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Preavviso dimissioni: quanti giorni servono, calcolo e come procedere

Il lavoratore deve comunicare in anticipo che vuole licenziarsi da un'azienda e il periodo di preavviso di dimissioni varia con il CCNL.


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di - 30 Ottobre 2023

Per dare correttamente le dimissioni dal proprio lavoro, a meno che si tratti di dimissioni in tronco per giusta causa, bisogna rispettare un periodo di preavviso minimo stabilito dalla contrattazione collettiva. Quali sono quindi i giorni di preavviso da rispettare per licenziarsi dal lavoro?

Partiamo dal presupposto che le dimissioni sono l’atto con cui il lavoratore esprime la sua volontà di interrompere il rapporto di lavoro in essere; tuttavia prima di “licenziarsi”, lo stesso deve rispettare alcune regole, fra cui il preavviso, la forma ecc.

Il preavviso di dimissioni serve per concedere all’azienda il tempo necessario per trovare un sostituto e/o di riorganizzare l’attività produttiva. Il dipendente quindi è tenuto a comunicare la sua scelta con un congruo anticipo, cosiddetto “periodo di preavviso”, la cui durata è fissata dai CCNL (Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro). In assenza di questo periodo si parla di mancato preavviso con le relative conseguenze economiche del caso.

Azienda e lavoratore sono però liberi di raggiungere un accordo che fissi un numero di giorni di preavviso inferiore o superiore rispetto a quello fissato generalmente. Analizziamo nel dettaglio come fare e quali sono le tempistiche che il dipendente deve rispettare per rassegnare le dimissioni.

Dimissioni volontarie: qual è il preavviso obbligatorio

La legge (art. 2118 Codice civile) concede al lavoratore la possibilità di interrompere il rapporto nel rispetto di un periodo di preavviso, la cui durata è stabilita dal contratto collettivo applicato dall’azienda. Il periodo di preavviso cambia prima di tutto in base alla tipologia di contratto, a tempo determinato o indeterminato.

Inoltre, può variare in base al settore specifico. Ad esempio il preavviso di dimissioni nel commercio è diverso dal preavviso previsto dal CCNL metalmeccanici. Per sapere quali sono le giornate da conteggiare, bisogna leggere nel dettaglio il contratto specifico di lavoro. Facciamo qui una distinzione tra contratto a tempo determinato o indeterminato, per sapere quando dare le dimissioni.

Preavviso dimissioni con contratto a tempo indeterminato

Il periodo di preavviso è imposto ai soli contratti a tempo indeterminato, considerato che, per la loro natura “stabile”, le dimissioni rappresentano un fatto imprevisto, che dev’essere gestito dall’azienda usufruendo di un congruo periodo di tempo per trovare un sostituto o riorganizzare l’attività produttiva.

Al contrario, il dipendente non deve rispettare il periodo di preavviso in caso di:

Il preavviso non decorre a fronte delle seguenti assenze:

In questi casi il conteggio ripartirà dal giorno di rientro al lavoro. Quindi significa che se durante il preavviso per dimissioni il lavoratore si assenta per una delle cause su indicate, i giorni possono aumentare.

Preavviso dimissioni con contratto a tempo determinato

Quanto preavviso per dimissioni bisogna dare con un contratto a tempo determinato? Dal contratto a termine ci si può dimettere solo per giusta causa o in prova. Quindi nell’uno e nell’altro caso non c’è un numero di giorni di preavviso da rispettare.

I lavoratori assunti con un contratto a tempo determinato non possono quindi dimettersi, se non per giusta causa, perché questa tipologia di accordo prevede già un termine temporale, stabilito tra le parti. Se il lavoratore procede comunque alle dimissioni, può incorrere nell’obbligo di un risarcimento al datore di lavoro.

Questo tuttavia non esclude la possibilità che azienda e lavoratore siano d’accordo sul terminare anticipatamente il contratto in essere: in questo caso non viene richiesto alcun risarcimento.

Quanti sono i giorni di preavviso per dimissioni

I giorni di preavviso per dimissioni sono stabiliti dal contratto collettivo applicato dal datore di lavoro. Per calcolare i giorni di preavviso delle dimissioni, bisogna quindi fare riferimento al CCNL specifico. Alcune variabili influenzano la durata del preavviso:

Di norma, il preavviso varia a seconda del livello e dell’anzianità aziendale: a livelli contrattuali elevati in capo a lavoratori esperti corrispondono periodi lunghi, rispetto ad un dipendente appena assunto e con un inquadramento basso.

Per effettuare un calcolo del preavviso di dimissioni, bisogna tenere presenti i diversi fattori che influiscono sulla durata. Un lavoratore dipendente può quindi controllare il proprio contratto di lavoro per confermare queste variabili. Qui di seguito vediamo qualche esempio.

