Con l’avvicinarsi del 30 settembre, data di scadenza per l’invio del modello 730, sia nella versione ordinaria che in quella precompilata, abbiamo ricevuto diversi quesiti. Riportiamo quello di un nostro lettore, che riassume bene le preoccupazioni più comuni legate a questa scadenza fiscale.
“Buongiorno, ho letto che il 30 settembre scade il termine per presentare il modello 730. Vorrei capire meglio come funziona questa scadenza: vale sia per il 730 ordinario che per quello precompilato? E se non riuscissi a rispettare i tempi, cosa succede? Devo rivolgermi per forza a un CAF o a un commercialista, oppure posso inviare anche da solo la dichiarazione? Infine, se dopo la scadenza mi accorgo di aver dimenticato un reddito o una spesa da inserire, posso rimediare oppure rischio sanzioni?”
Grazie per la domanda, che ci dà l’occasione di fare chiarezza su un tema molto attuale e che interessa tantissimi lavoratori e pensionati.
1. Scadenza modello 730: data unica per ordinario e precompilato
La data del 30 settembre rappresenta la scadenza unica e definitiva per la presentazione del modello 730, sia nella forma ordinaria tramite CAF o professionista, sia nella versione precompilata che il contribuente può inviare autonomamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Non ci sono distinzioni tra i canali: la scadenza è identica per tutti e riguarda indistintamente ogni modalità di invio.
2. Cosa succede se non si rispetta la scadenza
Chi non riesce a rispettare il termine del 30 settembre non perde del tutto la possibilità di dichiarare i propri redditi. In questi casi è possibile utilizzare il modello Redditi Persone Fisiche, che ha un termine più lungo, fissato al 31 ottobre 2025.
Questa alternativa, però, è più complessa da compilare e comporta anche tempi più lunghi per l’eventuale rimborso, che non arriva più direttamente in busta paga o nel cedolino pensione, ma viene gestito successivamente dall’Agenzia delle Entrate.
3. Modello 730 in ritardo: sanzioni e ravvedimento operoso
Se la dichiarazione viene presentata dopo la scadenza ma entro 90 giorni, il contribuente può usufruire del ravvedimento operoso, che consente di pagare una sanzione ridotta e considerare comunque valida la dichiarazione, seppur tardiva.
Superati i 90 giorni, invece, la dichiarazione è considerata omessa: in questo caso le sanzioni sono molto più pesanti e si rischia di perdere la possibilità di correggere errori o recuperare detrazioni.
4. Errori e dimenticanze: come rimediare dopo il 30 settembre
Può capitare di dimenticare una spesa detraibile o un reddito da dichiarare. Se ci si accorge dell’errore entro la scadenza del 30 settembre, è possibile correggere e reinviare il modello senza problemi.
Se invece l’errore emerge successivamente, ci sono comunque strumenti per rimediare: si può presentare un 730 integrativo o, in alternativa, utilizzare il modello Redditi correttivo o integrativo. In questo modo si evita di perdere vantaggi fiscali e si resta in regola con il fisco.
Extra: come funziona e quando arriva il rimborso 730
Un’altra domanda molto frequente riguarda i rimborsi derivanti dal modello 730. Se la dichiarazione viene inviata a ridosso della scadenza del 30 settembre, i tempi di erogazione possono allungarsi rispetto a chi presenta il modello nei mesi estivi.
I rimborsi vengono infatti erogati dal sostituto d’imposta — quindi datore di lavoro o ente pensionistico — nelle buste paga o nei cedolini pensione dei mesi successivi. In genere, chi invia entro i primi mesi riceve i rimborsi già in estate, mentre chi si avvicina alla scadenza può vederli slittare verso l’autunno o addirittura a fine anno.
Se il contribuente non indica un sostituto d’imposta, il rimborso non arriverà tramite stipendio o pensione, ma direttamente dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso i tempi sono più lunghi, perché l’importo viene accreditato con bonifico bancario o postale solo dopo i controlli effettuati dall’Amministrazione.
Consigli utili per presentare il modello 730 senza rischi
Il consiglio è di non ridursi mai all’ultimo momento. Nei giorni a ridosso della scadenza i CAF e i commercialisti sono pieni di appuntamenti e il portale dell’Agenzia delle Entrate può essere rallentato da troppe richieste contemporanee.
Meglio anticipare i tempi, scaricare in anticipo il modello precompilato e verificare quali dati siano già presenti e quali invece debbano essere aggiunti manualmente. Spese mediche, interessi del mutuo o costi scolastici dei figli, ad esempio, spesso non risultano automaticamente inseriti e devono essere caricati dal contribuente.
Presentare la dichiarazione entro il 30 settembre significa non solo adempiere a un obbligo fiscale, ma anche ricevere prima eventuali rimborsi ed evitare iter più complicati in seguito. Chi rispetta le scadenze si assicura meno problemi, meno sanzioni e tempi più rapidi per chiudere i conti con il fisco.
Se avete altri dubbi su questo o altri argomenti in tema di Lavoro, Pensioni e Fisco vi invitiamo a usare il nostro servizio gratuito La Posta di Lavoro e Diritti.