Il Ministro Bossi non sarà di certo felice nel leggere questo articolo del Corriere della Sera a firma Gian Antonio Stella che ha portato alla ribalta, con il suo noto piglio, una vicenda quasi del tutto oscura ai media nazionali.
Il caso riguarda i lavoratori cosiddetti transfrontalieri comaschi, varesini, verbanesi che tutti i giorni si recano oltre frontiera nella Svizzera ticinese per lavoro. Così si scopre che quelli che erano da sempre considerati “cugini” hanno un’idea non proprio fraterna di noi italiani.
E sulla questione hanno addirittura creato un sito www.balairatt.ch, con tanto di dati pubblicati a caratteri cubitali, in cui accostano tranquillamente il fenomeno dell’immigrazione pendolare ai dati sulla sicurezza e sulla fiscalità. Come a dire che i lavoratori che si recano a lavorare in Ticino dall’Italia sono la causa della disoccupazione crescente, della criminilità e delle tasse troppo elevate del cantone svizzero… mi sembra di aver già sentito queste parole!
Perciò cara Lega, pensa bene prima di parlare male del tuo cugino meridionale, perchè anche la Padania e i suoi abitanti un giorno potrebbero essere etichettati come terroni d’Europa!
P.s. ovviamente noi di Lavoro e Diritti non ci riconosciamo nei discorsi della Lega, ne tantomeno nel sito Bala i ratt e anzi esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori transfrontalieri che con grandi sacrifici sono costretti ad una vita da pendolari per portare il pane a casa. Anzi riteniamo che la migrazione di qualsiasi genere e provenienza costituisca una ricchezza per le regioni che la accolgono.
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