Nel 2025 sono cambiate alcune importanti regole fiscali che riguardano le detrazioni IRPEF per i familiari a carico. Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio puntano a rendere il sistema più coerente con altre misure già in vigore, come l’Assegno Unico, ma allo stesso tempo restringono il perimetro dei soggetti per cui si possono ottenere benefici fiscali.
Vediamo nel dettaglio cosa è cambiato, partendo da una domanda che ci è arrivata in redazione.
Buongiorno, ho sentito dire che con la nuova legge di bilancio sono cambiate le regole per le detrazioni fiscali sui familiari a carico. Io ho un figlio universitario di 22 anni e una madre anziana che vive con me. Posso ancora detrarre entrambi? E quali limiti di reddito si applicano ora?
Grazie per la domanda, che ci permette di fare chiarezza su un tema molto importante per tante famiglie italiane. Ecco cosa sapere.
Detrazioni per familiari a carico, cosa prevede la Legge di Bilancio 2025
Con la Legge di Bilancio 2025 (legge n. 207 del 30 dicembre 2024), sono entrate in vigore modifiche rilevanti all’articolo 12 del TUIR, cioè il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Le novità riguardano in particolare:
- l’età dei figli detraibili
- le soglie di reddito per essere considerati fiscalmente a carico
- i familiari per i quali è possibile richiedere la detrazione
- le limitazioni per i familiari residenti all’estero
Figli a carico: chi si può detrarre nel 2025?
Con la nuova normativa, le detrazioni IRPEF per i figli spettano nelle seguenti condizioni:
- Importo massimo di 950 euro all’anno per ciascun figlio a carico
- Età compresa tra 21 anni e 30 anni non compiuti, purché il figlio non superi il reddito annuo di 2.840,51 euro (limite di reddito che sale a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni)
- Nessun limite di età per i figli con disabilità, per i quali la detrazione spetta sempre se fiscalmente a carico
- Inclusione dei figli del coniuge deceduto, se conviventi con il genitore superstite
La detrazione non è prevista per i figli fino a 21 anni, poiché già coperti dall’Assegno Unico Universale.
Quali familiari si possono ancora detrarre?
Dal 2025 non si possono più detrarre:
- il coniuge legalmente ed effettivamente separato
- i nipoti (discendenti dei figli)
- fratelli e sorelle
- generi e nuore
- suocero e suocera
Resta invece possibile detrarre i genitori o i nonni, ma solo se conviventi con il contribuente.
La detrazione prevista in questo caso è di 750 euro annui per ciascun ascendente convivente, da ripartire tra tutti i soggetti aventi diritto (es. fratelli conviventi con lo stesso genitore).
Per essere considerato fiscalmente a carico, anche un familiare diverso dai figli deve avere un reddito complessivo annuo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Questo vale per tutti i familiari, fatta eccezione per i figli fino a 24 anni per cui, come già detto, la soglia sale a 4.000 euro.
Familiari residenti all’estero: stop alle detrazioni
Il nuovo comma 2-bis dell’articolo 12 del TUIR stabilisce che:
“Le detrazioni di cui al comma 1 non spettano ai contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato aderente all’accordo sullo Spazio economico europeo in relazione ai familiari residenti all’estero.”
Dal 2025, quindi, i cittadini extra UE non possono più detrarre i familiari residenti all’estero, salvo i casi disciplinati dalla normativa Schumacker, che resta in vigore.
Le modifiche già applicate dall’INPS
L’INPS ha già aggiornato i sistemi delle Detrazioni Unificate per il 2025:
- Eliminazione automatica delle detrazioni per figli che hanno compiuto 30 anni, se non disabili
- Revoca delle detrazioni per altri familiari non più ammessi
- Inserimento della dichiarazione di convivenza per genitori e nonni
Questa modifica riguarda i pensionati e percettori di prestazioni come la Naspi, così come specificato nel Messaggio numero 698 del 26-02-2025.
Attenzione per i lavoratori dipendenti: serve comunicare le variazioni
È molto importante ricordare che è responsabilità del contribuente comunicare eventuali variazioni al proprio datore di lavoro o all’ente pensionistico (come l’INPS). Questo vale sia per la richiesta delle detrazioni sia per la revoca delle stesse.
Se, ad esempio, un figlio ha superato i 30 anni o un genitore non convive più, occorre revocare la detrazione già in corso. In caso contrario, il rischio è quello di ritrovarsi con conguagli a debito nel modello 730 dell’anno successivo, con importi da restituire e interessi.
Per evitare spiacevoli sorprese nel 730 del 2026, è quindi buona prassi aggiornare per tempo la dichiarazione delle detrazioni presso il proprio sostituto d’imposta.
In sintesi: cosa cambia per le detrazioni nel 2025
- Detrazione di 950 euro per figli tra 21 e 30 anni non compiuti
- Nessun limite di età per i figli con disabilità
- Detrazione di 750 euro solo per genitori e nonni conviventi
- Stop alle detrazioni per coniugi separati, nipoti, fratelli, suoceri, generi e nuore
- Niente detrazioni per familiari all’estero se il contribuente non è cittadino UE/SEE
- Obbligo di comunicare al datore di lavoro ogni variazione per non incorrere in conguagli
Hai dubbi su come comunicare correttamente queste variazioni? Scrivici alla nostra rubrica “La Posta di Lavoro e Diritti”: approfondiremo il tuo caso nei prossimi articoli.
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