La previdenza in Italia resta una materia delicata, sulla quale il Governo mirerebbe a fare una riforma strutturale ma non nel breve termine. Si tratta infatti di un impegno che fa i conti soprattutto con la questione del calo delle nascite e con le difficoltà legate alla modificazione di un sistema molto complesso quale quello delle pensioni in Italia.
La manovra 2023 ha esteso l’Ape Sociale fino a fine anno e, successivamente, in materia è intervenuto il decreto Lavoro – convertito in legge – fissando per l’accesso le scadenze del 31 marzo, 15 luglio e non oltre il 30 novembre di ogni anno.
Aggiornamento: in data 16/10/2023 il CdM ha varato la Manovra 2024 e per il pacchetto Pensioni il Presidente del Consiglio in Conferenza Stampa ha annunciato che: “Ape sociale e Opzione donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita, che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 di contributi per i caregiver, per i disoccupati, per i lavori gravosi e per i disabili e con 35 anni, come prevedeva Opzione donna, per le donne”. Aggiorneremo il presente articolo non appena si avranno informazioni più dettagliate a riguardo.
In attesa quindi della proroga ufficiale della misura anche al 2024 vediamo di seguito quali sono le regole attuali dell’Ape Sociale e le prospettive di cambiamento per il 2024.
Come funziona Ape sociale 2023
Di fatto l’Ape Sociale consiste in una misura di accompagnamento alla pensione. Non a caso la sigla ‘Ape’ sta per ‘Anticipo PEnsionistico’ e la sua funzione è quella di rappresentare una prestazione economica di sostegno, nella fase compresa tra la maturazione dei requisiti per il suo riconoscimento e la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata.
Chi beneficia dell’Ape Sociale, pertanto, può uscire prima dal lavoro – evitando che siano applicate le più rigide regole della legge Fornero alla propria situazione personale. In altre parole con l’anticipo pensionistico in oggetto, alcuni lavoratori anziani aventi specifici requisiti e caratteristiche, scansano il rischio di lavorare altri anni – ovvero lo scenario dell’ipotesi dell’applicazione delle regole ordinarie.
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In sintesi questa agevolazione in campo previdenziale:
- consiste in un anticipo pensionistico con un assegno ponte a cominciare da 63 anni e fino all’età per la pensione di vecchiaia o anticipata, a seconda dei casi;
- viene assegnata a chi ha un’anzianità contributiva tra i 30 e i 36 anni (quest’ultima per chi svolge lavori gravosi);
- presenta costi del tutto a carico dell’istituto di previdenza;
- ha un ammontare massimo pari a 1.500 euro al mese.
Da notare altresì che i requisiti anagrafico e contributivo debbono essere maturati al momento della domanda.
Chi può beneficiarne?
Non la generalità dei lavoratori e delle lavoratrici possono accedere a questa agevolazione in campo previdenziale. Questo è un punto importante e che va chiarito perché spesso fonte di dubbi ed incertezze: chi può beneficiare in concreto dell’Ape Sociale? Ebbene, le sole categorie che seguono:
- i lavoratori che compiono mansioni gravose;
- i caregiver, ovvero coloro che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in stato di gravità, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente a specifiche condizioni;
- gli invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa maggiore o pari al 74%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- i lavoratori subordinati in stato di disoccupazione che abbiano terminato il trattamento di Naspi.
Si tratta perciò di soggetti tutti accomunati dalla condizione di svantaggio in cui si trovano e nei confronti della quale la legge prevede questa agevolazione pensionistica ad hoc.
Chi intende beneficiare dell’Ape Sociale 2023 deve comunque essere iscritto
- all’AGO, Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori subordinati, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa,
- alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi,
- nonché alla cd. Gestione separata.
Il requisito dell’anzianità contributiva è pari ad almeno 30 anni per tutte le categorie citate, tranne che per chi svolge attività gravose. Ci riferiamo a coloro che da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni, oppure da almeno 6 anni negli ultimi 7 anni, svolgono attività fonte di particolare affaticamento, quali ad es. quella di infermiere, di operaio agricolo o siderurgico oppure gli addetti allo spostamento merci.
Per essi infatti, in linea generale, vale la regola dell’anzianità contributiva di almeno 36 anni. Questi ultimi, al contempo, per ottenere l’Ape Sociale debbono presentare distinta domanda di riconoscimento della qualifica di ‘lavoratore con mansioni gravose’.
Prospettive Ape Sociale 2024
Sopra abbiamo ricordato che l’Ape Sociale è stata prorogata anche per quest’anno dall’ultima manovra. La pensione anticipata a 63 anni vale per alcune categorie di lavoratori e il 15 luglio è scaduto il termine della seconda finestra per la domanda di certificazione per coloro che conseguono i requisiti entro il 2023. Un nuova finestra sarà quella valevole fino al 30 novembre, in tenendo conto delle risorse finanziarie ancora disponibili.
Con tutta probabilità l’Ape Sociale sarà prorogata, anche perché una riforma previdenziale complessiva al momento non può essere realizzata, non tanto per le difficoltà di scrivere un testo così complesso come quello che affronta il tema delle pensioni, quanto piuttosto per i numeri della denatalità, che metterebbero a serio rischio qualsiasi riforma pensioni nel medio e lungo periodo.
Ecco perché negli ultimi giorni stanno circolando voci di una possibile Ape Sociale Donna riservata alle lavoratrici e operativa a determinate condizioni. Ma per sapere se sarà davvero introdotta, occorrerà aspettare il testo definitivo della legge di Bilancio 2024.