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Pensioni di gennaio 2026: pagamenti arrivano più tardi, ma con aumenti

Antonio Maroscia30 Dicembre 20254 Mins Read
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A gennaio 2026 la pensione arriva dopo il solito, ma scattano gli aumenti. Ecco date di accredito, regole e nuovi importi.

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Pensioni gennaio 2026: anziani di spalle al bancomat mentre ritirano l’assegno, con riferimento INPS.
Indice:
  • Quando pagano le pensioni di gennaio 2026 e perché si aspetta sempre di più
  • Rivalutazione pensioni 2026: aumento sì, ma contenuto
  • Pensioni minime: nuova soglia a 611,85 euro
  • Il nodo resta gennaio: pochi giorni che fanno la differenza
  • In conclusione

A gennaio la pensione non viene mai pagata subito. Anche nel 2026 i pensionati dovranno aspettare più del normale prima di vedere accreditato l’assegno: non per un ritardo straordinario, ma per una regola precisa che si applica ogni anno e che spesso genera confusione.

Il calendario INPS lo conferma: a gennaio il pagamento scatta sempre dal secondo giorno bancabile, mentre negli altri mesi dell’anno l’accredito avviene nel primo giorno utile. Una differenza che pesa soprattutto su chi vive con importi bassi e deve far quadrare le spese di inizio anno.

Quando pagano le pensioni di gennaio 2026 e perché si aspetta sempre di più

Il punto centrale è uno solo: gennaio segue regole diverse rispetto agli altri mesi.

Durante l’anno, da febbraio a dicembre, le pensioni vengono pagate nel primo giorno bancabile del mese. A gennaio, invece, il pagamento avviene sempre nel secondo giorno bancabile. Non è un’eccezione del 2026: è una consuetudine strutturale del sistema INPS.

Cosa sono i giorni bancabili

Per “giorno bancabile” si intende una giornata in cui il sistema dei pagamenti è operativo. Non sono bancabili:

  • le domeniche;
  • i giorni festivi nazionali;
  • le giornate in cui banche e circuiti interbancari restano chiusi.

Il 1° gennaio, essendo una festività, non è mai bancabile. Proprio per questo l’INPS, da sempre, non utilizza il primo giorno utile ma fa slittare il pagamento direttamente al secondo giorno bancabile, così da gestire in modo uniforme l’enorme volume di accrediti di inizio anno.

Le date effettive di gennaio 2026

Applicando questa regola generale, nel gennaio 2026 le pensioni saranno disponibili:

  • da sabato 3 gennaio 2026 per chi riscuote tramite Poste Italiane (BancoPosta potrebbe anche anticipare di un giorno, ma non è sicuro al 100%);
  • da lunedì 5 gennaio 2026 per chi riceve l’accredito su conto corrente bancario (anche qualche Istituto Bancario potrebbe anticipare l’accredito, ma non vi alcuna certezza in merito).

La differenza tra Poste e banche dipende dal fatto che Poste Italiane opera anche il sabato, mentre il sistema bancario resta fermo fino al lunedì.

In sintesi: nessun pagamento il 1° gennaio, nessun accredito immediato a inizio mese. È così ogni anno, ma a gennaio l’attesa si fa sentire di più.

Rivalutazione pensioni 2026: aumento sì, ma contenuto

Chiarito il tema delle date – il più urgente per molti pensionati – restano gli importi. Dal 1° gennaio 2026 le pensioni vengono rinnovate con una rivalutazione provvisoria del +1,4%, pensata per contrastare l’inflazione registrata nel corso del 2025.

L’aumento non è uguale per tutti: funziona a scaglioni.

  • 100% della rivalutazione per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo;
  • 90% per le pensioni tra quattro e cinque volte il minimo;
  • 75% per gli importi superiori.

Un meccanismo che tutela maggiormente gli assegni medio-bassi, ma che riduce l’effetto dell’aumento sulle pensioni più alte.

Leggi anche: Rivalutazione pensioni 2026, i veri effetti: chi ci guadagna e chi ci perde

Aumento pensioni 2026

Pensioni minime: nuova soglia a 611,85 euro

Con l’aggiornamento 2026, il trattamento minimo sale a 611,85 euro mensili, pari a circa 7.954 euro annui. Questo valore non è solo simbolico: viene utilizzato come riferimento per stabilire i limiti di accesso a molte prestazioni collegate al reddito.

Per chi percepisce una pensione pari o inferiore al minimo è previsto anche un incremento aggiuntivo dell’1,3%, che può portare l’assegno mensile fino a circa 619,80 euro.

Il nodo resta gennaio: pochi giorni che fanno la differenza

Il problema, per molti pensionati, non è solo quanto arriva, ma quando. A gennaio le spese non aspettano: affitto, bollette, rate e costi post-festivi si concentrano tutti nei primi giorni del mese.

Ecco perché il pagamento al secondo giorno bancabile, pur essendo una regola consolidata, continua ogni anno a creare difficoltà e polemiche. Non è un ritardo eccezionale, ma resta un meccanismo che incide soprattutto su chi ha meno margine economico.

In conclusione

  • A gennaio la pensione si paga sempre il secondo giorno bancabile, non il primo come negli altri mesi.
  • Nel 2026 le date sono il 3 gennaio (Poste) e il 5 gennaio (banche).
  • Gli aumenti ci sono, ma sono moderati.
  • L’attesa di inizio anno resta un passaggio critico per milioni di pensionati.

Un dettaglio tecnico, sì. Ma per chi vive di pensione, anche pochi giorni possono fare la differenza.

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