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Home»Soldi e Diritti»NASpI e lavoro part-time: quante settimane servono davvero per ottenere la disoccupazione

NASpI e lavoro part-time: quante settimane servono davvero per ottenere la disoccupazione

Non contano le settimane lavorate ma quelle utili al conteggio
Antonio Maroscia11 Giugno 20254 Mins Read
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Scopri quante settimane servono per ottenere la NASpI se lavori part-time e come verificare se i contributi versati sono utili.

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La Posta di Lavoro e Diritti

Ogni settimana riceviamo numerose domande su temi legati alla disoccupazione, e una tra le più frequenti riguarda i requisiti per ottenere la NASpI. C’è spesso confusione, soprattutto tra chi lavora part-time, su quante settimane servano per maturare il diritto all’indennità. Ecco una richiesta che ci è arrivata in redazione e che ci dà l’occasione per fare chiarezza.

Buongiorno, non mi è chiara una cosa, relativamente ai requisiti per ottenere la NASpI, un lavoratore part-time a 20 ore settimanali deve aver sempre raggiunto le 13 settimane o ne servono 26 (il doppio)? Purtroppo ricevo sempre risposte contraddittorie al riguardo e vorrei capire esattamente come funziona. Grazie mille in anticipo.

La tua domanda è molto utile, perché il requisito contributivo per accedere alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) può creare confusione, soprattutto nei casi di lavoro part-time. Facciamo chiarezza.

Indice:
  • Quante settimane servono per avere diritto alla NASpI?
  • Il part-time riduce i requisiti?
  • Quindi servono 13 settimane, non 26
  • Consiglio utile

Quante settimane servono per avere diritto alla NASpI?

Per poter accedere alla NASpI, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, servono:

  • Almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio della disoccupazione.

Dal 1° gennaio 2022, non è più necessario il requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti l’evento di disoccupazione. Questo significa che oggi conta solo la contribuzione settimanale.

Un ulteriore chiarimento utile riguarda chi si dimette volontariamente: in questo caso, per poter accedere alla NASpI in futuro, è necessario maturare 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi successivi alle dimissioni (a meno che le dimissioni non siano per giusta causa, nel qual caso il trattamento è immediatamente accessibile se sussistono gli altri requisiti).

Ora, vediamo come queste “13 settimane” vengono calcolate nel caso del lavoro part-time.

Il part-time riduce i requisiti?

La risposta è no, il requisito resta invariato anche per chi lavora part-time. Ciò che conta per la NASpI è che siano state accreditate 13 settimane utili di contribuzione, non importa se si lavora 20, 30 o 40 ore settimanali.

Cosa si intende per “settimana utile”?

Una settimana è considerata utile se in essa è stato raggiunto il minimale contributivo settimanale stabilito annualmente dall’INPS.

Nel 2025, ad esempio, una settimana viene riconosciuta solo se la retribuzione imponibile è pari o superiore a 227,18 euro (questo valore è aggiornato ogni anno). Se in una settimana il lavoratore part-time guadagna meno di questa soglia, quella settimana non verrà considerata utile ai fini NASpI.

Esempio pratico

Prendiamo Marco, lavoratore part-time a 20 ore settimanali, con retribuzione mensile di 800 euro. Dividendo per 4,33 settimane, risulta una retribuzione settimanale di circa 185 euro. In questo caso, ogni settimana non supera la soglia minima INPS, quindi non tutte le settimane saranno valide ai fini NASpI.

Per rimediare, molti lavoratori part-time raggiungono il requisito delle 13 settimane solo dopo più mesi di lavoro, proprio perché non tutte le settimane vengono conteggiate.

Quindi servono 13 settimane, non 26

Riassumendo:

  • Non servono 26 settimane per chi è part-time.
  • Ne bastano 13, ma devono essere “utili”, cioè superare il minimale settimanale.

E’ chiaro anche che in proporzione ai contributi utili sarà riproporzionato anche l’importo della Naspi che lo ricordiamo varia proprio in base alla retribuzione del lavoratore.

Consiglio utile

Per chi lavora part-time o con retribuzioni contenute, è sempre utile:

  • Controllare regolarmente il proprio estratto conto contributivo INPS.
  • Verificare se le settimane risultano accreditate come “utili”.
  • In caso di dubbi, rivolgersi a un Patronato o a un consulente del lavoro per il calcolo preciso.

Se sei in dubbio su quante settimane ti sono state riconosciute, puoi anche usare il servizio online dell’INPS “Estratto conto contributivo” o la sezione dedicata alla NASpI nel tuo fascicolo previdenziale.


Per concludere ricordiamo che se hai una domanda su pensioni, lavoro o contributi puoi scriverci tramiteil servizio “La Posta di Lavoro e Diritti”.

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