Ogni settimana riceviamo domande da lettrici e lettori alle prese con piccoli e grandi dilemmi del mondo del lavoro. Oggi parliamo di un tema molto comune ma spesso poco chiaro: il preavviso in caso di dimissioni volontarie.
Vediamo la richiesta di una lavoratrice, che ha deciso di cambiare lavoro e ci chiede come muoversi per non sbagliare.
Gentile redazione di Lavoro e Diritti, ho trovato una nuova opportunità lavorativa e sto valutando di dimettermi dall’attuale azienda. Vorrei però farlo nel modo corretto, senza lasciare nulla in sospeso né creare problemi. So che esiste un preavviso da rispettare, ma non ho ben capito quanto dura e come funziona. Potete aiutarmi a capire quali passi seguire per dimettermi nel rispetto delle regole? Grazie mille! Anna M.
Per prima cosa è fondamentale sapere che le dimissioni non si danno “a voce” né con un semplice messaggio o email al responsabile: da alcuni anni, infatti, la legge prevede che le dimissioni siano obbligatoriamente comunicate in via telematica, pena la nullità dell’atto.
Come dare le dimissioni
Le dimissioni vanno comunicate tramite il portale del Ministero del Lavoro (nella sezione “Dimissioni telematiche”) oppure con l’aiuto di un soggetto abilitato come un patronato o un consulente del lavoro.
Una volta inviata la comunicazione, la tua azienda riceverà una notifica automatica, e da quel momento inizierà il conteggio del preavviso. Ed è proprio su questo punto che è importante soffermarsi.
Come si danno le dimissioni online: la procedura passo passo
Per presentare le dimissioni online (da soli e senza l’ausilio di un patronato o CdL) in modo corretto e ufficiale, bisogna usare il portale predisposto dal Ministero del Lavoro. Ecco cosa fare, passo per passo:
- Accedi al sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (www.lavoro.gov.it) e seleziona la sezione “Dimissioni Telematiche”.
- Effettua l’accesso con la tua identità digitale: SPID, CIE o CNS.
- Clicca su “Nuova dimissione” e compila il modulo con i tuoi dati e quelli del tuo datore di lavoro.
- Indica la data di decorrenza delle dimissioni, cioè l’ultimo giorno di lavoro (tenendo conto del preavviso previsto dal tuo contratto).
- Verifica tutte le informazioni e invia la comunicazione.
- Il sistema invierà una copia automatica all’indirizzo PEC della tua azienda: da quel momento, le dimissioni saranno formalmente valide.
Se preferisci, puoi anche farti aiutare da un patronato, un consulente del lavoro o un CAF, che possono gestire per te l’intera procedura.
Ricorda che non è più possibile dare le dimissioni in forma cartacea, salvo rare eccezioni (come nel caso di colf e badanti, o durante il periodo di prova).
Leggi anche: come dare le dimissioni online, la guida completa e aggiornata

Cos’è il preavviso di dimissioni?
Il preavviso di dimissioni è il periodo che intercorre tra la comunicazione ufficiale delle dimissioni e l’ultimo giorno di lavoro. Serve a dare il tempo all’azienda di riorganizzarsi, senza subire interruzioni improvvise.
Attenzione: se non si rispetta il preavviso, si rischia una trattenuta economica pari ai giorni non lavorati, applicata sull’ultima busta paga.
Quanto dura il preavviso? Dipende dal contratto
Non esiste una regola valida per tutti. La durata del preavviso dipende da:
- Contratto collettivo applicato (CCNL)
- Livello e qualifica
- Anzianità di servizio
Esempio – CCNL Commercio (Confcommercio)
- Impiegato 3° livello con meno di 5 anni → 15 giorni di calendario
- Impiegato 2° livello con oltre 5 anni → 30 giorni di calendario
Esempio – CCNL Metalmeccanico
- Operaio con anzianità superiore a 5 anni → 10 giorni lavorativi
- Impiegato 6° livello con meno di 5 anni → 1 mese di calendario
Attenzione: i giorni decorrono dal giorno successivo alla trasmissione del modulo telematico, e possono comprendere ferie o altre assenze (salvo diversa previsione nel contratto).
Cosa succede se non rispetti il preavviso?
Se lasci il lavoro prima del termine previsto dal preavviso, il datore di lavoro può trattenere una somma proporzionata ai giorni mancanti.
Esempio pratico: se il tuo preavviso è di 30 giorni ma lasci dopo 10, l’azienda potrà trattenerti 20 giorni di retribuzione.
In alcuni casi, è possibile chiedere l’esonero dal preavviso, ma serve che l’azienda accetti per iscritto. In assenza di un accordo, il preavviso resta obbligatorio.
È possibile revocare le dimissioni?
Sì, ma solo entro 7 giorni dalla trasmissione del modulo. Se ti rendi conto di aver agito troppo in fretta o cambi idea, puoi annullare le dimissioni seguendo questa procedura:
- Accedi nuovamente al portale Dimissioni Telematiche
- Effettua il login con SPID, CIE o CNS
- Seleziona la tua comunicazione e clicca su “Revoca dimissioni”
- Invia la revoca, che verrà notificata automaticamente anche al datore di lavoro
Attenzione: dopo i 7 giorni, le dimissioni diventano definitive e non si possono più annullare tramite il portale. Eventuali cambiamenti dovranno essere gestiti solo con l’accordo del datore di lavoro.
Consigli utili prima di dimettersi
- Controlla il tuo CCNL per sapere esattamente quanti giorni di preavviso devi dare.
- Parla con l’azienda o avvisala prima di inviare la comunicazione online: può facilitare la gestione del preavviso.
- Se hai ferie residue, puoi chiedere di utilizzarle durante il preavviso (serve l’ok dell’azienda).
- Se hai bisogno di andartene prima, valuta la richiesta di esonero dal preavviso, ma ricorda che non è automatico.
- Ricorda che puoi revocare le dimissioni entro 7 giorni, nel caso tu abbia dei ripensamenti.
Conclusioni
Cambiare lavoro è spesso un passo importante e positivo, ma non può essere fatto in modo impulsivo. Il preavviso di dimissioni non è solo un obbligo contrattuale, ma anche un segno di rispetto verso l’azienda e verso il proprio percorso professionale.
Quindi, Anna: usa la procedura corretta, rispetta i tempi, consulta il tuo contratto e affronta il passaggio con chiarezza e professionalità. Lasciare bene un lavoro è il modo migliore per iniziare bene il prossimo.
Hai un dubbio sul lavoro? Scrivici anche tu: ogni settimana rispondiamo alle domande più utili nella rubrica La Posta di Lavoro e Diritti.