In questi giorni milioni di italiani sono in ferie oppure stanno per andarci, il dubbio è però se esistono le ferie forzate, ovvero le ferie obbligatorie imposte dal datore di lavoro oppure c’è una libera scelta del lavoratore?
Partiamo col dire che l’azienda, quando ricorrono ragioni oggettive e apprezzabili, potrebbe collocare in ferie obbligate i dipendenti. Questo avviene di norma per evitare l’inosservanza delle scadenze normative, scongiurare danni o situazioni di pericolo per cose o persone ovvero per garantire un trattamento economico adeguato ai lavoratori anziché collocarli in Cassa integrazione.
Nelle righe che seguono faremo però una panoramica su chi decide le ferie e come, per poi passare a descrivere i limiti e le accortezze che il datore deve adottare in previsione della decisione unilaterale di porre i dipendenti in ferie d’ufficio.
Chi decide le ferie
E’ il datore di lavoro che in ultimo decide le ferie. La fruizione delle ferie è decisa infatti dall’azienda, tenuto conto di:
- Esigenze produttive;
- organizzative;
- economiche;
- esigenze personali del dipendente.
La decisione su quando concedere le ferie e per quanti giorni / ore rientra tra i poteri organizzativi del datore di lavoro. Naturalmente, questi dovrà, ove possibile, prendere in considerazione le eventuali richieste o istanze dei singoli dipendenti.
Sull’organizzazione delle ferie è opportuno distinguere tra:
- Ferie collettive;
- Ferie individuali.
Le prime sono quelle che interessano:
- L’intera azienda;
- Una singola sede, unità produttiva o operativa;
- Un singolo reparto, settore, ufficio.
Di norma le ferie collettive si collocano durante le festività pasquali, mesi estivi, festività natalizie ed hanno di conseguenza un’estensione pari ad una o due settimane.
Ferie individuali
Le ferie individuali sono invece quelle concesse al singolo dipendente, generalmente previa esplicita richiesta dello stesso. Queste possono interessare anche uno o due giorni in qualsiasi periodo dell’anno.
Ferie collettive
Le ferie collettive, interessando un numero considerevole di dipendenti, vengono di norma organizzate dall’azienda attraverso la predisposizione di un piano ferie. Un documento, elettronico o cartaceo, portato a conoscenza dei lavoratori, in cui è indicato un periodo di tempo all’interno del quale ciascuno di essi può scegliere le date delle proprie ferie. A monte, l’azienda precisa l’ammontare delle ore, giorni o settimane a disposizione di ognuno.
Una volta completato il piano ferie, questo viene esaminato dalla direzione aziendale il cui responso è comunicato a ciascun lavoratore.
Nel caso invece delle ferie individuali, esiste una preventiva richiesta scritta del dipendente o comunicata via mail, di fruire, in un arco di tempo determinato, di un certo numero di ore / giorni di ferie. A seguito dell’istanza del lavoratore, l’azienda comunica l’accoglimento o meno, anch’essa in forma scritta o via mail.
Fruizione delle ferie, le indicazioni ministeriali
Un “aiuto” sulla determinazione delle ferie d’ufficio arriva dal Ministero del lavoro, il quale con Circolare n. 8 del 3 marzo 2005 ha distinto tre periodi di fruibilità delle ferie, continuative o frazionate:
- primo periodo di due settimane da fruire nell’anno di maturazione, anche continuative se richiesto dal lavoratore;
- secondo periodo di due settimane da godere nei 18 mesi successivi l’anno di maturazione anche in maniera frazionata;
- terzo periodo pari alle settimane di ferie, aggiuntive rispetto a quelle minime di legge, previste dal CCNL applicato o dal contratto aziendale, da fruire anche in maniera frazionata.
Naturalmente, quelle del Ministero sono indicazioni di carattere generale, soggette a eventuali modifiche nell’applicazione concreta da parte delle aziende, in ragioni delle esigenze produttive ed organizzative.
