Con la circolare INPS n. 102 del 16 giugno 2025, prende nuova forma il cosiddetto “bonus Giorgetti”, l’incentivo economico destinato a chi sceglie di rinviare il pensionamento nonostante abbia già maturato i requisiti per uscire dal lavoro. Introdotto nel 2022 come “bonus Maroni” e riformulato dalla legge di Bilancio 2025, oggi lo strumento si presenta con una platea ampliata e un meccanismo semplificato.
La misura consente di ottenere in busta paga l’equivalente della quota di contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) a carico del lavoratore, producendo un aumento netto dello stipendio di circa il 10%. In cambio, si posticipa il pensionamento e si accetta una possibile riduzione dell’assegno pensionistico futuro.
Dal bonus Maroni al bonus Giorgetti: cosa cambia nel 2025
Il bonus Giorgetti rappresenta l’evoluzione del precedente bonus Maroni, in vigore fino al 2024, che era limitato ai lavoratori che avevano maturato i requisiti per la pensione anticipata flessibile (es. Quota 102). Con la legge di Bilancio 2025, il perimetro dell’incentivo è stato significativamente ampliato: ora possono beneficiarne anche i lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.
La platea si estende così a un numero molto più ampio di lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, a condizione che siano iscritti all’AGO o a forme sostitutive/esclusive, non abbiano già raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia e non percepiscano una pensione diretta (salvo l’assegno ordinario di invalidità). L’esonero dai contributi IVS scatta dalla prima data utile per il pensionamento, o dal mese successivo alla domanda se presentata dopo.
Come funziona il bonus Giorgetti
Il principio è chiaro: chi sceglie di continuare a lavorare dopo aver maturato i requisiti per la pensione anticipata può rinunciare alla propria quota di contributi IVS. Tali somme, che non saranno più versate all’INPS, vengono corrisposte direttamente nella busta paga mensile, esentasse e non soggette a ulteriori contributi.
Il beneficio decorre dalla prima data utile per l’accesso alla pensione (ordinaria o flessibile) e termina quando si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia o si inizia a percepire una pensione diretta.
Chi può beneficiarne
La platea dei beneficiari è stata estesa dalla manovra finanziaria 2025. Possono richiedere il bonus:
- i lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato;
- iscritti all’AGO (Assicurazione generale obbligatoria) o a forme sostitutive/esclusive;
- che maturano entro il 31 dicembre 2025 i requisiti per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne) o per la pensione flessibile (Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi);
- che non siano già titolari di pensione diretta, fatta eccezione per chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità;
- che non abbiano ancora compiuto l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni nel 2025).
La rinuncia ai contributi è una scelta esercitabile una sola volta nella vita lavorativa, con la possibilità di una sola revoca.
Effetti sullo stipendio e sulla pensione
Il bonus si traduce in un aumento netto dello stipendio mensile, mediamente intorno al 10%, grazie alla mancata trattenuta dei contributi IVS. Per esempio, su uno stipendio lordo di 2.000 euro, il beneficio potrebbe ammontare a circa 180-200 euro in più ogni mese.
Tuttavia, la somma non contribuisce alla formazione del montante contributivo individuale. Quindi, pur mantenendo la quota di contribuzione a carico del datore di lavoro, il valore della futura pensione (calcolata con il sistema contributivo) sarà leggermente inferiore rispetto al caso in cui il lavoratore avesse continuato a versare integralmente.
Come fare domanda
La procedura è interamente telematica:
- Il lavoratore presenta domanda tramite il sito INPS.
- L’INPS verifica i requisiti e comunica l’esito entro 30 giorni.
- In caso positivo, il datore di lavoro riceve conferma e può attivare l’erogazione in busta paga, sospendendo il versamento della quota a carico del dipendente.
La misura è compatibile con altri sgravi contributivi che riguardano il datore di lavoro, ma non con altri esoneri sulla quota lavoratore.
Una scelta da ponderare
Il bonus Giorgetti rappresenta una soluzione concreta per chi desidera aumentare il proprio reddito negli ultimi anni di carriera. Tuttavia, come ogni incentivo previdenziale, comporta valutazioni di lungo periodo: il beneficio immediato potrebbe non compensare interamente la riduzione del trattamento pensionistico futuro, soprattutto per chi ha una carriera costruita prevalentemente con il sistema contributivo.
Il consiglio, per chi è in bilico tra pensione e permanenza al lavoro, è di simulare le due alternative con il supporto di un patronato o di un consulente previdenziale.
In conclusione
Il bonus Giorgetti si inserisce in una strategia di contenimento della spesa pensionistica che mira a trattenere in servizio chi può e vuole ancora contribuire. Una misura flessibile, che sposta l’equilibrio tra salario e pensione, rimettendo al centro la libera scelta del lavoratore.
Riassumendo in pochi punti:
- Il bonus Giorgetti (o anche bonus Maroni) premia chi rinuncia alla pensione anticipata, aumentando lo stipendio netto (circa +10%).
- Destinatari: lavoratori dipendenti con requisiti per pensione anticipata maturati entro il 2025.
- Vantaggio: la quota IVS non versata viene erogata in busta paga, esentasse.
- Svantaggio: pensione futura da valutare con l’ausilio di un patronato o un consunte previdenziale.
- Domanda online all’INPS, con risposta entro 30 giorni.
- Scopo: ritardare le uscite dal lavoro e contenere la spesa pensionistica.
Allegati
INPS, Circolare numero 102 del 16-06-2025 (220,3 KiB, 4 hits)