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Cassazione: la denuncia di infortunio fatta dal datore vale come confessione

La denuncia del datore fatta all'Inail dell'infortunio del lavoratore, può avere valenza di confessione stragiudiziale, circa le modalità del fatto


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di - 10 Aprile 2013

La Cassazione, con sentenza nr. 8611 dello scorso 9 aprile 2013 ha affermato che, in caso di infortunio del dipendente, la denuncia di infortunio fatta dal datore di lavoro all’Inail, possono assumere natura confessoria in quanto, nel giudizio possono essere utilizzate contro di lui ai fini dell’accertamento della responsabilità concernente il danno subito dal lavoratore.

Il caso è arrivato in Cassazione, in seguito del ricorso presentato dal lavoratore he chiedeva il risarcimento del danno da infortunio sul lavoro che, aveva causato al lavoratore un trauma cranico con postumi.

Il lavoratore, a seguito di una caduta da uno scaffale all’altezza di oltre 2 metri, riportava un “trauma cranico commotivo con frattura completa di rocca e mastoide di dx, focolai contusivi minimi encefalici, paresi del IV nc di dx”.

Il Tribunale di primo grado e la Corte d’appello, rigettavano il ricorso del lavoratore affermando che la denuncia dell’infortuni fatta dal datore all’Inail, con la quale si descriveva l’infortunio come “caduta da uno scaffale”, non potesse considerarsi confessione, in quanto, priva dell’elemento soggettivo della consapevolezza e non accompagnata da ulteriori precisazioni o testi oculari.

Gli Ermellini, ribaltando le precedenti sentenze affermano che “si può attribuire  valenza di confessione stragiudiziale ex art. 2375 c.c. ad una denuncia di infortuni, nella parte in cui ne descrive, sia pur succintamente, le modalità di accadimento”.

Tale confessione, precisa la Corte, essendo rivolta ad un terzo (in questo caso l’Inail), può essere liberamente valutata dal giudice. Pertanto, la Cassazione, accogliendo il ricorso del lavoratore, cassa la sentenza e rinvia al giudice d’appello, enunciando il seguente principi di diritto da tener presente nella decisione: “l ‘elemento soggettivo della confessione (animus confitendi) si configura come mera volontà e consapevolezza di riconoscere la verità del fatto dichiarato, obiettivamente sfavorevole al dichiarante e favorevole all’altra parte, senza che sia necessaria l’ulteriore consapevolezza di tale obiettiva incidenza e delle conseguenze giuridiche che ne possono derivare”.

In considerazione di ciò, “può attribuirsi valenza di confessione stragiudiziale ex art. 2735 c.c. ad una denuncia di infortunio sul lavoro effettuata ex art. 53 Dpr n. 1124/65, nella parte in cui ne descrive, sia pur succintamente, le modalità di accadimento e/o ogni altra circostanza di fatto”.

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Categories: Sentenze Lavoro
Tags: CassazioneInfortunio sul LavoroSentenze