Ferie forzate: come funzionano?
Ferie forzate: esistono ferie obbligate dal datore di lavoro? Essendo le ferie una decisione aziendale, queste possono essere unilateralmente imposte dal datore di lavoro. Tuttavia, per garantire un certo benessere aziendale, preservando un rapporto pacifico e professionale con i dipendenti è opportuno adottare alcune accortezze:
- Individuare ragioni oggettive alla base della decisione;
- Confrontarsi con le organizzazioni sindacali di categoria territorialmente competenti o, se esistenti, con le rappresentanze sindacali in azienda RSA / RSU;
- Comunicare ai dipendenti interessati, in forma scritta, la scelta di porli in ferie, le motivazioni e il periodo di assenza.
Ragioni oggettive per le ferie forzate
Le ragioni alla base della decisione di porre i dipendenti in ferie forzate non devono essere di carattere soggettivo, legate cioè a motivazioni riguardanti il rendimento, le competenze o la condotta del singolo lavoratore.
Sono ammesse invece ragioni oggettive, slegate da qualsiasi discrezionalità dell’azienda. Sono tali ad esempio le ferie imposte al fine di rispettare le scadenze di legge. Queste impongono infatti di:
- Fruire di due settimane di ferie nell’anno stesso di maturazione;
- Fruire delle restanti due settimane di ferie entro i 18 mesi successivi la fine dell’anno di maturazione.
L’inosservanza dei termini espone l’azienda a:
- pagamento anticipato dei contributi INPS sulle ferie non godute entro i termini;
- sanzioni amministrative da un minimo di 120 euro a 5.400 euro;
- prescrizione ad adempiere imposta dall’autorità ispettiva;
- azione mirata ad ottenere un risarcimento danni da parte del dipendente.
Al tempo stesso, è legittima la decisione dell’azienda di porre in ferie un dipendente per evitare il rischio di infortuni sul lavoro ovvero per scongiurare danni a persone o cose. È il caso ad esempio di chi, per settimane o mesi, ha totalizzato molte ore di straordinario senza godere di sufficienti ore di ferie o permessi. Circostanze che possono ingenerare nel lavoratore stati di stanchezza fisica o mentale.
Ferie per evitare la Cassa Integrazione
Altra ragione può essere quella di porre in ferie i dipendenti come condizione di maggior favore per evitare il ricorso agli ammortizzatori sociali. Opzione che naturalmente necessiterà di un opportuno confronto con le rappresentanze sindacali.
Ricordiamo infatti che le ore di Cassa integrazione sono soggette a tetti retributivi fissati annualmente dall’INPS.
Quando sono consentite le ferie forzate?
Come già accennato, i datori di lavoro non possono generalmente imporre ferie forzate senza preavviso. Tuttavia, ci sono situazioni specifiche in cui le aziende hanno il diritto di farlo. Questi casi comprendono:
- La chiusura dell’azienda per ristrutturazioni o lavori strutturali non procrastinabili.
- Eventi di forza maggiore.
- La chiusura definitiva dell’azienda ordinata dalle autorità pubbliche.
- La chiusura per ferie obbligatorie durante le festività di Natale, Capodanno, nei giorni di ponte e durante la chiusura aziendale annuale, ad esempio durante l’estate.
In tutte le situazioni sopra elencate, le condizioni necessarie per imporre ferie forzate sono soddisfatte, purché non ci siano altre opportunità di lavoro significative per il dipendente.
Ferie forzate per chiusura aziendale
Un tipico esempio in cui è permesso imporre ferie obbligatorie ai dipendenti è la sospensione delle attività aziendali, poiché i lavoratori devono prendere le ferie stabilite dall’azienda. Questo rappresenta un caso di ferie forzate dovute a necessità aziendali.
In condizioni normali, il dipendente e il datore di lavoro concordano insieme un piano ferie, stabilendo i giorni di ferie in modo da soddisfare le esigenze di entrambi. E’ il caso del piano ferie.