Il Primo Maggio è molto più di una semplice giornata di riposo. È una data simbolica, ricca di storia e significato, che ogni anno ci invita a fermarci un momento per riflettere sul valore, sul senso e sul ruolo del lavoro nella nostra società.
Che siate lavoratori, disoccupati, studenti, pensionati, in cerca di prima occupazione o beneficiari di una misura di sostegno al reddito, vogliamo rivolgere a tutti voi i nostri auguri per la Festa del Lavoro. Il 1° Maggio per noi non è semplicemente la Festa dei Lavoratori, ma è la festa di chi contribuisce, ha contribuito o contribuirà al progresso del Paese, in ogni forma possibile.
Perché si celebra il Primo Maggio?
La data del 1° maggio è stata scelta in onore delle prime lotte operaie per i diritti sul lavoro, che risalgono al 1886 a Chicago, quando migliaia di lavoratori iniziarono una grande mobilitazione per ottenere la riduzione della giornata lavorativa a 8 ore. Quelle giornate furono segnate da forti tensioni e culminarono in tragici scontri, con morti e feriti.
Tre anni dopo, nel 1889 a Parigi, il Congresso della Seconda Internazionale stabilì il Primo Maggio come data simbolica per celebrare quelle battaglie e per continuare a dare voce alle rivendicazioni dei lavoratori. In Italia, la festività venne ufficialmente riconosciuta nel 1891.
Durante il ventennio fascista, la festa fu spostata al 21 aprile, ma al termine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, tornò ad essere il 1° maggio, diventando a tutti gli effetti una festività civile nazionale.
Portella della Ginestra: il ricordo di una strage
Il Primo Maggio in Italia è legato anche a uno dei più tragici episodi della nostra storia recente: la strage di Portella della Ginestra.
Il 1° maggio 1947, durante una manifestazione in provincia di Palermo, dei colpi d’arma da fuoco colpirono il corteo causando 14 morti e oltre 50 feriti. La strage fu attribuita alla banda di Salvatore Giuliano, ma i mandanti non furono mai ufficialmente identificati.
Un giorno per riflettere (davvero)
C’è chi oggi si chiede se abbia ancora senso celebrare la festa dei lavoratori. La risposta, secondo noi di Lavoro e Diritti, è sì: oggi più che mai.
Viviamo in un’epoca in cui milioni di persone fanno i conti con la disoccupazione, la precarietà, il lavoro povero o non tutelato, e in cui il diritto a condizioni di lavoro dignitose sembra ancora lontano per molti.
Eppure, come ci ricorda l’articolo 1 della nostra Costituzione, “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Non sulla disoccupazione, né sull’assistenzialismo, come ironizzano alcuni. E se è vero che la NASpI, l’indennità di disoccupazione, è stata introdotta proprio il 1° maggio 2015, vogliamo sperare che anche chi oggi percepisce l’Assegno di Inclusione possa domani guardare con serenità a un futuro fatto di lavoro stabile o una pensione meritata.
Il lavoro è un diritto umano
Non dimentichiamo che il lavoro è un diritto fondamentale. Come recita l’articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948):
“Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.”
Il Primo Maggio serve a ricordarcelo. E a chiedere – con fermezza ma anche con speranza – che questi diritti diventino realtà per tutte e tutti.
Festa dei Lavoratori, 1° Maggio: il nostro video sull’argomento
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Buona festa dei lavoratori a tutti!
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