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Home»ABC Lavoro»Ferie interrotte dal datore: quando il richiamo al lavoro è legittimo

Ferie interrotte dal datore: quando il richiamo al lavoro è legittimo

Mi hanno richiamato dalle ferie: devo tornare o posso rifiutarmi?
Antonio Maroscia21 Luglio 20253 Mins Read
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Il datore di lavoro può richiamare in servizio durante le ferie? Scopri quando è legittimo e se il lavoratore può rifiutare senza sanzioni.

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Ferie interrotte dal datore di lavoro

L’estate è sinonimo di sole, mare e, per molti lavoratori, un meritato periodo di ferie. Ma cosa succede se il datore di lavoro, a vacanza già iniziata, richiama il dipendente in servizio? È obbligatorio rientrare, o si può dire di no senza rischiare sanzioni?

“Gentile redazione, sono un impiegato in un’azienda privata e attualmente in ferie da una settimana. Il mio datore di lavoro mi ha appena chiamato per chiedermi di rientrare urgentemente in servizio per far fronte a un imprevisto. Mi trovo fuori città e avevo pianificato queste ferie con largo anticipo. Posso rifiutarmi di tornare o rischio delle conseguenze?” — Marco C., Bologna

Caro Marco, la tua domanda tocca un punto delicato e piuttosto frequente, specialmente nel periodo estivo: il diritto alle ferie non è solo un’opzione, ma una garanzia costituzionale. Tuttavia, esistono delle eccezioni.

Indice:
  • Le ferie: un diritto Costituzionalmente garantito
  • Il richiamo durante le ferie: quando è legittimo?
  • Chi paga le spese dovute al rientro anticipato?
  • In conclusione

Le ferie: un diritto Costituzionalmente garantito

L’articolo 36 della Costituzione garantisce ai lavoratori un periodo annuale di ferie retribuite, irrinunciabile, proprio per tutelare la salute psicofisica. A ciò si aggiunge l’articolo 2109 del Codice Civile, che affida al datore di lavoro il compito di stabilire le ferie, tenendo conto sia delle esigenze aziendali sia dei bisogni del lavoratore.

Una volta approvato il piano ferie, modificarlo a gioco già iniziato non è semplice. E, in linea generale, non è corretto che il datore cambi idea senza un valido motivo.

Il richiamo durante le ferie: quando è legittimo?

Il richiamo in servizio, soprattutto a ferie già iniziate, è un’eccezione alla regola. Vediamo i casi principali:

✅ È obbligatorio rientrare se:

  • Il contratto collettivo nazionale (CCNL), un accordo aziendale o individuale prevede esplicitamente questa possibilità;
  • Il lavoratore è tenuto alla reperibilità anche durante le ferie, secondo accordi scritti;
  • L’azienda si trova in una situazione di emergenza reale e non ha alternative organizzative.

In queste ipotesi, ignorare il richiamo può costare caro: si rischia una sanzione disciplinare e, nei casi più gravi, persino il licenziamento per assenza ingiustificata.

❌ Si può rifiutare il rientro se:

  • Non esiste alcuna previsione contrattuale che obblighi alla reperibilità o consenta il richiamo;
  • L’azienda non ha comunicato il richiamo con un congruo preavviso (cioè con un tempo ragionevole per permettere il rientro);
  • Il lavoratore non era tenuto a rendersi rintracciabile, e quindi non ha materialmente ricevuto la comunicazione.

In questo ultimo caso, è fondamentale che il dipendente possa dimostrare la sua “non reperibilità” non come negligenza, ma come condizione lecita delle ferie.

Chi paga le spese dovute al rientro anticipato?

Altro punto spinoso: le spese sostenute per interrompere le ferie — biglietti, alloggio, trasporti — chi le rimborsa?

Dipende. Alcuni CCNL, come quello dell’industria alimentare, stabiliscono esplicitamente che le spese documentate siano rimborsate dal datore. In altri casi, può esserci una previsione nei regolamenti aziendali.

In assenza di qualsiasi previsione, il datore non è obbligato a rimborsare, anche se, per correttezza, molte aziende scelgono comunque di coprire almeno parte dei costi.

In conclusione

Il diritto alle ferie è garantito, ma non è assoluto. Se non c’è una clausola che obbliga alla reperibilità, se non è stato dato un preavviso ragionevole o se l’azienda ha alternative, il lavoratore può legittimamente rifiutarsi di rientrare. Ma attenzione: l’assenza sarà giustificata solo se si può dimostrare di non aver ricevuto la comunicazione o che il richiamo non era conforme alle regole contrattuali.

Il consiglio? Confrontarsi con l’ufficio del personale, verificare cosa prevede il contratto e, se necessario, chiedere assistenza a un rappresentante sindacale o a un consulente del lavoro.


Hai anche tu un dubbio su lavoro e diritti? Scrivici: la tua domanda potrebbe diventare il prossimo articolo de “La Posta di Lavoro e Diritti”.

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