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Il telelavoro

Il telelavoro è una forma di lavoro svolto a distanza cioè, fuori dall'azienda e da altri luoghi dove tradizionalmente viene prestata l'attività lavorativa, ma, nello stesso tempo, funzionalmente e strutturalmente collegato ad essa grazie all'utilizzo di strumenti informatici e telematici.


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di - 7 Dicembre 2009

Il telelavoro è una forma di lavoro svolto a distanza cioè, fuori dall’azienda e da altri luoghi dove tradizionalmente viene prestata l’attività lavorativa, ma, nello stesso tempo, funzionalmente e strutturalmente collegato ad essa grazie all’utilizzo di strumenti informatici e telematici.

Il telelavoro ha diversi benefici sia per i datori di lavoro che per i telelavoratori: risparmio di immobili e sedi di lavoro, spese di riscaldamento e manutenzione; per il lavoratore è legato a un risparmio per le spese di trasporto. Spesso, questa forma di lavoro, rappresenta un modo per avviare una seconda attività, per incrementare il proprio reddito, grazie ad un orario flessibile, che può essere gestito insieme agli altri impegni di lavoro e  familiari.

Tipi di telelavoro

Disciplina

Il telelavoro è disciplinato dalla legge soltanto per quanto riguarda il pubbligo impiego (DPR 70/99 “legge Bassanini”), mentre nell’ambito privato, la sua regolamentazione è rimessa esclusivamente alla contrattazione collettiva.

Il principio fondamentale della disciplina è quello della volontarietà: il telelavoro è modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che può essere adottata solo previo  accordo individuale o collettivo, tra le parti. Tra le poche disposizioni di legge esistenti in materia, vi è quella della tutela della personalità morale del lavoratore minacciate dal ricorso (illegittimo) a forme subdole di controllo a distanza , da parte del datore, reso possibile proprio grazie all’utilizzo di strumenti elettronici.

Sono a carico del datore di lavoro i costi di fornitura, installazione, manutenzione e riparazione degli strumenti informatici, nonché quelli necessari per fornire i supporti tecnici necessari allo svolgimento del lavoro.

Al lavoratore è posto l’obbligo di aver cura degli strumenti di lavoro e di informare tempestivamente il datore di lavoro in caso di guasti o malfunzionamenti delle attrezzature. Il prestatore è libero di gestire autonomamente il suo tempo lavorativo, fermo restando che i carichi di lavoro assegnati devono essere equivalenti a quelli dei prestatori presenti nei locali dell’azienda.

Si è precisato infine che ai telelavoratori competono i medesimi diritti dei lavoratori “tradizionali”, ad esempio per quanto attiene all’attività sindacale o all’accesso alla formazione.

Che tipo di rapporto si configura con il telelavoro?

La qualificazione giuridica del telelavoro va dedotta di volta in volta a seconda del contesto in cui viene a svolgersi il lavoro. A seconda delle concrete modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, il telelavoro pò costituire un rapporto di lavoro autonomo, parasubordinato o subordinato.

Per qualificarlo come lavoro subordinato è necessario accertare l’esistenza dell’assoggettamento del lavoratore al potere di direzione del datore che, normalmente, presuppone l’inserimento del lavoratore nell’organizzazione aziendale, cosa che è possibile nel caso del telelavoro poichè, anche se la prestazione lavorativa è svolta fuori dai locali aziendali, l’impiego delle tecnologie informatiche e telematiche, consente la perfetta integrazione del lavoratore nell’organizzazione imprenditoriale del datore.

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Categories: ABC Lavoro
Tags: CCNLGuidelavoro