Ogni anno, mentre si avvicina la fine di dicembre e l’attenzione dei lavoratori si sposta sulle festività e sulla tredicesima, nelle aziende si prepara una delle operazioni fiscali più delicate e decisive dell’intero anno: il conguaglio IRPEF.
Si tratta di un meccanismo fondamentale, spesso poco compreso, che permette di “chiudere i conti” con il Fisco e verificare se le imposte trattenute mese dopo mese corrispondono davvero a quanto il lavoratore deve pagare in base al suo reddito reale. Il conguaglio può tradursi in un rimborso, oppure in una trattenuta aggiuntiva. In entrambi i casi, tutto avviene nella busta paga del mese di dicembre, ovvero quella relativa allo stipendio di dicembre.
Prima di capire quindi cos’è il conguaglio Irpef e come si effettua il ricalcolo, è fondamentale chiarire un punto che ogni anno genera dubbi e malintesi.
Busta paga di dicembre (ovvero relativa allo stipendio di dicembre)
Quando parliamo di cedolino a dicembre, ci riferiamo alla “busta paga di dicembre” e non a quella che molti lavoratori ricevono i primi del mese di dicembre. Il cedolino che arriva a fine novembre o i primi di dicembre è quasi sempre quello di novembre, perché le buste paga vengono elaborate il mese dopo la prestazione lavorativa.
Il conguaglio IRPEF, invece, riguarda la busta paga di competenza dicembre, cioè quella collegata allo stipendio di dicembre. Quindi:
- Dipendenti pubblici enti locali e NoiPA: lo stipendio di dicembre e la tredicesima arrivano prima di Natale, quindi il conguaglio viene incassato o pagato subito.
- Dipendenti privati: la tredicesima arriva prima di Natale, ma lo stipendio di dicembre — quello con il conguaglio — viene pagato il 27/28 dicembre o anche nei primi giorni di gennaio.
Questo significa che:
- il conguaglio NON è nella busta paga che ricevi a dicembre,
- ma nella busta paga relativa al mese di dicembre, che potresti ricevere quando iniziano ad accreditarlo.
È un dettaglio tecnico, certo, ma fondamentale per interpretare correttamente il cedolino e capire perché l’importo finale a volte cambia in modo significativo.
Infine i pensionati ricevono il cedolino di dicembre e la tredicesima già i primi del mese di dicembre. Anche per loro potrebbe esserci un conguaglio Irpef se ad esempio non hanno comunicato per tempo una variazione del nucleo familiare.
Leggi anche: Tredicesima 2025, ci siamo quasi: ecco quando arriva a pensionati, lavoratori privati e dipendenti pubblici
Come funziona il calcolo dell’IRPEF in busta paga
Durante tutto l’anno, il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, trattiene mensilmente l’IRPEF basandosi su una previsione del reddito annuale e versa questa trattenute all’erario. Questa previsione viene fatta a gennaio, quando l’unico dato certo è la retribuzione di quel mese e dell’anno precedente. Si tratta quindi di una proiezione dell’Irpef dovuta.
Poi la vita lavorativa scorre: straordinari, assenze, premi, indennità, modifiche del contratto, bonus non previsti… e il reddito effettivo può essere molto diverso da quello stimato.
A dicembre, grazie alla disponibilità di tutti i dati reali dell’anno — stipendio, tredicesima, mesi lavorati, detrazioni applicate diventa finalmente possibile:
- determinare il reddito annuale effettivo,
- calcolare l’imposta reale dovuta,
- confrontarla con le trattenute già versate.
È qui che nasce il conguaglio: una fotografia finale dell’anno fiscale del lavoratore, che serve ad allineare la tassazione alla realtà.
Come funziona il conguaglio IRPEF a dicembre
1. Si somma tutto ciò che è stato percepito nell’anno
L’ufficio paghe ricostruisce il reddito imponibile: stipendi, indennità, straordinari, premi, tredicesima (e quattordicesima se prevista). È la base di partenza per ogni calcolo fiscale.
2. Si applicano le aliquote IRPEF sugli scaglioni
Le aliquote sono progressive: più cresce il reddito, più aumenta la percentuale di tassazione. Questo passaggio porta a determinare l’IRPEF lorda.
3. Si sottraggono le detrazioni spettanti
È il momento in cui entrano in gioco:
- detrazioni per lavoro dipendente,
- detrazioni per familiari a carico,
- agevolazioni e crediti che il datore è autorizzato a gestire.
Il risultato è l’IRPEF netta, cioè la vera imposta da versare per tutto l’anno.
Conguaglio Irpef a credito o a debito nella busta paga di dicembre
Nella busta paga di dicembre si procede quindi al conguaglio dell’Irpef. Si confronta cioè il dovuto con quanto già trattenuto.
Ed ecco l’esito finale:
- Conguaglio a credito: il dipendente ha versato troppo → riceve un rimborso.
- Conguaglio a debito: ha versato troppo poco → paga la differenza nella busta paga di dicembre (con una trattenuta).
A volte la differenza è minima, altre volte può essere più consistente. Dipende dai cambiamenti avvenuti nell’anno e dalla precisione delle detrazioni aggiornate dal lavoratore.
Cosa accade se il conguaglio non chiude tutti i conti? Arriva il 730
Dobbiamo sapere che la Certificazione Unica che il dipendente riceve a marzo è già una dichiarazione dei redditi. Pertanto se lo stesso non ha ulteriori detrazioni o altri redditi da dichiarare non è tenuti a fare altre dichiarazioni dei redditi.
Se invece alcune informazioni — come spese detraibili, cambiamenti familiari o bonus non applicati — non sono state comunicate al datore per tempo interviene la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo (ovvero il 730 o Redditi):
- se spettano ulteriori detrazioni → si ottiene un rimborso IRPEF,
- se ci sono redditi non considerati → si genera un debito.
Il conguaglio aziendale e il conguaglio tramite 730 non si escludono: convivono per garantire la correttezza fiscale complessiva.
Cos’è il “Codice Tributo 1001”
Il famoso codice 1001 compare che spesso è associato alla voce nella busta paga di dicembre, accanto alla parte dedicata al conguaglio, è semplicemente il codice con cui il datore di lavoro versa all’Agenzia delle Entrate:
- l’IRPEF trattenuta mese per mese,
- l’imposta sulle mensilità aggiuntive,
- e, naturalmente, il conguaglio finale.
Se nel cedolino compare “IRPEF cod. 1001 – conguaglio”, significa che quella voce riguarda l’imposta trattenuta (o rimborsata) per chiudere l’anno fiscale.
Conclusione: occhio alla busta paga di dicembre
Il conguaglio IRPEF non è solo un calcolo tecnico, ma una tappa obbligata che definisce il vero rapporto fiscale tra lavoratore e Fisco.
Per interpretare correttamente quanto accade nella busta paga di dicembre è essenziale capire tre elementi:
- la busta paga consegnata i primi di dicembre (soprattutto nel privato) si riferisce allo stipendio di novembre
- la busta paga con il conguaglio è quella di competenza dicembre
- lo stipendio di dicembre può essere pagato prima di Natale, dopo Natale o a gennaio, ma non cambia la competenza del cedolino
Solo così è possibile evitare malintesi, leggere con serenità l’esito del conguaglio e comprendere perché la busta paga di dicembre presenta importi diversi dal solito.