Preavviso dimissioni metalmeccanico

Il preavviso per i metalmeccanici varia in base agli anni di servizio svolti e ai livelli in cui sono inquadrati. Vediamo nello specifico quali sono i giorni di preavviso nel contratto metalmeccanico aggiornati al 2023:

Delle variazioni rispetto a questi giorni di preavviso si possono riscontrare nel caso di contratti specifici, ad esempio con aziende cooperative.

Preavviso dimissioni commercio

Il CCNL Terziario – Commercio prevede alcune regole specifiche per il preavviso delle dimissioni. Anche in questo caso i termini possono variare in base al periodo di servizio. Vediamo i termini aggiornati al 2023:

Si può quindi prevedere nel CCNL commercio un preavviso, ad esempio, per un lavoratore di 2° e 3° livello presente in azienda da meno di cinque anni, pari a 20 giorni di calendario, elevati a 45 se lo stesso soggetto ha invece più di dieci anni di anzianità.

Lo stesso contratto prevede per chi è inquadrato in un livello superiore (il 1° ad esempio) 45 giorni di preavviso se la sua anzianità è inferiore a cinque anni, che arrivano a 90 se è stato assunto da più di dieci anni.

Leggi anche: ferie durante il preavviso

Periodo di preavviso dimissioni: da quando decorre

Il periodo di preavviso decorre da quando le dimissioni vengono comunicate al datore di lavoro. Di conseguenza, tra il momento in cui il dipendente rende nota all’azienda la sua intenzione di interrompere il rapporto e quello a partire dal quale lo stesso si è considerato cessato (cioè il giorno successivo all’ultimo lavorato) dev’esserci un intervallo di tempo pari a quello fissato dal contratto collettivo.

Questi ultimi considerano utili ai fini del preavviso tutti i giorni di calendario, anziché quelli lavorativi, salvo diverso accordo individuale.

Molti CCNL dispongono che il preavviso cominci a decorrere non dalla comunicazione al datore, bensì da una data precisa come il 1° o il 15° giorno del mese. Ad esempio il CCNL Terziario – Commercio statuisce che i termini di preavviso si conteggino dal 1° o dal 16° giorno del mese.

Poniamo il caso di un dipendente inquadrato al 3° livello con meno di cinque anni di anzianità aziendale, per il quale il contratto prevede un preavviso di 20 giorni di calendario. Se le dimissioni vengono comunicate il giorno 18 settembre il periodo di preavviso decorrerà dal successivo 1° ottobre, con ultimo giorno di lavoro il 20 dello stesso mese.

Tempo di preavviso per le dimissioni online

Dal 12 marzo 2016 le dimissioni dei lavoratori subordinati (eccetto alcuni casi particolari come i lavoratori in prova o le dimissioni nei primi tre anni di vita del bambino) devono essere presentate al datore di lavoro esclusivamente in via telematica o online.

L’invio avviene tramite PEC, attraverso un modulo standard sul sito del Ministero del Lavoro (ClicLavoro) che esclude il rischio di alterazioni e garantisce una data certa di trasmissione. Il modulo può essere inviato dal lavoratore in autonomia (se in possesso di apposite credenziali) o rivolgendosi a intermediari abilitati (sindacati, patronati, consulenti del lavoro).

Alla luce delle nuove modalità di comunicazione, la decorrenza del periodo di preavviso coincide con la data di trasmissione del modulo, ivi indicata.

Leggi anche: Come dare le dimissioni telematiche online

Quando dare le dimissioni e trattenute

Come abbiamo visto, è importante dare le dimissioni in base ai criteri indicati dal contratto specifico con il datore di lavoro. Tuttavia, se questo non accade, possono essere stabilite delle indennità, o risarcimenti, verso il datore.

Sono comunque concesse delle deroghe al periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo in determinati casi. Datore e dipendente possono concordare un termine di preavviso più lungo, quando tale facoltà è concessa dal CCNL e il lavoratore riceve un apposito compenso.

Altrimenti, le parti (azienda e dipendente) possono concordare un preavviso inferiore. Ad ogni modo, anche in mancanza di un accordo, il lavoratore può rassegnare le dimissioni senza rispettare il preavviso. In questo caso l’azienda gli potrà trattenere in busta paga una somma pari alla retribuzione che gli sarebbe spettata se avesse rispettato il preavviso.

Ricordiamo infatti che se non si rispetta la decorrenza di preavviso delle dimissioni, il datore di lavoro può avere degli scompensi, in quanto dovrà prontamente sostituire il lavoratore. In questi casi il mancato rispetto del periodo di preavviso delle dimissioni può comportare un danno all’azienda.

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This post was last modified on 18 Aprile 2024

Categories: ABC Lavoro
Tags: Dimissionipreavviso