L’estate è sinonimo di sole, relax e — per milioni di lavoratori — un atteso momento di disconnessione da tutto e tutti. Ma cosa succede se, anche in ferie, arrivano mail, messaggi o telefonate dal datore di lavoro? Siamo davvero obbligati a rispondere o possiamo ignorarli senza timori?
“Gentile redazione, sono una dipendente di un’azienda privata e mi trovo in ferie. Tuttavia, continuo a ricevere messaggi su WhatsApp e mail di lavoro da parte del mio responsabile, che si aspetta risposte rapide. Non essendo reperibile formalmente, posso non rispondere? Potrei subire ripercussioni?” — Laura T., Torino
Prendiamo spunto dalla email di una lettrice per comprendere bene come funziona il diritto alla disconnessione del lavoratore in ferie.
Le ferie: un diritto Costituzionalmente garantito
Cara Laura, iniziamo da un punto fermo: le ferie non sono una concessione del datore di lavoro, ma un diritto riconosciuto dalla Costituzione (articolo 36) e dal Codice Civile (articolo 2109). Servono per garantire il recupero psico-fisico del lavoratore e devono essere retribuite e irrinunciabili.
Durante il periodo di ferie approvato, il lavoratore ha diritto a staccare completamente. Ciò include il diritto a non essere disturbato, se non in casi eccezionali previsti contrattualmente.
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Rispondere a mail, messaggi e telefonate mentre si è in ferie: è obbligatorio?
Vediamo i due scenari principali:
✅ È obbligatorio rispondere se:
- Il contratto collettivo nazionale, un regolamento aziendale o un accordo individuale prevede formalmente la reperibilità anche in ferie;
- È stato concordato un periodo di disponibilità retribuita con il datore, documentato per iscritto;
- Si verifica un’emergenza aziendale reale e imprevedibile, con l’assenza di alternative organizzative.
In questi casi, ignorare le comunicazioni potrebbe essere visto come una mancanza disciplinare, soprattutto se l’obbligo di reperibilità è chiaro e accettato in anticipo.
❌ Si può non rispondere se:
- Non esiste nessun accordo o obbligo formale che imponga la reperibilità;
- Le comunicazioni avvengono senza preavviso o in modo pressante, pur essendo fuori contesto lavorativo;
- Il dipendente ha legittimamente disattivato canali di lavoro durante il periodo di ferie, come notifiche email o messaggistica.
Nel tuo caso, se non sei tenuta alla reperibilità, hai pieno diritto a non rispondere e a goderti il tuo riposo senza ripercussioni.
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Cos’è il diritto alla disconnessione
Dal 2021 è stato introdotto, anche in Italia, il concetto di diritto alla disconnessione: ogni lavoratore ha diritto a non essere contattato al di fuori dell’orario di lavoro o durante le ferie, se non in casi specifici e regolamentati.
Pensato per lo smart working questo diritto può essere esteso anche al lavoratore in ferie e fuori dagli orari di lavoro. Oggi riconosciuto in numerosi contratti e sempre più aziende lo inseriscono nei propri regolamenti interni, come strumento di tutela del benessere dei dipendenti.
In conclusione
Il principio è chiaro: durante le ferie non si è obbligati a rispondere a comunicazioni di lavoro, a meno che non ci sia un accordo formale che lo preveda o una reale emergenza.
Tuttavia, per evitare fraintendimenti:
- Informati su cosa prevede il tuo contratto;
- Disattiva i canali aziendali temporaneamente;
- Imposta una risposta automatica alle email con il periodo di assenza;
- Se ricevi pressioni indebite, confrontati con l’ufficio del personale o un rappresentante sindacale.
Il diritto al riposo è parte integrante del diritto al lavoro. Goditi le ferie, senza sensi di colpa.
Hai anche tu un dubbio su lavoro e diritti? Scrivici: la tua domanda potrebbe diventare il prossimo articolo de “La Posta di Lavoro e Diritti”.