: ci sono studi che mostrano un aumento della sonnolenza, difficoltà di concentrazione e perfino rischi maggiori in ambito della sicurezza stradale nei giorni immediatamente successivi al cambio.
Un’ora in più di sonno, un’ora in più di lavoro… o semplicemente un’ora in più per lamentarsi del cambio! In fondo, l’ora solare torna solo una volta l’anno: tanto vale prenderla con il sorriso 🙂
