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Home»Leggi, normativa e prassi»Anticipo TFS / TFR dipendenti pubblici 2019: ecco tutte le novità

Anticipo TFS / TFR dipendenti pubblici 2019: ecco tutte le novità

Daniele Bonaddio5 Febbraio 20193 Mins Read
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Anticipo TFS / TFR per i dipendenti pubblici fino a 30 mila euro e detassazione sul trattamento di fine servizio anticipato. Ecco le novità del decretone.

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anticipo tfs/tfr dipendenti pubblici

Buone nuove per i dipendenti pubblici che puntano ad ottenere l’anticipo TFS/TFR. Ottenere immediatamente il trattamento di fine servizio o fine rapporto, ossia la buona uscita per i lavoratori del settore pubblico, non è più un miraggio.

Infatti è ora possibile chiedere l’anticipo del TFS per gli statali, fino ad un importo massimo di 30.000 euro, agli istituti di credito in concomitanza con il pensionamento, anche anticipato (quota 100, opzione donna ecc.).

Il funzionamento è molto simile a quello previsto per l’Ape volontario: si tratta, in particolare, di un prestito bancario che dovrà successivamente essere restituito, insieme agli interessi, mediante trattenuta effettuata direttamente dell’INPS al momento dell’erogazione del TFS/TFR. Ma non solo. È possibile godere anche di una detassazione sull’importo anticipato.

Le novità sono contenute negli articoli 23 e 24 del Dl 4/2019, che è attualmente in attesa di essere convertito in Legge. Non sono esclusi cambiamenti in sede di conversione in legge.

Anticipo TFS / TFR dipendenti pubblici 2019: requisiti

Secondo il testo del Decreto Legge, l’anticipo del TFS può essere chiesto dai lavoratori del settore pubblico che conseguono la pensione mediante:

  • quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi);
  • pensione di vecchiaia (67 anni d’età e 20 anni di contributi)
  • pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica).

Leggi anche: Anticipo TFR dipendenti pubblici: come funziona

Come funziona l’anticipo del TFS per gli statali

Per poter chiedere l’anticipo del TFS, fino ad un importo massimo di 30.000 euro, è necessario preventivamente farsi rilasciare dall’INPS una certificazione che attesta il possesso dei requisiti di legge.

L’anticipo è erogato dagli istituti di credito che aderiranno a un apposito accordo quadro da stipulare, entro 60 giorni dalla data di conversione in legge del Dl 4/2019. Si specifica che il finanziamento è esente:

  • dall’imposta di registro;
  • dall’imposta di bollo;
  • e da ogni altra imposta indiretta, nonchè da ogni altro tributo o diritto.

Il prestito dovrà poi essere restituito, insieme agli interessi, al momento dell’erogazione vero e proprio del TFS. La trattenuta sarà effettuata direttamente dall’INPS. Da notare che gli importi trattenuti dall’INPS non sono soggetti a procedure di sequestro o pignoramento.

Il finanziamento, inoltre, è garantito dalla cessione pro solvendo, automatica e nel limite dell’importo finanziato, dei crediti derivanti dal TFS maturato.

In ogni caso, i criteri del prestito e la restituzione dell’importo, saranno disciplinato da un Dpcm che sarà anch’esso adottato entro 60 giorni dalla data di conversione in legge del D.L. n. 4/2019.

Detassazione TFS/TFR anticipato

Altra misura in favore dei dipendenti pubblici che anticipano il TFS, ma anche per quelli che non intendono richiederne l’anticipo, è la detassazione dell’indennità. In particolare, l’aliquota Irpef sul Trattamento di Fine Servizio si riduce in misura pari a:

  • 1,5 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi dodici mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro o, se la cessazione sia anteriore al 1° gennaio 2019, a decorrere da tale data.

L’incentivo fiscale aumenta di 1,5%, fino ad un massimo di 7,5%, per ogni annualità che intercorre tra la cessazione del servizio e il pagamento effettivo della liquidazione.

Infine, il decreto legge stabilisce che la detassazione si applica fino ad un importo massimo di 50.000. Oltre detto limite, si applica la tassazione piena.

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