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Bonus Casa 2026: cosa cambia (e cosa resta) nella Manovra

Antonio Maroscia15 Ottobre 20255 Mins Read
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Bonus Casa 2026: conferma della detrazione 50% per la prima casa e 36% per le seconde, novità su Ecobonus e incentivi in Manovra.

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Bonus casa
Bonus casa
Indice:
  • Proroga con continuità: il “50 %” resta (per la prima casa)
  • Seconda casa: detrazione al 36 % confermata
  • Lavori agevolabili: cosa si può detrarre
  • Ecobonus: parallelo, con stesso profilo
  • Cosa potrebbe saltare o essere rivisto
  • Criticità e aspetti da vigilare
  • Cosa significa tutto questo per te

Mentre la Manovra 2026 entra nel vivo delle trattative politiche e tecniche, uno dei capitoli che catalizza l’attenzione di famiglie, professionisti e imprese è quello dei bonus edilizi. In particolare, il Bonus Casa – cioè le agevolazioni fiscali per lavori di ristrutturazione – sembra destinato a restare protagonista anche nel prossimo anno. Ma con quali regole? Quali limiti? E soprattutto, quale impatto per il cittadino che sogna di rimettere a nuovo la casa?

Di seguito, la mia sintesi ragionata delle novità attese, con gli aspetti da monitorare da vicino.

Proroga con continuità: il “50 %” resta (per la prima casa)

Una delle conferme più rilevanti che emerge dalle bozze della Manovra è che la detrazione del 50 % per i lavori sulla prima abitazione verrà mantenuta anche per il 2026. Non si tratta di un’estensione condizionata: l’intento sembra essere quello di dare stabilità al mercato, evitando che venga tagliato l’incentivo già a inizio anno.

Questo significa che chi interviene sull’abitazione principale potrà continuare a beneficiare dello sconto fiscale su una spesa fino a 96.000 euro per unità immobiliare, esattamente come oggi. Non sono previste soglie reddituali che limitino l’accesso, almeno nelle anticipazioni disponibili.

In passato era circolata l’ipotesi di abbassare la percentuale dal 50 al 36 %, ma per ora appare che quel cambiamento sia rinviato al 2027, con la Manovra 2026 che fa da “cuscinetto” temporaneo.

Seconda casa: detrazione al 36 % confermata

Anche per gli immobili diversi dall’abitazione principale – le cosiddette “seconde case” – il Bonus Casa dovrebbe restare attivo con la detrazione al 36 % per i medesimi lavori edilizi. Quindi, nel 2026 non si assisterebbe al calo previsto inizialmente (dal 36 % al 30 %) per tali immobili.

Anche in questo caso il limite di spesa massimo dovrebbe restare 96.000 euro per unità immobiliare. La misura permette di dare respiro anche a chi investe sugli immobili non destinati alla prima casa.

Lavori agevolabili: cosa si può detrarre

Le categorie di interventi che continuerebbero a godere delle agevolazioni sono quelle classiche, già conosciute dai contribuenti:

  • rifacimento di impianti elettrici e idraulici
  • sostituzione di infissi e serramenti
  • acquisto e installazione di climatizzatori, caldaie, pompe di calore
  • realizzazione o sistemazione di box auto e pertinenze
  • interventi antisismici
  • installazione di pannelli solari e sistemi di accumulo

Per usufruire del beneficio resta necessaria la modalità di pagamento tramite bonifico parlante, con tutti i dati corretti del pagatore e del fornitore, e la documentazione (fatture, ricevute) a supporto.

Ecobonus: parallelo, con stesso profilo

Il capitolo Ecobonus, ovvero le agevolazioni per gli interventi di efficienza energetica (es. pannelli solari, infissi termici, schermature solari) pare fatto rientrare nella stessa logica del Bonus Casa. Le aliquote e le modalità rimarrebbero coerenti con il regime vigente, almeno fino al 31 dicembre 2027.

Quindi, non si prevede un cambio radicale nel 2026: chi investe in un edificio più efficiente potrà continuare a contare su detrazioni significative, compatibilmente con i tetti previsti per ciascuna tipologia di intervento.

Cosa potrebbe saltare o essere rivisto

Non tutte le agevolazioni sembrano aver ottenuto un “salvagente” in Manovra:

  • Il Bonus Mobili e Elettrodomestici – che permette lo sconto fiscale per l’acquisto di arredi destinati a immobili oggetto di ristrutturazione – al momento non sembra destinato alla proroga oltre il 2025.
  • Anche il Bonus per le Barriere Architettoniche, con detrazione al 75 %, è in scadenza per fine 2025 e non ci sono certezze sulla sua conferma nel 2026.
  • L’ipotesi di ridurre il periodo di recupero delle detrazioni (da 10 a 5 anni) è sul tavolo, ma è indicata come “opzione in valutazione” e non come misura certa.

Se queste misure venissero escluse, tanti contribuenti che contavano su sconti aggiuntivi potrebbero essere penalizzati.

Criticità e aspetti da vigilare

Anche se le conferme suscitano una certa fiducia, restano numerosi elementi da chiarire:

  • Copertura finanziaria: ogni estensione o mantenimento richiede risorse consistenti, e la Manovra dovrà mostrare dove le trova senza compromettere altri capitoli.
  • Dettagli tecnici: sarà fondamentale leggere il testo ufficiale per capire se ci saranno vincoli particolari, esclusioni di interventi, tetti alternativi, o clausole “selettive” che limitino l’accesso effettivo.
  • Possibile riduzione del termine di recupero: se si passasse da 10 a 5 anni potrebbe cambiare sensibilmente la convenienza effettiva per chi investe poco per volta.
  • Equità tra contribuenti: è importante che le misure restino accessibili anche per chi ha redditi medi e che non si trasformino in vantaggi solo per chi ha grandi capacità finanziarie.

Cosa significa tutto questo per te

Se stai progettando lavori nella tua casa nel 2026, queste anticipazioni ti dicono che è plausibile contare ancora sul Bonus Casa con percentuale del 50% (prima casa) o del 36% (altre abitazioni). Non serve correre a chiudere ogni cantiere entro fine anno: sembrerebbe esserci continuità fiscale, almeno per un anno.

Tuttavia, rimane fondamentale:

  1. monitorare l’iter parlamentare della Manovra per verificare se cambierà qualcosa in corso d’opera;
  2. conservare tutte le fatture, usare il bonifico parlante e rispettare ogni requisito tecnico;
  3. pianificare l’investimento tenendo conto che alcune agevolazioni (come bonus mobili o barriere) potrebbero non essere prorogate;
  4. valutare l’impatto temporale di possibili modifiche al periodo di recupero.

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