Dopo anni di attesa e una lunga stagione di provvedimenti annunciati ma mai completati, il disegno di legge dedicato ai caregiver familiari sta finalmente entrando nella fase decisiva. La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha anticipato in un’intervista ad Avvenire l’impianto centrale del provvedimento, spiegando che lo schema di base arriverà sul tavolo del Consiglio dei Ministri subito dopo l’approvazione della legge di bilancio. Da lì prenderà avvio il percorso parlamentare, che dovrebbe partire all’inizio del prossimo anno.
Siamo di fronte a una svolta attesa da milioni di famiglie: il DDL introduce infatti un riconoscimento giuridico nazionale e prevede per la prima volta un sostegno economico strutturale per la figura del caregiver, fino ad oggi rimasta ai margini delle tutele pubbliche. Una riforma che apre scenari nuovi ma porta con sé anche limiti significativi e un “ma” che pesa come un macigno.
Chi è il caregiver per la legge italiana
La normativa italiana, fino ad oggi frammentata e priva di un quadro organico, definisce il caregiver familiare come la persona che presta assistenza continuativa, non occasionale e gratuita a un familiare affetto da disabilità grave o non autosufficienza. Questa definizione è stata introdotta per la prima volta nella Legge di Bilancio 2018, che ha riconosciuto la centralità del ruolo ma senza prevedere tutele strutturali.
Il caregiver – spesso un genitore, un figlio, un coniuge o un parente stretto – si occupa di ogni aspetto della vita quotidiana della persona assistita: dall’igiene personale alla somministrazione di terapie, dalla mobilità alla gestione domestica, fino al coordinamento con medici, servizi sociali e strutture sanitarie. È una figura cardine del welfare informale italiano, che supplisce alle carenze dell’assistenza pubblica dedicando tempo, energie e spesso rinunciando alla propria carriera e alla propria autonomia economica.
Il DDL Locatelli introduce per la prima volta un riconoscimento giuridico uniforme, superando le definizioni sparse nelle normative precedenti e certificando il ruolo del caregiver come parte integrante del sistema di assistenza nazionale.
Quattro profili di caregiver: la nuova classificazione nazionale
Il DDL introduce una definizione chiara e articolata del caregiver familiare, suddividendola in quattro fasce, basate su convivenza e numero di ore di assistenza settimanali:
- Caregiver convivente prevalente
Assiste un familiare per almeno 91 ore a settimana. - Caregiver convivente
Tra 30 e 90 ore settimanali di assistenza. - Caregiver non convivente
Almeno 30 ore settimanali, senza condividere l’abitazione. - Caregiver da 10 a 29 ore settimanali
Convivente o non convivente.
È un passo storico: fino a oggi, queste figure erano prive perfino di un’identità normativa riconosciuta. Ma solo una di queste fasce avrà accesso a un sostegno economico vero e proprio.
L’assegno economico: 1.200 euro ogni tre mesi, ma solo per la prima fascia
Lo stanziamento previsto – circa 250 milioni di euro inseriti in legge di bilancio – permetterà di erogare un contributo trimestrale fino a 1.200 euro (pari a 400 euro al mese) solo ai caregiver conviventi prevalenti, cioè coloro che garantiscono almeno 91 ore settimanali di assistenza.
Il sostegno non inciderà sull’ISEE né su altre prestazioni sociali, evitando penalizzazioni sulle famiglie più fragili.
Il “nodo” principale: redditi quasi nulli per ottenere il beneficio
Per rientrare tra i destinatari dell’assegno, non basta assistere un familiare per 91 ore settimanali. Saranno necessari due vincoli stringenti:
- ISEE massimo: 15.000 euro
- Reddito da lavoro annuo massimo: 3.000 euro
In sostanza, per ottenere il contributo occorre essere quasi del tutto senza occupazione, oltre che impegnati quasi totalmente nell’assistenza.
Per gli altri caregiver: riconoscimento sì, sostegno economico no
Le altre categorie riceveranno un riconoscimento giuridico formale, ma nessun contributo economico. Una conquista simbolica importante, ma ancora lontana dalle aspettative delle famiglie.
La ministra Locatelli ha spiegato che, con le risorse attuali, l’aiuto economico può riguardare solo la fascia più fragile. Per gli altri, eventuali estensioni saranno valutate a partire dal 2027.
Il calendario prevede:
- 2026 → Avvio della piattaforma INPS per la presentazione delle domande
- 2027 → Inizio dei pagamenti
La copertura stimata è di circa 50.000 caregiver, a fronte di una platea reale di circa 7 milioni secondo Istat.
Una riforma importante, ma non esaustiva
Il DDL Locatelli segna un cambio di paradigma: per la prima volta il caregiver familiare entra a pieno titolo nel sistema normativo italiano. Ma la misura economica resta limitata, i criteri selettivi sono molto rigidi e la maggior parte dei caregiver non riceverà ancora un sostegno reale.
Un punto di partenza, non certo un punto d’arrivo.
