Il Parlamento ha approvato in via definitiva la nuova legge quadro sull’Intelligenza Artificiale, che introduce regole e principi generali per l’utilizzo dell’IA in Italia. Si tratta di un provvedimento che tocca diversi settori – dalla sanità alla giustizia, fino alla pubblica amministrazione – ma che avrà un impatto particolarmente rilevante sul mondo del lavoro.
Il testo stabilisce una cornice normativa chiara, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo tecnologico e, al tempo stesso, garantire la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e dei lavoratori. L’IA, infatti, è destinata a trasformare profondamente i processi produttivi, le professioni e i rapporti di lavoro, ed è quindi fondamentale fissare principi di responsabilità, trasparenza e sicurezza.
Quali sono i principi fondamentali della legge
La nuova legge individua alcuni pilastri che dovranno guidare l’adozione dell’intelligenza artificiale:
- Centralità della persona: l’IA deve essere al servizio dell’essere umano e non sostituirne le responsabilità.
- Trasparenza e tracciabilità: i sistemi devono essere comprensibili e verificabili, per consentire a lavoratori e cittadini di sapere come vengono prese le decisioni.
- Sicurezza e affidabilità: ogni applicazione dovrà garantire standard elevati di protezione e riduzione dei rischi.
- Protezione dei soggetti vulnerabili: particolare attenzione è rivolta ai minori, alle persone con disabilità e alle categorie fragili, per evitare usi distorti o discriminatori.
- Rispetto della normativa privacy: l’utilizzo dell’IA dovrà sempre essere conforme al GDPR e alle regole europee in materia di protezione dei dati personali.
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Cosa cambia per i lavoratori
Uno dei punti più significativi riguarda l’uso dell’IA nei rapporti di lavoro. Sempre più aziende utilizzano algoritmi e sistemi automatizzati per la selezione del personale, la valutazione delle performance o l’organizzazione delle attività. Con la nuova legge:
- Supervisione umana obbligatoria: le decisioni che hanno effetti diretti sulla vita professionale dei lavoratori non potranno essere demandate unicamente all’IA, ma dovranno sempre prevedere un controllo umano.
- Trasparenza negli algoritmi: i lavoratori avranno diritto a conoscere i criteri utilizzati dai sistemi di IA che li riguardano, ad esempio in fase di assunzione o valutazione.
- Divieto di discriminazioni: l’uso dell’IA non potrà comportare trattamenti discriminatori in base a età, genere, origine etnica o altre condizioni personali.
- Tutela della dignità e della salute: i sistemi di sorveglianza e monitoraggio basati su IA dovranno rispettare i limiti previsti dallo Statuto dei lavoratori e dalla normativa sulla sicurezza.
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Le sfide per imprese e dipendenti
La legge, oltre a fissare regole, apre la strada a nuove opportunità di innovazione. Le imprese sono chiamate ad adeguarsi, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo:
- Formazione e riqualificazione: sarà necessario investire nella crescita delle competenze digitali dei lavoratori, per evitare esclusioni dal mercato del lavoro.
- Nuove figure professionali: si prevede una maggiore richiesta di esperti in AI, data scientist, tecnici di manutenzione dei sistemi intelligenti e professionisti legali e della compliance.
- Responsabilità aziendale: le imprese dovranno individuare chi risponde in caso di malfunzionamenti o decisioni errate dei sistemi di IA.
Dal lato dei lavoratori, il provvedimento offre maggiori garanzie rispetto a possibili abusi, ma al tempo stesso rende evidente la necessità di un aggiornamento costante delle competenze per non restare indietro in un mercato in rapida trasformazione.
Un passo importante verso il futuro
L’Italia si dota così di una legge che anticipa alcune delle linee guida europee e che intende governare, più che subire, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro e sulla società.
Le sfide restano molte: dall’equilibrio tra automazione e occupazione, al rischio di nuove disuguaglianze, fino alla tutela della dignità del lavoro. Ma la direzione intrapresa è chiara: innovare sì, ma senza dimenticare le persone.