Lo sviluppo della green economy e dei green jobs potrebbe sollevare l’Italia dalla grave crisi economica – finanziaria, contribuendo alla…

Il 17 febbraio scorso è stato raggiunto un accordo tra governo, Regioni e parti sociali sulle “linee guida per la…

Decadenza NASpI

La disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti è una particolare forma di prestazione Inps, che serve a tutelare i lavoratori che…

Il telelavoro è una forma di lavoro svolto a distanza cioè, fuori dall’azienda e da altri luoghi dove tradizionalmente viene…

Il contratto di inserimento è contratto di lavoro a tempo determinato, diretto a realizzare, mediante un progetto individuale di adattamento…

Sentenze lavoro

Con la sentenza nr. 21121 del 2 ottobre 2009, la Suprema Corte ha affermato il diritto della lavoratrice madre di usufruire della indennità di maternità anche quando, l’astensione obbligatoria dal lavoro abbia avuto inizio decorsi i 60 giorni dalla risoluzione del rapporto di lavoro. Per cui, la lavoratrice non avrà diritto alla indennità di disoccupazione bensì alla indennità di maternità per tutto il periodo previsto per l’astensione dal lavoro.

La Cassazione, sesta sezione penale, con sentenza nr. 38617 dello scorso 5 ottobre, ha affermato che, fare pressioni su qualcuno, sfruttando la propria posizione o la propria autorevolezza, per agevolare l’assunzione di terze persone, può integrare gli estremi del reato di concussione.

Il caso ha riguardato un Sig. di Afragola (NA) che, in primo grado è stato condannato alla pena (condizionalmente sospesa) di due anni di reclusione per tentata concussione, perchè, approfittando della sua qualità di presidente del consiglio comunale di Afragola, aveva esercitato ripetute pressioni sui responsabili di un ipermercato di prossima apertura, per “agevolare” l’assunzione di 250 persone nominativamente segnalate, prospettando in caso contrario, la frapposizione di ostacoli all’avvio del centro commerciale.

Venerdi mattina, il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il decreto legislativo di attuazione della Legge Brunetta di riforma della Pubblica Amministrazione (Legge n. 15 del 4 marzo 2009).
La riforma garantisce una migliore organizzazione del lavoro pubblico e adeguati livelli di produttività, assicura il progressivo miglioramento della qualità delle prestazioni erogate al pubblico e, riconosce finalmente i meriti e i demeriti dei dirigenti pubblici e del personale.

La riforma coinvolge tutti gli apparati pubblici e, nei prossimi mesi sarà sperimentata nei comuni sulla base di una intesa che il ministro ha firmato con l’Anci. L’obiettivo è aumentare la produttività del lavoro pubblico dal 20 al 50 per cento.

Lo scorso 16 settembre, il Ministro per la pubblica amministrazione ha emanato la circolare nr. 4 al fine di chiarire le ricadute sui destinatari della legge n.15/2009, in vigore da marzo ad agosto di quest’anno, e per meglio illustrare l’ambito di applicazione della norma. In sostanza, la circolare non fa altro che confermare quanto già illustrato con la circolare nr. 10 del 2008.

Sappiamo infatti che, in ossequio alla legge 3 agosto 2009 n.102 di conversione del decreto anticrisi (78/2009), le pubbliche amministrazioni, con atto unilaterale, possono mandare in pensione i dipendenti che abbiano raggiunto i 40 anni di anzianità contributiva. Pertanto, l’anzianità verrà calcolata sull’età contributiva (massimo di 40 anni) e non, come previsto in precedenza dalla legge delega nr. 15/2009, sul servizio effettivo.

Con sentenza del 21 settembre scorso, la Corte di Cassazione, quarta sezione penale ha stabilito che il proprietario di un immobile, che abbia affidato i lavori di ristrutturazione ad un semplice operaio, anziché ad una ditta specializzata è responsabile dell’eventuale infortunio dell’operaio stesso, se non prova di aver adottato tutte le misure di sicurezza idonee ad evitare infortuni.

Torniamo a parlare di mobbing, con una sentenza che, anche se un pò datata (del 17 febbraio 2009), rappresenta un punto fondamentale per tutti quei lavoratori che vogliono intraprendere una azione legale verso il proprio datore di lavoro per mobbing.

Già più volte la Cassazione ha affermato che, non tutti i comportamenti “ostili” del capo nei confronti di un lavoratore possono considerarsi mobbing; con la sentenza nr.3785/2009, non fa altro che ribadire questa tendenza, stilando una lista delle “regole da rispettare” per ottenere un risarcimento del danno per mobbing in ufficio.

Con la sentenza nr. 18169 dello scorso 10 agosto, la Cassazione sezione lavoro, ha stabilito la legittimità del licenziamento in tronco di un lavoratore di una nota azienda italiana, per aver divulgato a terze persone segreti relativi alla produzione di confezioni per alimenti; licenziamento legittimo anche se il fatto non è previsto nel codice disciplinare aziendale.

Il caso ha riguardato un lavoratore che aveva divulgato informazioni circa le caratteristiche tecniche di contenitori per alimenti (prodotti dall’azienda per cui lavorava) a terze persone, favorendo così la creazione di una nuova attività in concorrenza con quella della ditta datore di lavoro.

Pensione Scuola

Torniamo a parlare della riforma di insegnamento voluta dal Ministro Gelmini, occupandoci dei cd. TFA ossia Tirocini formativi Attivi che, allo stato, rappresentano il passo necessario per ottenere l’abilitazione all’insegnamento e sperare quindi, di essere un prof.

L’abilitazione come ormai già sappiamo, sarà a numero chiuso e, si potrà accedere tramite concorso nazionale. Ma vediamo passo per passo cosa si dovrà fare.

Lavoro minorile

Per lavoro minorile si intendono tutte le forme di lavoro svolte da minori al di sotto di un’età minima stabilita…

Corte Costituzionale

La Consulta, con sentenza n. 214 dell’8 luglio 2009, si è pronunciata circa la legittimità costituzionale degli articoli 1, comma 1, art. 2, comma 1-bis, art. 4 bis e 11 del decreto legislativo 6 settembre 2001 n. 368. La corte ritiene fondate le questioni di illegittimità costituzionale sollevate in riferimento all’articolo 3 della Carta Costituzionale, con la conseguenza che anche ai contratti a tempo determinato, stipulati dalle Poste Italiane, può applicarsi la conversione del rapporto di lavoro a tempo determinato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato e il risarcimento del danno.

Morti bianche Cassazione

Con la sentenza n.27819 del 2009 la Corte di Cassazione (Quarta sezione penale), interviene in maniera secca e decisa in tema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, stilando un vademecum per i datori di lavoro, proprio al fine di evitare il fenomeno tristemente conosciuto delle “morti bianche”.

Divieto di discriminazione a lavoro

La normativa generale per la parità di trattamento dei lavoratori in materia di occupazione e accesso al lavoro, mira a fornire un’adeguata tutela contro le discriminazioni fondate sui più diversi motivi, dalle convinzioni religiose a quelle personali, dall’età alle condizioni di salute, fino all’orientamento sessuale.

job sharing

Il lavoro ripartito è uno speciale contratto di lavoro subordinato, introdotto con il D.Lgs 276/03, caratterizzato dal fatto che la controparte del datore di lavoro è rappresentata da due lavoratori i quali assumono in solido l’adempimento di un unica e identica obbligazione lavorativa.

Come scrivere un curriculum: alcuni consigli utili

Il curriculum vitae  rappresenta un po’ il nostro biglietto da visita personale e professionale nella ricerca di un posto di…