L’estate 2025 sarà ricordata ancora una volta per le temperature estreme e per l’emergenza caldo, e anche quest’anno, come avvenuto nel 2024, tutte le Regioni italiane hanno introdotto, o stanno per introdurre, ordinanze che vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata, in risposta al crescente rischio per la salute dei lavoratori esposti al sole.
Le Ordinanze Caldo si sono rese necessarie dalla frequenza e dall’intensità delle ondate di calore che stanno colpendo il Paese con temperature spesso superiori ai 36-38 gradi, anche in zone collinari e interne.
Cosa prevedono le Ordinanze Caldo
Le ordinanze vietano lo svolgimento di attività lavorative fisiche intense all’aperto, in settori come:
- edilizia e cantieri
- agricoltura e florovivaismo
- attività logistiche su piazzali scoperti
- cave, forestazione e manutenzione del verde
La fascia oraria più a rischio è generalmente quella dalle 12:30 alle 16:00, ma può variare a seconda della regione o del livello di allerta climatica.
In molti casi, il divieto scatta solo nei giorni in cui viene rilevato un “rischio alto” per stress termico, secondo le mappe pubblicate quotidianamente sul sito ufficiale Worklimate (progetto Inail–CNR).
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Regioni con ordinanza anti-caldo: la mappa aggiornata
Regione | Ordinanza attiva |
Fascia oraria vietata |
Durata |
---|---|---|---|
Abruzzo | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Basilicata | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Calabria | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Campania | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Emilia-Romagna | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 15/09 |
Lazio | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Liguria | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Lombardia | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 15/09 |
Marche | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Molise | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Puglia | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Sardegna | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Sicilia | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Toscana | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Umbria | Sì | 12:30 – 16:00 | Fino al 31/08 |
Veneto | In transizione (decreto) |
12:30 – 16:00 (consigliato) |
Da definire |
Friuli-Venezia Giulia | No | — | — |
Piemonte | In definizione | — | — |
Trentino-Alto Adige | No | — | — |
Valle d’Aosta | No | — | — |
* Tabella in aggiornamento
Come monitorare il rischio “alto” e sapere quando scatta il divieto
Il riferimento ufficiale per capire se in una determinata giornata lavorare all’aperto è vietato è il portale:
Basta accedere alla sezione “Mappe giornaliere – attività fisica intensa al sole” per verificare il livello di rischio nel proprio Comune.
Il codice colore da tenere d’occhio è:
- Verde: nessun rischio
- Giallo: attenzione
- Arancione: rischio moderato
- Rosso: rischio alto (attiva il divieto)
Molte ordinanze, come in Lombardia e Molise, prevedono che il divieto entri in vigore solo nei giorni da “bollino rosso”, per evitare automatismi eccessivamente rigidi, ma tutelare comunque chi lavora esposto al sole.
Deroghe e obblighi organizzativi
Restano escluse dal divieto alcune attività:
- pubbliche amministrazioni
- lavori urgenti o di pubblica utilità
- interventi di protezione civile e sicurezza pubblica
In questi casi, è comunque obbligatorio adottare tutte le misure organizzative e tecniche per ridurre il rischio: pause all’ombra, turnazioni, idratazione, DPI idonei.
* Video relativo alle ordinanze dello scorso anno.
Un’estate che segna un cambio di paradigma
Il caldo estremo non è più un evento eccezionale: è un fattore costante con cui tutti — lavoratori, imprese, enti pubblici — devono imparare a convivere. Le ordinanze anti-caldo, sebbene reattive e regionali, mostrano finalmente una risposta concreta.
Ma il passo successivo dovrà essere un intervento nazionale organico, che integri il rischio climatico nelle norme generali sulla sicurezza del lavoro. Il tempo delle emergenze occasionali è finito: il clima è ormai una variabile strutturale, e come tale va trattata.