Ogni anno, con l’arrivo dell’autunno, cresce l’attesa dei lavoratori dipendenti per la tredicesima mensilità, la gratifica natalizia che rappresenta una boccata d’ossigeno per le famiglie alle prese con le spese di fine anno. In un periodo di inflazione ancora percepita e di prezzi elevati per beni e servizi, la domanda che molti si pongono è la stessa: la tredicesima del 2025 sarà più alta rispetto al passato?
Si parla infatti di possibili interventi sulla tassazione, ipotesi di detassazione parziale o totale, oppure di misure alternative che potrebbero tradursi in un aumento netto della busta paga di dicembre. Ma cosa significa davvero “tredicesima detassata” e quali sono le possibilità concrete che ciò avvenga quest’anno?
Come viene tassata la tredicesima oggi?
La tredicesima mensilità è soggetta agli stessi prelievi delle altre mensilità: contributi previdenziali e IRPEF.
La differenza è che non beneficia delle detrazioni per lavoro dipendente e per carichi familiari, le quali sono già spalmate sulle dodici mensilità ordinarie. Ecco perché, a parità di importo lordo, il netto della tredicesima risulta più basso di una mensilità normale.
Questo è il punto di partenza che da anni alimenta il dibattito politico ed economico sulla possibilità di alleggerire la tassazione, così da restituire più soldi nelle tasche dei lavoratori proprio in un momento dell’anno cruciale per i consumi.
Le proposte sul tavolo per il 2025/2026
- Detassazione totale o parziale
Riduzione o azzeramento dell’IRPEF sulla tredicesima, con ipotesi di aliquota sostitutiva agevolata o esenzione completa. - Riduzione delle aliquote IRPEF
Possibile abbassamento dell’aliquota sul secondo scaglione, che avrebbe un impatto anche sulla mensilità aggiuntiva. - Bonus o incentivi una tantum
Interventi mirati sotto forma di bonus aggiuntivi o detrazioni specifiche da applicare solo sulla tredicesima. - Vincoli di bilancio
Ogni proposta deve confrontarsi con i limiti di spesa pubblica e con i tempi di approvazione della legge di Bilancio.
Un precedente: il bonus tredicesima (o Bonus Natale) dello scorso anno
Vale la pena ricordare che già lo scorso anno si era parlato di un “bonus tredicesima” o “bonus Natale”, pensato come misura una tantum per alleggerire il peso delle spese di fine anno.
Si trattava di un contributo extra, riservato principalmente ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, che ha portato in media qualche decina di euro in più in busta paga. Un segnale limitato, ma comunque apprezzato, che ha aperto la strada a nuove discussioni sulla possibilità di rendere più strutturale un intervento sulla gratifica natalizia.
Quali aumenti potenziali in busta paga?
L’impatto di una eventuale detassazione sulla tredicesima dipenderebbe dal reddito annuo del lavoratore e dal tipo di misura che il Governo deciderà di adottare.
- Se si introducesse una detassazione totale, la tredicesima sarebbe esente da IRPEF: ciò significa che, al netto dei contributi previdenziali, il lavoratore riceverebbe quasi per intero la mensilità aggiuntiva.
- Un dipendente con reddito annuo di 20.000 euro potrebbe ottenere circa 150-200 euro in più.
- Con un reddito annuo di 30.000 euro, l’incremento netto salirebbe a circa 250-300 euro.
- Se invece si applicasse un’imposta sostitutiva agevolata (ad esempio al 10%), il beneficio sarebbe minore ma comunque visibile. In questo caso, la tredicesima sarebbe tassata molto meno rispetto alle aliquote ordinarie (23%, 35% o 43% a seconda degli scaglioni).
- Un lavoratore con reddito medio-basso vedrebbe un aumento di circa 100-150 euro netti.
- Chi guadagna di più potrebbe arrivare anche a 200 euro aggiuntivi.
- Con un bonus o incentivo una tantum, l’aumento in busta paga sarebbe più limitato e dipenderebbe dalle modalità scelte: per esempio un contributo fisso di 100-150 euro per i redditi fino a una certa soglia.
In ogni caso, il vantaggio maggiore sarebbe percepito dai lavoratori con redditi medi, cioè quelli che oggi subiscono in pieno la tassazione della tredicesima senza poter usufruire di detrazioni specifiche.
Perché non è detto che l’aumento arrivi davvero
- Coperture finanziarie difficili da reperire
- Rischio di interventi limitati solo a certe fasce di reddito
- Tempistiche strette, con tredicesime già calcolate entro dicembre
Questi fattori rendono l’operazione tutt’altro che scontata.
In conclusione la prospettiva di una tredicesima più ricca nel 2025 è concreta solo se il Governo riuscirà a varare misure chiare e sostenibili entro fine anno. Per ora, più che una certezza, si tratta di una possibilità.
Quel che appare probabile è che, se non si riuscirà ad arrivare a una detassazione piena, verranno comunque introdotte forme di incentivo o bonus mirati per alleggerire il carico fiscale di dicembre un po’ come avvenuto con il bonus Natale 2025.