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Permessi per allattamento: cosa sono, quante ore spettano, chi paga, come fare domanda

Cosa sono e come funzionano i permessi per allattamento? Chi paga le ore di allattamento e come si fa domanda? Guida completa e aggiornata.


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di - 16 Aprile 2024

Cosa sono e come funzionano i permessi per allattamento? Il primo anno di vita del bambino è sicuramente il periodo più difficile a livello organizzativo per i genitori / lavoratori. Ecco perchè accanto alla tutela di maternità e paternità obbligatoria e al congedo parentale facoltativo vi è la possibilità di assentarsi per un periodo ulteriore usufruendo dei riposi giornalieri o permessi per allattamento.

Le ore di allattamento sono quindi un’ulteriore tutela concessa ai genitori che prende il nome anche di riposi giornalieri. Questa tutela consiste in permessi giornalieri fino a due ore di riposo retribuito dal lavoro in cui il genitore può uscire dall’azienda per occuparsi del figlio.

Vediamo meglio cosa sono, come funzionano, la retribuzione, casi particolari e come fare la domanda online all’INPS.

Permessi per allattamento: la normativa di riferimento

Il riferimento normativo dei permessi di allattamento è sempre il D.lgs. 151/2001 ovvero il Testo Unico sulla maternità e paternità. In particolare l’articolo 39 si occupa precisamente di periodi di riposo orari per allattamento i quali spettano anche in caso di adozione e affidamento, nel corso del primo anno di ingresso del figlio.

Vengono considerate ore di riposo perché effettivamente il genitore non presta la propria attività lavorativa durante questo periodo; questo si compone solitamente da due ore, anche consecutive.

Il genitore può quindi decidere di utilizzare questo periodo per recarsi al lavoro due ore dopo il normale orario di inizio, oppure al contrario per uscire prima dall’azienda, permettendo quindi una maggiore flessibilità e organizzazione.

Per quanto riguarda la normativa INPS fare riferimento alla guida sul portale online denominata: “Indennità per riposi giornalieri per padri e madri dipendenti”.

Permessi allattamento, quando spettano al padre

Ora vediamo il caso in cui il permesso di allattamento spetta al padre, anziché alla madre. Sebbene lo scopo di queste ore sia quello della nutrizione del figlio da parte della madre, da cui nasce il nome “permessi per allattamento”, si tratta in realtà di ore che possono essere utilizzate anche per la cura del figlio stesso.

Le ore di allattamento inoltre possono essere usate anche dal padre per la cura del bambino, così come previsto dalla normativa in materia, ma solo a determinate condizioni.

Proprio per questo motivo parliamo genericamente di genitore in quanto non è un diritto solo ed esclusivamente della madre, ma può avvalersene anche il padre:

  1. sia nei casi in cui non vi sia la madre,
  2. ma anche nel caso in cui questa sia una lavoratrice dipendente e decida di non avvalersene
  3. oppure non sia una lavoratrice dipendente e quindi non ne abbia diritto.

Leggi anche: Riposi giornalieri di allattamento al padre se la madre non lavora

Nello specifico, il padre può usufruire dei periodi di riposo qualora:

Permessi giornalieri di allattamento di 2 ore (ma non sempre)

Ma i permessi di allattamento sono sempre di 2 ore giornaliere? Non in tutti i casi il periodo di allattamento è pari a due ore. Vi sono taluni casi specifici previsti dalla normativa in cui il permesso giornaliero può avere una diversa durata, parliamo ad esempio dei lavoratori part-time, di chi ha due o più gemelli ecc.

Ecco le eccezioni previste dalla legge:

  1. innanzitutto, nel caso in cui l’orario giornaliero sia inferiore a 6 ore il periodo di cui possono godere i genitori si abbassa ad una sola ora;
  2. secondariamente qualora all’interno del luogo di lavoro vi sia un asilo nido o una struttura attrezzata per la cura del neonato allora il genitore può usufruire di solo mezz’ora di stacco;
  3. situazione diversa, infine, in caso di parto gemellare: i periodi di riposo in questo caso vengono infatti raddoppiati.

Riposi giornalieri per allattamento: come conciliarli con le esigenze aziendali?

La scelta di utilizzare le ore di riposo giornaliere per allattamento è libera e non vi è nessun obbligo per il lavoratore di richiederle. Al tempo stesso anche il periodo temporale di quando utilizzarle è a discrezione dei genitori.

Questo significa che al termine dell’astensione obbligatoria la madre che intende tornare al lavoro senza beneficiare del congedo parentale può usufruire dei riposi di allattamento, come invece può decidere di utilizzare in modo frazionato il congedo parentale e, sempre entro il compimento dell’anno del figlio, decidere di utilizzare i riposi per allattamento.

Essendo un diritto dei lavoratori il datore di lavoro non si può opporre a questa scelta né tanto meno ostacolarla; ciò significa che il datore deve consentire alla madre la fruizione dei permessi qualora la stessa presenti esplicita richiesta.

Sicuramente le parti, lavoratrice o lavoratore e datore di lavoro devono concordarne la fruizione tenendo anche conto dell’organizzazione dell’attività lavorativa. Al tempo stesso delle esigenze dei genitori che magari possono trovare giovamento nel dividere l’utilizzo del periodo di allattamento; arrivando ad esempio un’ora più tardi e uscendo un’ora prima dall’azienda, anziché utilizzare il blocco delle due ore consecutive, incidendo in maniera meno pesante sull’organizzazione lavorativa.

Come fare domanda di allattamento INPS

Per fare domanda di permessi di allattamento non si segue più la vecchia procedura cartacea, ma bisogna fare una apposita domanda telematica all’INPS.

Con Messaggio numero 3014 del 27 luglio 2018 l’Istituto di previdenza ha comunicato le nuove modalità di domanda di riposi giornalieri per allattamento. Da tale data la richiesta di permessi non va più presentata al datore di lavoro in modalità cartacea, ma direttamente all’INPS dal sito dell’Istituto.

E’ stata infatti predisposta una apposita applicazione, nell’area riservata al cittadino con cui fare domanda di permessi di allattamento.

Si può accedere all’area riservata:

  1. tramite le credenziali SPID, CNS o Carta d’identità elettronica 3.0.
  2. la domanda può essere altresì inoltrata tramite Patronato oppure tramite contact center integrato dell’INPS al numero 803164 o 06164164.

Permessi di allattamento: chi paga e quanto spetta di retribuzione

Per le ore di permesso per allattamento al lavoratore spetta sempre la retribuzione piena. Il datore di lavoro inserirà le ore di permesso in busta paga e poi potrà riprendere la somma dall’INPS tramite modello F24.

L’Istituto previdenziale interviene quindi sia nella gestione della domanda online che nel momento del pagamento. Come tutte le altre astensioni di cui abbiamo trattato anche i permessi per allattamento sono a carico dell’INPS, al 100%; di fatto vengono erogati anticipatamente dal datore di lavoro il quale provvede ad effettuare un conguaglio sulla contribuzione dovuta all’Istituto.

Questo periodo trascorso dai genitori fuori dall’azienda è equiparato ad ore di lavoro; proprio per questo motivo non vi è alcuna variazione in ordine all’anzianità di servizio dei lavoratori che ne usufruiscono. Ne tanto meno va ad incidere sulla maturazione di ferie, permessi e mensilità aggiuntive.

FAQ Riposi Allattamento

Terminiamo la nostra guida con un po’ di domande frequenti sull’argomento dei riposi giornalieri.

Si possono cumulare i permessi per allattamento al congedo parentale a ore?

Non è possibile fruire nella stessa giornata dei permessi in oggetto con il congedo parentale ad ore, per previsione di legge di legge (Art. 32, c. 1-ter, D.Lgs. n. 151/2001).

E’ possibile accorpare le ore di riduzione in un unico giorno?

Non si possono accorpare le ore di riposo per allattamento in un’unica giornata, semplicemente perchè il limite di fruizione giornaliero dipende dalle ore giornaliere di lavoro. Per la giornata di lavoro da 6 ore in su il riposo è di 2 ore, se la giornata di lavoro è inferiore a 6 ore il riposo è di 1 ora.

I lavoratori intermittenti possono fruire delle ore di riposo per allattamento?

Certamente, al pari degli altri lavoratori anche quelli a chiamata o intermittenti possono fruire dell’allattamento, ma solo nelle giornate di lavoro (di chiamata).

A tal proposito si veda la Circolare INPS n. 41/2006.

I permessi allattamento spettano al padre anche se la madre non lavora?

La Legge prima e la giurisprudenza poi prevedono che il padre ha diritto ad usufruire dei riposi giornalieri di allattamento anche se la madre non lavora o è casalinga.

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This post was last modified on 16 Aprile 2024

Categories: ABC Lavoro
Tags: Maternitàpermessi e congedi